Istituti tecnici post diploma il rilancio si ispira alla Germania
Più fondi agli Its
Ilaria Venturi
Draghi punta sull’istruzione tecnica. E sorprende. È stato un cavallo di battaglia di un suo predecessore, Romano Prodi. Ma è la prima volta che l’argomento finisce in un discorso programmatico alla voce Scuola. E che vengono citati gli Its, gli istituti di istruzione superiore. Dietro c’è l’impronta del neoministro Patrizio Bianchi, che li ha tenuti a battesimo da assessore regionale in Emilia- Romagna. Sono percorsi post- diploma ai quali già Conte aveva riservato un miliardo e mezzo nel Recovery Plan e che Draghi ha confermato in Senato: si tratta di «20 volte il finanziamento di un anno normale pre-pandemia. Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate».
Lo sguardo è al modello tedesco e francese, mentre in Italia i percorsi professionalizzanti arrancano. Gli Its, che in Germania raccolgono più di mezzo milione di studenti, da noi contano poco più di 16 mila iscritti. Nati nel 2010, sono 645, soprattutto al Nord, gestiti da 104 Fondazioni, in settori come le nuove tecnologie, il Made in Italy, la mobilità sostenibile, l’energia e il turismo. «Bisogna lavorare per aumentare i posti, investire in strutture e rivedere la normativa», osserva Gaudenzio Garavini dell’Associazione degli Its in Emilia-Romagna. Anche perché la domanda supera l’offerta, conferma Domenico Servello, preside dell’Istituto tecnico Malafarina di Soverato (Catanzaro), dove è avviato un Its in Informatica: «Dà vere prospettive di lavoro». Più in generale fa sobbalzare i presidi il fatto che si dia attenzione alla cultura tecnica, dopo anni di licealizzazione dell’istruzione superiore secondaria e di crisi soprattutto dei professionali, istituti in continuo calo di iscritti. Ora il governo accende i riflettori sul biennio post diploma degli Its che hanno un’occupabilità dell’82,6% entro sei mesi. Draghi spinge l’acceleratore, ricorda che è stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale. Edoardo Soverini, esperto di orientamento, conosce bene il sistema tedesco: «Lì trovi maestri d’arte delle loro specialità che affiancano i docenti teorici. Noi non abbiamo ancora fatto un salto culturale per ridare alla cultura tecnica dignità e prestigio».