Italia Oggi-Svuotare le scuole - di E.Panini
Svuotare le scuole Questo è l'obiettivo dello sciopero generale del 15 novembre. E' un obiettivo concretamente a portata di mano e che ogni giorno che passa rende più certo. Lo hanno testimonia...
Svuotare le scuole
Questo è l'obiettivo dello sciopero generale del 15 novembre. E' un obiettivo concretamente a portata di mano e che ogni giorno che passa rende più certo.
Lo hanno testimoniato le oltre 4.000 affollatissime assemblee che hanno dato l'avvio ad un mese di maxi mobilitazione proclamata dai sindacati confederali. Che ci sia rabbia e voglia di lottare lo dimostra anche il fatto che gli scioperi orari di metà ottobre hanno ovunque registrato adesioni molto superiori alla media abituale. La manifestazione che attraverserà Roma, partendo dalla Bocca della Verità, sarà enorme: già adesso in numerose province ci sono prenotazioni per riempire diversi pulman prima ancora che si sia provveduto ad organizzarli.
La mobilitazione è palpabile in ogni categoria di lavoratori della scuola, docenti, ata, dirigenti scolastici.
Sempre più forte è la preoccupazione per rinnovi contrattuali dei quali non si vede il possibile avvio delle trattative. Le risorse messe a disposizione dal Governo sono decisamente insufficiente per aprire la contrattazione. Intanto l'andamento dei prezzi e delle tariffe fa sì che un numero crescente di persone non riesca ad arrivare a fine mese con la propria retribuzione e sia costretto a rivedere al ribasso l'indice di qualità della propri vita. Cresce la povertà anche fra i lavoratori della scuola. Bisogna rinnovare subito i contratti e cambiare la Finanziaria. Una Finanziaria che non trasferisce ricchezza al lavoro dipendente ma continua a premiare i ricchi ed i forti, una Finanziaria che continua a togliere risorse alla scuola e a precarizzare il lavoro considerato che non prevede neanche una immissione in ruolo.
Il disegno di legge sullo stato giuridico, presentato dai parlamentari della maggioranza, registra in categoria un dissenso totale: appena si recupera nelle assemblee la tanta disinformazione che ancora esiste il disegno autoritario che emerge da questa proposta è sommerso da una pioggia di critiche. Non sfugge a nessuno che con quel provvedimento si vogliono regolare i conti con un milione di persone e con i sindacati confederali che non hanno mai fatto sconti al Ministro Moratti. Visto che il Governo non riesce a realizzare i suoi obiettivi ora mette in campo il mezzo più tradizionale: azzerare le libertà.
Che la Legge Moratti venga attuata nelle scuole ormai lo si afferma solo nei documenti del Ministero, magari supportati da indagini, come quelle che stanno circolando in questi giorni, che prevedono solo domande e risposte in linea con i desiderata ministeriali. Ecco perché tutti sono sempre contenti e tutto procede per il meglio! Non è così. Ad esempio, solo il 18% delle scuole ha dato attuazione al tutor del Ministro, e molte di queste sono in attesa degli esiti della trattativa all'Aran. Una trattativa nella quale intendiamo impedire che si metta in discussione il profilo unitario dei docenti e che, qualunque sia la conclusione, non potrà che essere seguita da un pronunciamento referendario dei lavoratori.
In piazza il 15 novembre sfileranno con Cgil, Cisl e Uil realtà fondamentali. Quelle del mondo del lavoro scolastico, innanzitutto, di ogni città e di ogni professionalità. Sfileranno con noi i rappresentanti di decine di movimenti cresciuti in questi anni in molte città contro la Legge Moratti: una presenza importante e che intendiamo valorizzare. Ci saranno tanti studenti, che a pochi giorni di distanza saranno poi impegnati in una giornata di mobilitazione mondiale, le prime vittime di scelte che tolgono loro ogni diritto ad un futuro di qualità.
Ci saranno istituzioni e cittadini perché un grande obiettivo la nostra protesta l'ha già raggiunto: la scuola in questi anni non è più un tema delegato agli addetti ai lavori ed è sempre di più vissuta come un problema generale.
Il 15 novembre porteremo in piazza l'arcobaleno delle voci della scuola per il contratto, per dire basta ad una politica che depreda le risorse, per una scuola che vogliamo pubblica e di qualità.
Roma, 2 novembre 2004