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Italia Oggi-ASSUNZIONI, I DOCENTI FANNO INCETTA.

ASSUNZIONI, I DOCENTI FANNO INCETTA. RESTA PERÒ DEL TUTTO IRRISOLTA LA QUESTIONE DEL PRECARIATO NELLA RIPARTIZIONE DEL MIUR DELLE 15 MILA IMMISSIONI IN RUOLO 12-13 MILA SPETTANO AGLI INSEGNANTI...

29/04/2004
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ItaliaOggi

ASSUNZIONI, I DOCENTI FANNO INCETTA.
RESTA PERÒ DEL TUTTO IRRISOLTA LA QUESTIONE DEL PRECARIATO

NELLA RIPARTIZIONE DEL MIUR DELLE 15 MILA IMMISSIONI IN RUOLO 12-13 MILA SPETTANO AGLI INSEGNANTI

Gli insegnanti fanno incetta di assunzioni. Delle 15 mila immissioni in ruolo autorizzate per il prossimo anno scolastico, 12-13 mila dovrebbero andare ai docenti, le restanti agli Ata, il personale ausiliario, tecnico e amministrativo. E questo, secondo quanto risulta a Italia Oggi, l'indirizzo del ministero dell'istruzione, che dovrà comunicare entro fine giugno la ripartizione dei contratti fra il personale e le varie classi di concorso, nonché a livello territoriale, perché questi siano sottoscritti entro fine luglio. La nuova tornata di assunzioni, l'ultima risale a tre anni fa, lascerà comunque quasi intatto il problema del precariato: per il 2004/2005 dovrebbero infatti ammontare a circa 120 mila le supplenze annuali a cui ricorrerà l'amministrazione per coprire i buchi nell'organico di fatto e di diritto. La situazione in cifre. Con i 15 mila contratti a tempo in determinato (il ministero dell'istruzione ne aveva chiesti 20 mila) non sarà coperto integralmente neanche il turn- over. Negli ultimi due anni sono state circa 50 mila le cessazioni dal servizio per raggiunti limiti d'età e per dimissioni volontarie. A queste si aggiungono le oltre 16 mila cessazioni dal servizio per motivi diversi, dall'inabilità alla decadenza. Insomma, sono usciti dal mondo del lavoro della scuola oltre 66 mila persone, fra insegnanti e ausiliari, tecnici e amministrativi. Per il prossimo anno si stimano 20 mila pensionamenti e 4-5 mila cessazioni per al tre cause.

L 'amministrazione e scolastica si trova così a fare i conti con un flusso in uscita, in tre anni, di 90 mila dipendenti a fronte dei quali sono 15 mila le nuove assunzioni disposte dal governo. Una sproporzione che solo in parte è alleviata, almeno sulla carta, dal fatto che gli organici di diritto sono stati ridotti a seguito delle misure di razionalizzazione della spesa, e dunque della gestione scolastica, imposte dalle ultime leggi finanziarie. Misure come la riduzione dell'organico funzionale e la riconduzione dell'orario settimanale di tutte le cattedre a 18 ore hanno consentito di tagliare dalle piante organiche quasi 20 mila unità. Ma nei fatti anche per il prossimo anno scolastico il ricorso ai supplenti per rispondere al fabbisogno delle scuole non cambierà. Se quest'anno sono stati circa 100-120 mila i contratti di sostituzione fino al termine delle lezioni, tra insegnanti e Ata, per il nuovo anno si prospettano le stesse cifre. E restano poi sempre da coprire le vacanze brevi.

Il reclutamento con le nuove graduatorie.

La ripartizione delle 15 mila immissioni in ruolo sta vedendo la luce in questi giorni. Il dicastero di viale Trastevere è stato finora bloccato dalla vicenda del le graduatorie permanenti, dalle quali si dispone il 50% delle assunzioni (l'altra metà grava sul concorso ordinario). Una vicenda che in realtà è tutt'altro che conclusa. I nuovi punteggi, in base ai quali i docenti rivedranno la propria posizione nelle liste permanenti, sono stati introdotti con decreto legge. In sede di conversione il parlamento potrebbe apportare modifiche di merito. Questa eventualità pare tutt'altro che accademica, visto che critiche erano giunte dalla stessa maggioranza di centro-destra. L'impossibilità di valutare il servizio prestato su una classe di concorso in altra classe, per esempio, il riconosci mento del servizio militare, la valutazione del servizio svolto in scuole di montagne e nelle isole sono alcune delle criticità che il ministero, ancora prima che inizi l'iter parlamentare, sta vagliando. Eventuali modifiche approvate dalle camere al dl graduatorie, non preventivate dall'amministrazione, metterebbero infatti a rischio la tempestiva e regolare compilazione delle liste e dunque la sottoscrizione dei contratti. Le assunzioni, prevede la legge, possono essere disposte dagli uffici scolastici provinciali entro il 31 luglio di ogni anno. Dopo, la competenza passa in mano ai presidi.


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