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Io statale con lo stipendio a 25mila euro bloccato da cinque anni

Emanuele Finocchi, 57 anni, non vede un aumento dal 2009. Rinuncia alle vacanze e fa la spesa solo al discount. Gli 80 euro? Per lui sono solo 20

05/09/2014
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Corriere della sera

di Lorenzo Salvia

ROMA - «Incavolato? Triste più che altro. Quando ho sentito la notizia alla tv ho ripensato al giorno in cui vinsi il concorso per entrare al ministero». Un bel giorno. «Per la felicità andai al santuario del Divino Amore, 20 chilometri a piedi da casa mia. La famiglia, i figli: pensavo di essermi sistemato. Tornando indietro forse quel pellegrinaggio non lo rifarei».

Emanuele Finocchi
Emanuele Finocchi

Era il 1985, Emanuele Finocchi stava per lasciare il suo posto da ragioniere in una ditta che produceva scaffali in ferro per diventare un dipendente del ministero dell’Interno. Dipartimento di pubblica sicurezza: posto fisso, stipendio certo, un italiano tranquillo. Adesso ha saputo che il suo stipendio, fermo dal 2010, sarà bloccato per un altro anno. E la tranquillità sembra averla persa da un pezzo.

Il governo dice che i soldi per rinnovare i contratti non ci sono.

«Per carità, so bene che il momento è difficile e che tutti dobbiamo fare dei sacrifici. Però dopo i grandi annunci finisce che se la prendono sempre con noi: blocco degli stipendi, così son bravi tutti».

Quanto guadagna lei?

«A 57 anni sono a 25 mila euro lordi l’anno, sui 1.300 netti al mese. Esattamente la stessa somma che prendevo nel 2009. Solo che nel frattempo è aumentato tutto: la spesa, le bollette, per non parlare delle tasse sulla casa, dall’Imu alla spazzatura».

Ha preso il bonus da 80 euro, però.

«Per me sono meno di 20 euro, perché mi trovo in quella fascia di reddito che il bonus lo prende solo in parte. Per fortuna mia moglie, che lavora alle poste, lo prende tutto. Ma alla fine siamo più poveri di prima e anche noi abbiamo dovuto fare la nostra spending review».

A cosa avete dovuto rinunciare?

«Il primo taglio è stato per le vacanze. Fino a qualche anno fa andavamo una settimana sulla riviera romagnola, adesso a Ostia dalla mattina alla sera con il panino nello zaino e l’acqua del rubinetto. Poi la spesa: ho trovato un mercato lontano da casa, al Quadraro, dove sulla frutta e sulla verdura si riesce a risparmiare qualcosina. Il supermercato, poi, l’abbiamo proprio abolito. Solo discount».

Non ha mai avuto la tentazione di arrotondare con un secondo lavoro?

«Guardi, quella del ministeriale che si trova un lavoretto in nero è una favola. Magari qualche anno fa, quando l’economia girava, per qualcuno funzionava così. Io non ci ho mai pensato ma adesso, anche volendo, non troverei nulla. E se mai trovassi qualcosa la girerei ai miei figli. Sono precari tutti e due e se la passano ancora peggio di me e mia moglie. Noi almeno uno stipendio fisso ce l’abbiamo».

Ecco, almeno il posto non lo rischiate.

«Ma l’ha vista la riforma della pubblica amministrazione? Revisione degli organici, mobilità. Il posto pubblico non è più garantito come una volta. E poi questo non può essere l’alibi per continuare ad accanirsi su di noi».

Cantava Gigi Proietti: “Me so’ trovato un posto al ministero, per legge’ in santa pace il Messaggero”. Non c’è nemmeno un po’ di verità nella cattiveria di quella battuta?

«È il tipico atteggiamento di chi gli uffici pubblici li vede solo da fuori. Io sono orgoglioso di lavorare per lo Stato, lo faccio con passione, con responsabilità. La maggioranza la pensa come me. Poi certo, gli sfaticati ci sono in tutti i lavori. Anche nel suo, no?».

Lei cosa avrebbe fatto per risparmiare sulla pubblica amministrazione?

«Tagliato tutte le esternalizzazioni. Anche alcuni servizi amministrativi vengono affidati a ditte esterne. Perché? Potremmo usare i dipendenti che sono dentro e risparmiare un po’ di soldi. Oppure le auto blu».

Non sono state tagliate?

«All’inizio Renzi aveva detto che ne avrebbe lasciate quattro per ministero. E invece sono molte di più. La verità è che dopo gli annunci arrivano le resistenze. Solo con noi dipendenti pubblici può andare giù duro: siamo carne da cannone e non ci difende nessuno».

Sarebbe stato meglio non vincerlo quel concorso?

«Rimanendo nella mia vecchia ditta avrei guadagnato molto di più. E magari da ragioniere sarei diventato pure commercialista».

Senta, ma esiste ancora quella ditta dove lavorava prima?

«Era al Mandrione (un’area di Roma tra la Casilina e la Tuscolana, ndr), ha presente? L’ultima volta che sono passato da quelle parti non l’ho vista. No, credo abbia chiuso qualche anno fa».


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