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Italia sempre più a rischio terremoti: licenziati 150 precari il 31 dicembre
Ricerca/ PRIMO SCIOPERO GENERALE DEI RICERCATORI INGV
11/12/2012
il manifesto
Ro.Ci.
Sono stati i primi a partire subito dopo il terremoto dell'Aquila: «Senza di noi chi ci sarà?»
Senza di loro, nessuno difenderebbe l'Italia dai terremoti. Sono i 150 ricercatori precari dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), il 40% dei lavoratori di un ente di ricerca che svolge un ruolo strategico nella prevenzione, e nell'analisi, dei fenomeni sismici in un paese tragimente vulnerabile. Ieri hanno fatto sciopero, insieme al 50% dei colleghi. Per l'Ingv è stata la prima volta dalla sua fondazione, nel 1999. Ma questo sciopero rappresenta una vera eccezione in tutta la storia degli enti di ricerca italiani. In un presidio a palazzo Vidoni a Roma, sede del ministero della Funzione Pubblica, hanno denunciato l'intenzione del presidente dell'ente Massimo Ghilardi di rompere l'accordo che avrebbe rinnovato i loro contratti per quattro anni. Il 31 dicembre queste persone, che lavorano anche da 15 anni all'Ingv, rischiano di perdere il posto, lo stipendio, i contributi previdenziali. La loro assenza bloccherà il sistema di prevenzione anti-sismico nazionale, come spiega la ricercatrice Mariagrazia Ciaccio: «L'Ingv non vive senza precari - afferma - Se si verifica unascossa di magnitudo elevata, parte la rete mobile e va sul campo per installare nuove stazioni e raccogliere nuovi dati. Così accadde dopo un'ora dal terremoto del 6 aprile 2009 all'Aquila. Tre delle quattro persone che partirono allora, erano e sono ancora precarie. Se manchiamo noi, chi partirebbe?».
La solidarietà con la protesta dei precari dell'Ingv è arrivata anche dai 400 colleghi dell'Istat. Ieri hanno assediato la sala stampa dove veniva presentato il rapporto con i dati sulla produzione industriale. Pur avendo superato un concorso pubblico, per i tagli e il blocco del turn-over anche questi ricercatori non hanno alcun futuro davanti a sé. E chiedono di essere stabilizzati. «L'Ingv - ha aggiunto Manuela Ghizzoni, presidente della commissione cultura della Camera - fonda gran parte del suo lavoro sulle attività dei precari, La commissione che presiedo prenderà in esame questo problema sulla scorta delle informazioni del governo».
Il governo Monti ha deciso il blocco delle stabilizzazioni nella pubblica amministrazione. Per il ministro della funzione pubblica Filippo Patroni Griffi si potranno dare, in futuro, solo alcune eccezioni a questa decisione. Nei prossimi anni lo Stato non intende stabilizzare i 260 mila precari (più della metà insegnano nella scuola) che lavorano in maniera intermittente, e molto spesso anche da più di dieci anni.
Una cesura che i sindacati trovano inaccettabile e li spinge a chiedere di avviare un piano pluriennale di stabilizzazioni e reclutamenti, oltre alla proroga dei contratti all'Ingv. «I problemi negli enti di ricerca si sono aggravati - scrivono in un comunicato congiunto Domenico Pantaleo (Flc-Cgil) e Alberto Civica (Uil-Rua) - fino ad arrivare al rischio di espulsioni di massa a causa delle imminenti scadenze e della insipienza di molte amministrazioni». In commissione lavoro della Camera oggi è previsto un incontro con i sindacati sul precariato nel pubblico impiego dove si parlerà anche dell'Ingv.
La solidarietà con la protesta dei precari dell'Ingv è arrivata anche dai 400 colleghi dell'Istat. Ieri hanno assediato la sala stampa dove veniva presentato il rapporto con i dati sulla produzione industriale. Pur avendo superato un concorso pubblico, per i tagli e il blocco del turn-over anche questi ricercatori non hanno alcun futuro davanti a sé. E chiedono di essere stabilizzati. «L'Ingv - ha aggiunto Manuela Ghizzoni, presidente della commissione cultura della Camera - fonda gran parte del suo lavoro sulle attività dei precari, La commissione che presiedo prenderà in esame questo problema sulla scorta delle informazioni del governo».
Il governo Monti ha deciso il blocco delle stabilizzazioni nella pubblica amministrazione. Per il ministro della funzione pubblica Filippo Patroni Griffi si potranno dare, in futuro, solo alcune eccezioni a questa decisione. Nei prossimi anni lo Stato non intende stabilizzare i 260 mila precari (più della metà insegnano nella scuola) che lavorano in maniera intermittente, e molto spesso anche da più di dieci anni.
Una cesura che i sindacati trovano inaccettabile e li spinge a chiedere di avviare un piano pluriennale di stabilizzazioni e reclutamenti, oltre alla proroga dei contratti all'Ingv. «I problemi negli enti di ricerca si sono aggravati - scrivono in un comunicato congiunto Domenico Pantaleo (Flc-Cgil) e Alberto Civica (Uil-Rua) - fino ad arrivare al rischio di espulsioni di massa a causa delle imminenti scadenze e della insipienza di molte amministrazioni». In commissione lavoro della Camera oggi è previsto un incontro con i sindacati sul precariato nel pubblico impiego dove si parlerà anche dell'Ingv.