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Italia Oggi-La riforma Moratti paga pegno

Finanziaria/Per il prossimo anno il ministero dovrà rinunciare a 602,5 mln di euro. La riforma Moratti paga pegno Solo per il 2004/05 mancano all'appello 900 mln di euro Nella po...

12/10/2004
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ItaliaOggi

Finanziaria/Per il prossimo anno il ministero dovrà rinunciare a 602,5 mln di euro.

La riforma Moratti paga pegno

Solo per il 2004/05 mancano all'appello 900 mln di euro

Nella politica di contenimento della spesa pubblica, via XX Settembre ha stanziato 110 milioni di euro per attuare la riforma della scuola, che si aggiungono ai 90 milioni dello scorso anno, mentre la Moratti ne aveva chiesti 1.100 per lo stesso biennio 2004-2005. Insomma, il ministro dell'economia, Domenico Siniscalco, ha concesso circa il 18% di quanto preventivato da viale Trastevere.
Rispetto al bilancio 2004, inoltre, per il prossimo anno il ministero dell'istruzione dovrà realizzare complessivamente un risparmio di spesa di 602,5 milioni di euro. È quanto prevede la Finanziaria 2005, secondo l'analisi dei dati forniti dall'ufficio studi della camera e dall'Anci, l'associazione nazionale dei comuni.

Per i primi due anni di attuazione della legge n. 53/2003, viale Trastevere aveva previsto un finanziamento di 1,1 miliardi di euro, che sarebbero arrivati a 4 miliardi con la riforma a pieno regime. A fare le spese della stretta ci sono innanzitutto i bambini della scuola dell'infanzia: 100 mila gli iscritti in lista d'attesa che non riescono a trovare posto nelle strutture pubbliche; a questi vanno aggiunti i 170 mila che potrebbero potenzialmente essere interessati all'anticipo dell'iscrizione a 2,5 anni. Insomma, 270 mila utenti, ha stimato l'Anci, il che si tradurrebbe in 10 mila nuove sezioni, 10 mila nuove aule, oltre 3 mila edifici da costruire, con 20 mila unità d'organico in più, oltre ai relativi servizi connessi.

Una situazione che, confrontate con la carenza di risorse, fa dire all'Anci che la riforma è praticamente inattuabile.

E non solo perché nelle casse comunali non ci sono le risorse per quanto di competenza dei comuni stessi, per esempio i servizi di mensa. Ma anche perché mancano i fondi che dal livello centrale sarebbero dovuti arrivare. Nella Conferenza unificata stato-regioni-enti locali, del 5 ottobre scorso, l'Anci ha sparato a zero contro il governo, sottolineando la mancanza di quel piano finanziario che la legge prevedeva dover essere approvato entro 90 giorni dall'entrata in vigore della stessa.

'Senza una complessiva valutazione, senza la specificazione dei finanziamenti che saranno assegnanti per le diverse voci individuate dalla norma e senza un'indicazione della distribuzione delle risorse nelle diverse annualità', si legge nel rapporto presentato dall'Anci in Conferenza, 'gli obiettivi enunciati potrebbero rimanere mere enunciazioni di principio, come sta accadendo per l'anticipo o per la generalizzazione della scuola dell'infanzia'.

Il ministero si è difeso affermando che il piano non è condizione essenziale per l'esercizio delle deleghe, ossia per l'approvazione dei relativi decreti attuativi della legge n. 53 da parte del governo, ma che lo stesso 'può bene essere approvato in via definitiva nell'arco temporale previsto per l'esercizio della delega'.

Per risolvere i problemi della scuola dell'infanzia, a partire dall'assenza di nuovo personale per seguire i bambini più piccoli, pare improbabile utilizzare i 7.100 docenti che un anno fa erano stati assegnati alla scuola elementare per consentire l'insegnamento dell'inglese sin dal primo anno. L'articolo 16 del ddl recante la manovra finanziaria prevede che siano sostituti dagli stessi insegnanti di ruolo della scuola, opportunamente formati.

Loro saranno probabilmente dirottati a soddisfare il maggior fabbisogno di docenti a causa della crescita della popolazione scolastica.

Non è infatti consentito nessun accrescimento di organico: per il 2005 sarà lo stesso dello scorso anno, precisa la Finanziaria.

Tra i filoni della riforma Moratti travolti dai tagli alle spese figurano anche l'estensione dell'obbligo d'istruzione o formazione fino ai 18 anni e l'alternanza scuola/lavoro: i due schemi di decreto stanno andando avanti e (si veda ItaliaOggi di martedì scorso) potrebbero entrare in vigore a partire dal 2005. Sulle risorse, però, c'è sempre il velo dell'incertezza


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