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ItaliaOggi: Caos a Roma: 23 mila precari, ma i supplenti non si trovano

L'amministrazione accusa: assenteismo, servono sanzioni. I sindacati: è sbagliata la procedura

30/10/2007
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ItaliaOggi

Circa duecento cattedre: tante ne vanno ancora assegnate a Roma e provincia. Posti rimasti scoperti, con altrettante classi in attesa di un supplente definitivo. Eppure la distribuzione degli ultimi contratti annuali è al palo e, stavolta, non sarebbe solo colpa dell'amministrazione scolastica. A non presentarsi alla chiamata, infatti, sono gli insegnanti. Un fenomeno tutto nuovo segnalato dal direttore scolastico regionale del Lazio, Bruno Pagnani e dalla dirigente dell'Ufficio provinciale, Assunta Palermo, che pensano anche a «un'indagine accurata» per scoprirne i motivi. «Quest'anno, per la prima volta», spiegano, «si sta verificando un assenteismo pauroso da parte degli aspiranti supplenti: a centinaia non si stanno presentando alla chiamata per il contratto». Un esempio: due settimane fa sono stati convocati 800 iscritti in graduatoria per assegnare i cento posti rimasti della classe di concorso 043 (italiano alle medie), ma non è arrivato nessuno. Ora l'assegnazione è passata in mano ai presidi, «visto che l'amministrazione ha scorso tutta la graduatoria. Ma anche loro stanno trovando difficoltà». Stessa storia per gli ultimi posti da assegnare della classe 50, italiano alle superiori. Problemi si stanno verificando «persino per le scuole elementari e il sostegno alle secondaria di II grado», si sfoga Pagnani, che negli scorsi mesi è finito nel mirino dei sindacati per i ritardi dell'amministrazione nell'assegnazione delle supplenze. Le operazioni, infatti, sono iniziate solo a lezioni già in corso, tanto che Roma è diventata un caso nazionale. Che fine abbiano fatto gli aspiranti docenti è un mistero. «Qualcosa non va», dice la Palermo, «abbiamo 23 mila precari e poco più di 6 mila posti annuali, quindi ci dovrebbe essere fame di lavoro». L'amministrazione sospetta che in molti stiano aspettando di essere chiamati dalle graduatorie di istituti vicini a casa propria. «Ci vorrebbero delle penalizzazioni», commenta Pagnani, «chi lavora nella scuola fa una scelta di campo, non si può lasciare le classi scoperte per attendere la cattedra sotto casa, è un atteggiamento irresponsabile». Ma i sindacati difendono i docenti e puntano il dito contro la gestione delle nomine. «Non si può scaricare la colpa sugli insegnanti», sbotta Stefano De Caro, segretario della Flcg Cgil di Roma, «l'amministrazione pensi a come si svolgono le procedure: le chiamate sono fatte attraverso Internet, molti restano fuori dalla comunicazione. A Roma», prosegue, «c'è un problema serio di programmazione delle modalità di nomina: i ritardi sono clamorosi e i docenti attendono tempi biblici. Per le grandi metropoli andrebbero studiati sistemi diversi. Come se non bastasse, solo in questi giorni sono uscite le graduatorie definitive di istituto, che dovevano essere pronte a luglio, e questo significa un nuovo balletto di docenti a scapito della continuità didattica e della sicurezza lavorativa degli insegnanti». Il cambio della guardia tra supplenti temporanei e definitivi scatterà il 6 novembre. Si parla già di decine di sostituzioni


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