Invalsi alla maturità, la presidente Ajello: «Pronti dal 2017»
Si fanno sperimentazioni, la prova potrebbe essere «computer based». E dopo il rinvio dei test per le primarie, a rischio quelli per le secondarie, previsti il 12 maggio
di Antonella De Gregorio
Test rinviati per sciopero. La decisione di far slittare la prima prova nazionale dell’anno nelle scuole primarie per non farla coincidere con la giornata di protesta «plebiscitaria» (martedì 5) - organizzata contro il disegno di legge di riforma della scuola dai sindacati confederali (Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal, Gilda-Unams) e dai Cobas - ha disinnescato la linea «dura» che avrebbe voluto far saltare la prova in toto. Ma quel semplice spostamento di 24 ore ha scatenato una bufera. La politica parla di «intervento a gamba tesa» nei confronti del mondo della scuola; i rappresentanti dei lavoratori di «un’imposizione, illegittima e antisindacale»; gli studenti di «inaccettabile attacco al diritto al dissenso».
La valutazione
Ma intanto la presidente dell’Invalsi, Anna Maria Ajello, difende la cultura della valutazione («che stiamo cercando di trasmettere ai docenti, insegnando loro a leggere e a usare i risultati delle prove per migliorare la didattica») e spiega che «la rilevazione serve a migliorare l’efficacia della scuola per le fasce più deboli della popolazione scolastica e a far emergere e diffondere le esperienze di eccellenza presenti nel Paese». I test, ripetono da tempo gli inquilini che si sono avvicendati del palazzo di Frascati che ospita l’ente di ricerca, non servono per dare un giudizio sull’operato del docente, né per punire o fare classifiche tra scuole, ma per consentire agli istituti di riflettere sul proprio operato e migliorarsi.
Invalsi alla maturità 2017?
Una filosofia che potrebbe essere presto estesa al diploma di maturità. Il 30, anticipa Ajello, si terrà un incontro con i funzionari del ministero proprio per ragionare sulle prove dell’ultimo anno. Il Miur ha affidato da tempo all’Invalsi il compito di sperimentare una prova da introdurre nel quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado. «Stiamo portando avanti tali ricerche e abbiamo fatto sperimentazioni parziali - dice Ajello -. Tante le difficoltà per preparare prove omogenee, adatte a valutare tutti i livelli di scuola superiore. Ma dal 2017 potremmo essere pronti a partire». Le prove dovrebbero essere “computer based”», dice.
Da anni circola l’ipotesi che il test invalsi possa essere inserito nell’esame di stato come terza prova - al posto del famigerato «quizzone» elaborato dalle singole commissioni - o, addirittura, come una nuova quarta prova. Nei prossimi giorni si capirà se il momento è arrivato: la parola passa ora alla politica. Intanto, il match si sposta sui test del 12 maggio per le secondarie: proprio in quel giorno l’Uds ha indetto un boicottaggio delle prove Invalsi per i licei, con sit-in, presìdi, manifestazioni territoriali.