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Italia Oggi-Niente fuga, a scuola fino a 60 anni

Da un'indagine a campione di ItaliaOggi emerge che il ricorso al prepensionamento sarà minimo. Niente fuga, a scuola fino a 60 anni In lieve crescita i pensionamenti solo della scuola seconda...

10/02/2004
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ItaliaOggi

Da un'indagine a campione di ItaliaOggi emerge che il ricorso al prepensionamento sarà minimo.

Niente fuga, a scuola fino a 60 anni
In lieve crescita i pensionamenti solo della scuola secondaria
Nessuna fuga dalla scuola. Solo i sessantenni abbandonano il servizio scolastico a favore della pensione. A un mese dalla scadenza dei termini fissati dalla circolare ministeriale n. 85 del 21 novembre 2003, per revocare o presentare la domanda di cessazione dal servizio con diritto al trattamento pensionistico dal 1° settembre 2004, non si hanno ancora elementi sufficienti per avere un quadro, ancorché provvisorio, del numero dei docenti e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario che cesserà dal servizio, appunto da tale data. Non si tratta, tuttavia, nella maggior parte dei casi, di ritardi dovuti a inadempienze degli uffici preposti a definire le pratiche di pensione, ma ai tempi tecnici previsti dalla citata circolare. Da una proiezione su scala nazionale dei dati provvisori di alcune province prese a campione, ItaliaOggi è, comunque, in grado di formulare una previsione sul numero dei docenti e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario che dal prossimo 1° settembre cesserà dal servizio esclusivamente per limiti di età o per dimissioni volontarie. Nell'elaborare la previsione, ItaliaOggi ha tenuto conto, oltre che dei dati provvisori delle province prese a campione, anche del trend delle cessazioni registrate negli ultimi tre/quattro anni.

I dati riportati nelle due tabelle non comprendono le cessazioni per inabilità, inidoneità fisica o altre cause.

Dai dati raccolti emerge un flusso in uscita dei docenti che hanno compiuto 60 anni: i trattamenti anticipati sono residuali.

I TERMINI

Il 10 gennaio era il termine ultimo per presentare o revocare la domanda inoltrandola al proprio dirigente scolastico anche tramite posta ordinaria; entro il 15 gennaio le istituzioni scolastiche dovevano iniziare a trasmettere le domande e la documentazione ai Centro servizi amministrativi che, a loro volta, hanno tempo fino al 1° marzo per accertare la sussistenza o meno dei requisiti posseduti da coloro che hanno presentato la domanda di dimissioni volontarie.

In assenza dei requisiti i dirigenti dei Csa dovranno, infatti, comunicare agli interessati il mancato conseguimento del diritto alla pensione agli interessati, i quali, entro cinque giorni dal ricevimento della comunicazione hanno la facoltà di ritirare la domanda di dimissioni, ovvero di dimostrare l'esistenza dei requisiti.

I primi dati ufficiali non potranno pertanto essere noti prima della fine del mese di marzo.

LE PROIEZIONI

Se le proiezioni sul numero delle cessazioni dal servizio e sull'età anagrafica dei pensionanti, riportate nelle due tabelle, dovessero trovare un riscontro nei dati definitivi, come ItaliaOggi ritiene possibile, troverebbe conferma quanto si sostiene da tempo e cioè che, nel comparto scuola, l'età per la cessazione dal servizio e per l'accesso al trattamento pensionistico è notevolmente più alta di quella minima prevista dalla normativa vigente. La stragrande maggioranza del personale docente e Ata cessa, infatti, dal servizio a partire dal sessantesimo anno di età. Quello che accede al trattamento pensionistico anticipato di anzianità utilizzando i requisiti di 57 anni di età e 35 di contribuzione è solo una minoranza che è destinata, peraltro, a estinguersi nell'arco di due o tre anni. L'altra osservazione che si ricava dai dati previsionali è che non ci sarà, nel 2004, l'esodo da alcuni ipotizzato in conseguenza delle modifiche che starebbero per essere introdotte nel sistema previdenziale e, soprattutto, per effetto della contrastatissima riforma Moratti.

Nessuna fuga quindi dalla scuola, ma un fisiologico turnover che vede in leggero calo la cessazione dal servizio dei docenti della scuola dell'infanzia, stabile quella dei docenti della scuola secondaria di II grado e del personale amministrativo, tecnico e ausiliario e in lieve aumento quella dei docenti della scuola media. (riproduzione riservata)


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