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Italia Oggi-Sui cicli la lotta si fa operaia

Insegnanti alle prese con nuove forme di protesta. Dubbi sulle competenze. Sui cicli la lotta si fa operaia Striscioni e riunioni di istituto contro la riforma Striscioni e slogan contro la ...

02/03/2004
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ItaliaOggi

Insegnanti alle prese con nuove forme di protesta. Dubbi sulle competenze.

Sui cicli la lotta si fa operaia
Striscioni e riunioni di istituto contro la riforma
Striscioni e slogan contro la riforma Moratti, mozioni di dissenso e protesta introdotte nell'ordine del giorno o nelle discussioni dei consigli di istituto.

Queste le forme di mobilitazione che trasversalmente interessano docenti e gruppi di genitori, rendono in questo periodo alcune scuole simili ad altri luoghi di lavoro nei momenti di forti tensioni e di lotta sindacale. Metodi di lotta sperimentati e utilizzati nelle rivendicazioni dei lavoratori, nel tempo di occupazione del luogo di lavoro, come mezzo di lotta dura e frontale contro il datore di lavoro. Forme di protesta di questo genere sono state praticate durante le occupazioni degli edifici di facoltà universitarie nel periodo delle contestazioni sessantottine e nelle stesse scuole secondarie superiori durante le occupazioni annuali, scandite da tempi precisi (ricorrenti) e da slogan contro pericoli più immaginari che reali.

Le attuali forme di dissenso si svolgono secondo modalità nuove, per quanto concerne i protagonisti (coinvolgimento degli utenti del pubblico servizio) e alcuni strumenti (delibere o mozioni di organi pubblici). Intanto striscioni e manifesti appaiono all'interno o sui cancelli delle scuole durante il periodo di regolare svolgimento dell'attività e di funzionamento del servizio, quindi di normale governo, talché si può generare l'equivoco di una contrapposizione fra istituzione erogatrice del servizio (la scuola) e l'istituzione che detta le norme di organizzazione e di disciplina del servizio. La dilatazione di fatto di competenza degli organismi collegiali (in genere, consigli di istituto, ma anche collegio dei docenti) a temi di interesse generale trasforma questi organismi di amministrazione o di organizzazione didattica in strumenti e momenti di dibattito politico che può correttamente e giustamente svolgersi in altre sedi.

STRISCIONI E MANIFESTI. La scelta della scuola e delle famiglie utenti, per una vasta e rapida sensibilizzazione attuata mediante distribuzione di documenti (volantini o dépliant) o per l'affissione di manifesti o l'apposizione di striscioni ai cancelli, risponde alla logica empirica della massima diffusione e di immediato coinvolgimento di larghi strati di cittadini. Pienamente legittima la diffusione di volantini o l'affissione di manifesti. Tali documenti esprimono il pensiero di chi li ha formulati e ne costituiscono il mezzo di diffusione, anche quando si specifica in funzione di lotta sindacale o politica. Più problematica l'affissione di uno striscione o di un simbolo sui muri o sui cancelli, esposti verso l'esterno, nel tempo in cui l'istituzione, nell'ambito della propria sede, svolge la regolare sua attività in funzione e per il soddisfacimento di un pubblico interesse.

In questi casi insorge la necessità di garantire verso l'esterno l'immagine dell'istituzione anche sotto il profilo del governo dei rapporti (sulla base della disciplina fissata dalla legge), oltre che di assicurare che l'erogazione del servizio, in relazione all'interesse generale, avvenga in un'atmosfera priva di turbamenti e dissidi pregiudizievoli. La responsabilità di organizzazione e funzionamento del servizio spetta al dirigente scolastico. Da ciò gli interventi per far rimuovere striscioni e scritte apposti da ignoti ai cancelli.

LE MOZIONI. Bisogna considerare preliminarmente che i consigli di istituto e i collegi dei docenti sono organi dell'istituzione scolastica con specifiche competenze di ordine amministrativo e di organizzazione didattica. Entro questi ambiti di competenza deve essere contenuta la loro attività. Il dirigente scolastico deve assicurare la legalità dell'azione amministrativa gestionale, oltre alla legittimità degli atti posti in essere dagli organi collegiali nella sfera delle loro competenze. Nell'esercizio di questa funzione è tenuto, in via preventiva, a stabilire direttamente o a vigilare che l'ordine del giorno delle sedute sia conformato al rispetto delle competenze attribuite ai diversi organi e comunque a evitare (con gli strumenti che la legge riconosce) che discussione e deliberazioni su materie non pertinenti vengano fatte rientrare nelle attività degli organi collegiali. I fatti di questi giorni, riguardanti la disciplina applicabile, le modalità da seguire, la modulistica da utilizzare ai fini delle iscrizioni degli alunni della scuola materna, elementare e media, hanno suscitato problemi diversi con riferimento ai limiti della competenza degli organi collegiali che hanno opposto contestazioni. Vi sono state richieste di inserimento all'ordine del giorno del consiglio di istituto di mozioni sulle iscrizioni; richieste di modifica dei moduli; convocazioni di sedute aperte ai genitori per un pubblico dibattito, affinché tutte le componenti interessate potessero portare un loro contributo. Vi sono state convocazioni del consiglio di istituto (da parte del presidente) con invito alla partecipazione rivolto ad assessori del comune, per valutazioni e deliberazioni circa il tempo scuola e questioni relative.

Da ciò, i richiami dei dirigenti scolastici al rispetto delle competenze fissate dalla legge che escludono le materie di cui si pretendeva l'inserimento all'ordine del giorno.


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