Italia in arancione. Scontro sulla scuola "Sbagliato ripartire"
La scelta di riportare in presenza un numero sempre maggiore di studenti sta creando qualche perplessità, soprattutto dopo la decisione di rinviare il vaccino per gli insegnanti che non hanno ancora ricevuto la prima dose
E' il momento di riaprire. «Con cautela» e «senza bruciare le tappe», come spiega il ministro della Salute Roberto Speranza. Seguendo la scia dei dati che sembrano migliorare e insistendo nella campagna dei vaccini per proteggere in modo totale anziani e persone fragili. Questa è la linea del governo mentre da oggi restano solo quattro regioni (Valle D'Aosta, Campania, Puglia e Sardegna) in zona rossa e i dati del contagio confermano la tendenza in calo rispetto ai sette giorni precedenti. Nelle ultime 24 ore i tamponi positivi sono stati 15746 con 331 persone decedute. Prosegue, anche se in maniera contenuta, pure l'abbassamento della pressione sugli ospedali con 316 ricoverati in meno nei reparti e nelle terapie intensive (-3)
La flessione della curva riapre la discussione sulle riaperture anticipate, rispetto al decreto che ha stabilito che fino al 30 aprile sono abolite le zone gialle . Ma il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha anche accettato una verifica sulla base dei dati per decidere eventuali riaperture anche dopo il 20 aprile ripristinando il ritorno in giallo (già questa settimana molte regioni hanno dati da giallo) con la conseguente apertura dei ristoranti, almeno a pranzo, ma anche di musei, cinema e teatri, con ingressi contingentati.
Innanzitutto da oggi riaprono le scuole: quasi otto ragazzi su dieci, secondo le stime di Tuttoscuola, torneranno fisicamente nelle rispettive classi. La scelta di riportare in presenza un numero sempre maggiore di studenti sta creando qualche perplessità, soprattutto dopo la decisione di rinviare il vaccino per gli insegnanti che non hanno ancora ricevuto la prima dose ma il ministro Speranza ha spiegato ieri sera la scelta durante la trasmissione «Che tempo che fa»: «Abbiamo dato come input priorità assoluta alle aziende sanitarie per la politica dei testing nelle scuole. Tutti i dati che abbiamo ci dicono che dentro le aule non ci sono problematicità emergenziali, il punto è la quantità di movimenti che si sviluppa intorno alla scuola. Noi siamo consapevoli che c'è un elemento di rischio in questa scelta però a due mesi dalla fine della scuola noi abbiamo fatto una scelta, quel piccolo tesoretto che abbiamo accumulato grazie alle misure su questo mese lo mettiamo sulla scuola, dando il segnale che la scuola è l'architrave del nostro Paese». Parole che si scontrano con la posizione del luminare Andrea Crisanti che ha sottolineato i rischi di tornare in aule senza vaccini. «Riapriamo le scuole senza avere vaccinato come ha fatto il Regno Unito, ci prendiamo un grande rischio».
Il governo non è d'accordo. Anche il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri difende il ritorno in classe. «E' giusto aprire le scuole», sostiene a Domenica In . E sottolinea che le riaperture ci saranno da maggio quando osi rivedranno i ristoranti aperti a pranzo e«verosimilmente da metà maggio anche a cena», assicura, " Invece «i cinema e i teatri sarà fattibile aprirli subito».
Da oggi però riprendono anche le proteste che negli ultimi giorni hanno interessato tutta l'Italia assumendo in alcuni casi anche toni violenti. - L'appuntamento del comitato «IoApro» è a piazza Montecitorio anche se la manifestazione non ha ottenuto l'autorizzazione. In prospettiva, annuncia il ministro Speranza, c'è il «green pass», « un certificato verde, per consentire una più facile mobilità nei paesi Europei».
Fla. Ama.