Istituti tecnici, il modello è l'Emilia Romagna
Il nuovo anno potrebbe partire ai primi di settembre, l'obiettivo è di garantire lezioni in presenza e massima sicurezza
niccolò carratelli
franco giubilei
Mario Draghi ha indicato la strada, ora tocca a Patrizio Bianchi spiegare come percorrerla. Il neo ministro dell'Istruzione ha ben chiare due priorità: garantire le lezioni in presenza e in sicurezza e trovare il modo di recuperare le ore di scuola perse in questi mesi. Per raggiungere questo secondo obiettivo, si partirà da una rilevazione degli apprendimenti. Una prima fotografia arriverà dai test Invalsi, che cominciano il 1 marzo con le quinte superiori, per poi passare alla terza media ad aprile e alle elementari a maggio. Una recente ricerca dell'Istituto per la valutazione del sistema educativo di istruzione ha evidenziato come solo il 65% degli studenti delle superiori (quelli più coinvolti nella Dad) sia in condizioni "accettabili" per affrontare la didattica a distanza. Percentuale che si abbassa al 50% se i genitori hanno solo la licenza elementare. Gli altri hanno subito danni, a livello di apprendimento, a causa del prolungato ricorso alla Dad. La situazione è molto diversa tra le varie Regioni (al Sud è peggiore) e anche tra una scuola e l'altra, tanto che tutti gli addetti ai lavori raccomandano l'autonomia dei singoli istituti nel predisporre i recuperi. C'è l'ipotesi di organizzare corsi mirati, per le scuole superiori, già prima dell'estate, anche se i sindacati sono contrari all'allungamento delle lezioni fino a fine giugno. L'altra possibilità è tentare di anticipare l'inizio del prossimo anno scolastico ai primi di settembre, guadagnando un paio di settimane. Ma per farlo bisognerebbe avere i docenti necessari pronti in cattedra, cosa mai avvenuta.
La sanatoria per i profintegrarli con la formazione universitaria professionalizzata, i nuovi corsi di lauree triennali che avranno inizio col prossimo anno accademico». Nel cuore della Motor Valley, dove operano Ferrari, Maserati, Lamborghini, Dallara e Ducati, tutte le aziende di motori sono coinvolte in un progetto insieme agli atenei. Il sindacato applaude: «L'idea dominante è che, una volta acquisito il diploma di istituto tecnico, l'unica possibilità di proseguire gli studi sia iscriversi all'università – dice Monica Barbolini, responsabile Istruzione Cisl Emilia-Romagna -. Invece il modello emiliano prevede alternative come gli Its, che certo andrebbero potenziati». La replicabilità nazionale non è, però, automatica: «Già ci sono problemi col tempo pieno nelle scuole - spiega la sindacalista - i servizi scolastici non sono certo nelle stesse condizioni ovunque». —
A settembre nelle scuole italiane mancheranno circa 100 mila insegnanti di ruolo, più le truppe dei supplenti. Le graduatorie sono ormai vuote in moltissime province e per materie importanti come la matematica e l'italiano. Già lo scorso settembre il ministero non è riuscito ad assumere, nonostante le procedure semplificate: delle 85 mila stabilizzazioni autorizzate dal Mef ne sono state concretizzate appena un quarto, per mancanza di candidati in posizione utile. I 32 mila posti messi a bando con il concorso straordinario che concluderà proprio oggi, dopo la pausa Covid, serviranno a coprirne un terzo. E allora Patrizio Bianchi potrebbe rilanciare un'idea già esplicitata nel suo piano per la ripartenza, il rapporto che l'ex ministra Azzolina gli aveva affidato la scorsa prima ipotizza una «stabilizzazione temporanea riservata agli attuali precari cui far seguire percorsi formativi con prove finali selettive». In pratica, una sanatoria, sempre esclusa dalla stessa Azzolina: un anno di prova con esame finale e via, senza passare dal concorso, in deroga al dettato costituzionale. Dal punto di vista legale, è una mossa che va studiata, ma potrebbe essere l'unica davvero efficace. Perché il persistere dell'emergenza sanitaria rischia di rinviare gli altri due concorsi ordinari per reclutare ulteriori 50 mila nuovi insegnanti. I vincitori non saliranno in cattedra prima di settembre 2022.
Il rilancio degli Its
Un orizzonte lungo, come quello che serve per rafforzare il sistema degli Its, gli Istituti tecnici superiori, per i quali è previsto nel Recovery plan uno stanziamento record di un miliardo e mezzo, «20 volte il finanziamento di un anno normale pre-pandemia», ha spiegato Draghi. Si tratta di percorsi biennali post diploma, composti per metà di tirocinio nelle aziende e per metà di studio accademico, che si affianca a quello universitario. Al momento gli studenti sono 18 mila, in 5 anni l'ambizione è di decuplicare i posti di questi istituti che garantiscono tassi di occupazione oltre l'80%. Il modello di Bianchi è l'Emilia, di cui è stato assessore all'Istruzione. «Sono corsi organizzati da fondazioni che hanno per soci università, scuole superiori e aziende – spiega Paola Salomoni, che ha preso il posto di Bianchi - stiamo lavorando per