Istat esternalizza: a rischio la sicurezza dei dati
Il decreto legge 36 prevede il trasferimento alla società 3-I Spa di tutte le attività informatiche. I lavoratori e la Flc chiedono massima attenzione sui pericoli democratici e di controllo sociale che ne potrebbero conseguire. Proclamato lo stato di agitazione
Rischio esternalizzazione per tutte le attività informatiche dell'Istat. La denuncia arriva dall'assemblea delle lavoratrici e lavoratori dell'Istat che, con l'appoggio delle Rsu della Flc Cgil ha lanciato l'allarme, proclamando lo stato di agitazione. L'articolo 28 del decreto legge 36, infatti, prevede la costituzione della società 3-I Spa (con capitale pubblico di Inps, Inail e Istat).
"Secondo il testo di legge la nuova società avrà il compito di sviluppare, manutenere e gestire soluzioni software e servizi informatici, aprendo le porte all’esternalizzazione di tutte le funzioni dell’informatica dell’Istat", si legge nel comunicato stampa dell'assemblea.
Che aggiunge: "La nascita della newco suscita profonda preoccupazione tra i lavoratori per l’impatto che avrà sull’organizzazione, l’autonomia e la credibilità dell’Istituto nazionale di statistica, la protezione dei dati raccolti da cittadini e imprese e la spesa pubblica".
Attualmente infatti è l'Istituto a esercitare il pieno controllo su raccolta, produzione, trattamento, conservazione e diffusione dei dati, processi in cui la funzione informatica e quella statistica sono strettamente connesse. Le attività informatiche di raccolta, trasformazione e diffusione dei dati avvengono secondo i principi dettati del decreto-legislativo 322/89 e dalla normativa europea che ne autorizzano la diffusione nella sola forma aggregata e secondo modalità che annullino ogni rischio di identificabilità dei cittadini.
Anche le procedure con cui si è arrivati lasciano molti dubbi: "La 3-I nasce per decreto legge nell’ambito del Pnrr senza che il Consiglio dell’Istat abbia discusso e si sia espresso in materia. Già entro il 30 giugno ciascun ente dovrà individuare le risorse finanziarie, i beni immobili in proprietà, i mezzi, gli apparati, le infrastrutture e ogni altra pertinenza che dovrà essere trasferita alla società 3-I S.p.A.".
"Indipendenza dal decisore politico, credibilità e autorevolezza dell’ente sono intimamente legati alle responsabilità affidate all’Istituto; la condivisione dei dati con altre amministrazione pubbliche, oltre ad essere una pratica vietata agli Istituti nazionali di statistica, metterebbe a rischio la privacy dei cittadini italiani, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero", attaccano le lavoratrici e i lavoratori, ricordando che "fino a giovedì 26 maggio i senatori della I e VII Commissione avranno facoltà di presentare emendamenti soppressivi e/o modificativi del decreto".
"Nei prossimi giorni – giovedì 26 e martedì 31 maggio - saremo in presidio davanti al Senato per portare la nostra voce fin dentro le stanze di chi pretende di decidere per decreto del nostro futuro e di quello del maggior produttore di statistica ufficiale del Paese", termina la nota.