ItaliaOggi: Ai politici i soldi della ricerca
Il ministro dell'università Mussi stanzia 10 mln. Contributi pure a Stefania Craxi e Valdo Spini
Tra le fondazioni beneficiate anche Liberal di Adornato
Ci sono i senatori a vita, mai così indispensabili per la tenuta del governo. E ci sono tanti altri parlamentari, alcuni dei quali «soltanto» ex. Per non fare torti a nessuno, il ministro dell'università, Fabio Mussi, ha deciso di premiare un po' tutti. Ecco allora spuntar fuori, dopo una paziente ricerca tra i capitoli di bilancio del dicastero, 121 mila euro da destinare all'Associazione Levi-Montalcini, presieduta dalla senatrice a vita Rita Levi-Montalcini. Oppure 90 mila euro da mettere a disposizione della Fondazione Alcide De Gasperi presieduta dal sette volte presidente del consiglio, nonché senatore a vita, Giulio Andreotti. Ma come trascurare la Fondazione Liberal del nuovo proprietario del quotidiano l'Indipendente, e deputato forzista, Ferdinando Adornato? Impossibile, per questo è stata stanziata la bellezza di 105 mila euro.
Si tratta soltanto di alcuni esempi. A illustrali c'è lo schema di regolamento con cui Mussi provvede a distribuire i contributi ministeriali per l'anno 2007 agli istituti scientifici speciali. Il documento, trasmesso qualche giorno fa al senato, mette sul piatto la cifra complessiva di 9.890.500,81 euro. Che vengono puntualmente distribuiti tra poco meno di 150 enti. Certo, non si può mettere in dubbio che l'associazione della Levi-Montalcini sia ascrivibile alla categoria degli istituti scientifici. Ma molti dei soggetti finanziati da Mussi, come spesso accade anche per i finanziamenti decisi dagli altri dicasteri, presentano colorazioni più o meno politiche. Il discorso vale senz'altro per la Fondazione Liberal di Adornato, ma vale anche per la Fondazione Bettino Craxi, presieduta dalla figlia dell'ex presidente del consiglio socialista, ovvero Stefania Craxi, oggi deputata di Forza Italia. E certo non può dirsi estranea alla stessa logica la Fondazione Circolo Fratelli Rosselli, guidata da un altro ex socialista, Valdo Spini, che oggi occupa un posto alla camera nel groppo misto (movimento dei Socialisti per la costituente). L'istituto di Spini, infatti, prende da Mussi un «gruzzolo» da 80 mila euro.
Anche gli ex parlamentari, però, non vengono trascurati. Si prenda la Fondazione Lelio e Lisli Basso. A capo dell'ente, infatti, figura Elena Paciotti, magistrato, già componente del Csm e un passato all'assemblea di Strasburgo nelle file dei Democratici di sinistra. Senza contare che nel consiglio dello stesso ente siedono l'ex ministro Ds Franco Bassanini e una storica esponente del Pci come Luciana Castellina. Per questo organismo il ministero del'università ha messo a disposizione 80 mila euro.
Nella lunga lista, tra le tante, compare anche la Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII, con sede a Bologna, soggetto particolarmente caro alla famiglia Prodi. Il professor Paolo Prodi, fratello del premier, siede infatti nel comitato di gestione della biblioteca dell'istituto. Il cui collegio dei revisori, anni fa, venne guidato proprio dall'attuale presidente del consiglio, Romano Prodi. Per non parlare del fatto che del consiglio di gestione delle stessa fondazione fa parte il senatore del Pd, Luigi Zanda.
Ebbene, le casse della Fondazione Giovanni XXIII hanno visto arrivare dal dicastero guidato da Mussi un finanziamento di 60 mila euro. Praticamente niente rispetto ai 975 mila euro che lo stesso ente ha incassato dalla divisione dell'8 per mille Irpef di competenza dello stato. Divisione orchestrata proprio dalla presidenza del consiglio (vedi ItaliaOggi del 7 novembre scorso).