ItaliaOggi: Bidelli nella bufera della riforma
Il ministro Gelmini contro gli sprechi: a fare le pulizie siano gli interni, via gli appalti agli Lsu
I sindacati si dividono sulla proposta di rivedere gli incarichi
È il taglio più consistente della riforma Gelmini-Tremonti, quello che si abbatte sulla categoria dei collaboratori scolastici: in tre anni dovranno calare di 30 mila unità, al ritmo di 10 mila ogni anno. E così dai 152 mila posti in organico, di cui 55 mila senza titolare, alla fine della manovra ne resteranno non più di 120 mila: un bidello ogni 2,6 classi. Ma il ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, ha in mente anche dell'altro: riaffidare al personale già di ruolo le pulizie dei locali, ad oggi appaltate a cooperative esterne di Lsu, lavoratori socialmente utili. Anche perché «i collaboratori sono più dei carabinieri e costano 4 miliardi di euro l'anno, possono anche tornare a fare le pulizie». Una scelta, quella comunicata dal ministro nel corso dell'audizione alla camera, che ha innescato un turbinio di polemiche, tra favorevoli e contrari. E che nei fatti, comunque, per diventare operativa, richiederebbe l'annullamento degli appalti esterni, per i quali le Finanziarie negli anni ne hanno riproposto i finanziamenti per quasi 580 milioni di euro. La Uil scuola , guidata da Massimo Di Menna, si è mostrata possibilista. Decisamente favorevole, invece, lo Snals-Confsal, mentre per Cisl e Cgil scuola la risposta è decisamente contraria. «Siamo totalmente d'accordo con la valutazione negativa data dal ministro Gelmini in parlamento sulla esternalizzazione dei servizi di pulizia delle scuole che hanno un costo insostenibile per il bilancio dello stato», ha dichiarato il segretario generale, Marco Paolo Nigi, «è arrivato il momento di ricondurre tale compito alle normali mansioni del personale interno alle scuole». Anche perché sarebbe proprio l'esternalizzazione dei servizi una delle concause della riduzione del personale dei collaboratori decisa con la manovra estiva del 2008. «Ma gli Lsu vanno tutelati», replica il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, negando che si possano risolvere i problemi dei conti dell'istruzione italiana revocando gli appalti esterni e al tempo stesso riducendo di trentamila unità l'organico dei collaboratori scolastici. «Quando diciamo che la manovra sulla scuola è insostenibile, e chiediamo di cambiarla, ci riferiamo anche a questo», continua Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola, «al ministro, e a quanti dalle informazioni superficiali o distorte recuperano una visione deformata della realtà, ricordiamo che le mansioni relative alla pulizia non sono le uniche a cui il personale collaboratore scolastico deve far fronte: sempre più la scuola ha bisogno di un supporto in termini di accoglienza, vigilanza e cura della persona, che è svolto proprio dai collaboratori scolastici. Mansioni che purtroppo, dalle molteplici segnalazioni che giungono dal territorio, dobbiamo dire che a causa dei tagli al personale le scuole non riescono più a garantire». Ci sono infatti situazioni paradossali: province in cui la media è di un bidello per classe e altre in cui c'è un bidello ogni tre, magari con il compito di garantire l'apertura e la chiusura dei cancelli su sedi distaccate dello stesso istituto. La proposta del ministro è criticata anche da Claudia Giuliani, presidente di Anip-Fise: «È quanto mai anacronistica e poco adatta allo scopo di riduzione della spesa pubblica da più parti sbandierato. Negli ultimi 8 anni, a fronte della progressiva diminuzione dei bidelli in organico di circa 45 mila unità, si è proceduto verso progressive esternalizzazioni dei servizi, con sviluppo di nuova occupazione da parte delle imprese». IL sistema delle imprese ha assorbito oltre 14 mila ex Lsu che rischierebbero ora di perdere il posto