Intervista al Ministro Moratti: sbobinatura - da retescuole
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da Roma, 04/02/2004
Intervista al Ministro Moratti: sbobinatura
di claudia
Radio anch' io RAI 1,
I° Parte della sbobinatura fedelissima dell'intervista al Ministro Moratti relativamente al tema del decreto nella trasmissione condotta da Stefano Mensurati il 4 febbraio 2004
Ritengo possa essere utile una lettura puntuale e attenta dei vari passaggi della "sbobinatura" senza alcun commento da parte mia che l'ho effettuata. (Claudia Fanti)
Stefano Mensurati apre la trasmissione con le seguenti parole: "centralità dell'alunno, nuovo ruolo della famiglia , percorsi didattici più moderni che ci mettono al passo con l'Europa, così il governo ha presentato la sua riforma sulla scuola elementare e media, primo passo verso una riforma complessiva dell'istruzione che riguarderà anche le scuole superiori e l'università. Un passo indietro invece, uno svilimento della scuola pubblica degli insegnanti, un attacco al tempo pieno, una legge senza copertura finanziaria, questa la replica delle opposizioni e dei sindacati che hanno già dato via ad alcune manifestazioni di protesta. Una cosa è certa, anche questa volta, c'è stato un difetto di comunicazione e di chiarezza, gli organi di stampa hanno ovviamente le loro responsabilità, nel senso che la riforma ormai è legge, ma molti genitori non sanno bene cosa cambierà esattamente per i loro figli e in molti istituti, e a giudicare dal tono delle
e-mail che abbiamo ricevuto non hanno ancora ben capito come attrezzarsi.
Per spiegare i punti cardine di questa legge, per chiarirne anche gli obiettivi, oggi abbiamo come ospite collegata con noi dal Ministero dell'Istruzione, della Università e della Ricerca scientifica il Ministro Letizia Moratti. Buongiorno Ministro"
Ministro Moratti: buongiorno a lei, buongiorno a tutti
Mensurati: grazie per la sua disponibilità. Allora Ministro Moratti, la scuola elementare italiana è stata sempre considerata fra le migliori in Europa, sia prima del '71 quando era impostata sulla riforma Gentile, sia dopo quando sono entrate in vigore le novità introdotte dal Ministro Misasi, sia dal '90 in poi quando è saltata fuori la storia dei tre insegnanti per due classi. Le domando che motivo c'era di intervenire nuovamente. Cosa vi ha mosso a varare una nuova riforma complessiva del settore?
Ministro: no, due motivi, il primo motivo è che le elementari devono essere iscritte in un contesto più ampio, quindi la riforma deve essere una riforma organica, non può essere una riforma fatta a pezzi, e una riforma organica non era stata fatta dal 1923; il secondo motivo è che mentre fino agli anni 90, la scuola elementare era unanimemente riconosciuta in Europa e nel mondo come una scuola di eccellenza , dagli anni 90 in poi c'è stato un declino nelle classifiche internazionali e la nostra scuola elementare ha perso moltissimi punti nella graduatoria internazionale, quindi
l'eccellenza, quindi l'eccellenza che aveva prima, non c'è stata più dopo, dagli anni 90 in poi.
Mensurati: allora vediamo in rapida sintesi, quali sono le novità più salienti, poi le analizzeremo in dettaglio a una a una.
Ministro: le novità più salienti direi che sono nei principi della legge, una legge che centra la riforma proprio sulla centralità della persona, sull'alunno, l'alunno diventa centrale nel percorso educativo con un forte richiamo a una maggiore collaborazione nei rapporti fra scuola e famiglia, quindi questi direi sono i punti centrali. Questi punti naturalmente si traducono in azioni, in soluzioni che vengono proposte che vanno in questa direzione. Tra le principali novità, la possibilità è un'opzione, naturalmente per i genitori, di iscrivere i propri figli a scuola anticipatamente, questo viene incontro a quelle madri che lavorano e dato che nel nostro Paese purtroppo non sono ancora generalizzati gli asili nido, la possibilità di iscrivere i propri figli anticipatamente alla scuola dell'infanzia, pur non essendo una scuola dell'obbligo e alla scuola elementare, significa non dover spendere soldi in asili nido o nelle scuole dette primine private per poi far rientrare i figli nel percorso pubblico, quindi meno spese per le famiglie; secondo, un'introduzione importante è la modernizzazione delle discipline, dei nuovi strumenti che i ragazzi hanno necessità di possedere per poter entrare nella società con le competenze appropriate sia sul piano professionale sia su quello personale, in particolare l'inglese e l'informatica, e anche questo significa avere per le famiglie meno costi perché non dovranno spendere per lezioni private per i propri figli; il rafforzamento delle discipline che in questo momento erano trascurate e che portavano i nostri ragazzi ad avere livelli di apprendimento a 15 anni nelle classifiche internazionali molto bassi rispetto ai Paesi maggiormente industrializzati, al 21°-26° posto sui trenta Paesi maggiormente industrializzati del mondo in italiano, matematiche e scienze, quindi un rafforzamento dell'italiano, soprattutto attraverso l'analisi logica, un rafforzamento della matematica, in maniera particolare con la geometria, in modo particolare un nuovo modo di apprendimento perché i ragazzi imparino meglio un metodo, quindi imparando un metodo siano in grado poi nella vita di continuare a imparare, perché ormai nella vita le conoscenze, le competenze diventano obsolete rapidamente.
Mensurati: riceviamo tante telefonate, si vede che l'argomento interessa tutti. Pinuccia dalla provincia di Varese.
Pinuccia: buongiorno. Io vorrei precisare che sono un'insegnante elementare con 31 anni di anzianità, per cui ho iniziato come maestra unica, sono passata nel tempo pieno e nel tempo prolungato. Avrei un paio di osservazioni su questa riforma: il Ministro prima ha parlato della possibilità di far accedere i bambini di 5 anni e mezzo alla scuola. A volte i bambini di 5 anni e mezzo sono immaturi, volevo osservare che a volte per i genitori questa scelta è fatta per motivi puramente economici, in quanto, soprattutto nei piccoli centri, le scuole dell'infanzia sono private, allora alcuni genitori scelgono di far fare la primina o di far frequentare la scuola in anticipo più per motivi di questo tipo, però questi bambini a volte sono proprio immaturi, vediamo la differenza fra bambini di 5 anni e mezzo, da noi già presenti, e bambini che sono venuti a scuola regolarmente. Un'osservazione mia è questa: i bambini potrebbero andare incontro a un'inevitabile bocciatura, nel senso che se non hanno i requisiti per passare alla seconda automaticamente&
Mensurati: è chiara la sua domanda, il rischio che questa entrata anticipata comporti degli scompensi nella preparazione del bambino.
Ministro: sì, le preoccupazioni della Professoressa sono giustissime, proprio per questo motivo noi abbiamo previsto la possibilità, quindi non è obbligatorio. Noi consigliamo naturalmente che la scelta venga fatta dalle famiglie con i docenti e per questo motivo noi tenteremo di rafforzare i rapporti fra scuola e famiglia attraverso strumenti concreti, quindi attraverso, ad esempio, l'orientamento, attraverso la cartella delle competenze che in qualche modo testimonia il portfolio delle competenze, testimonia la preparazione dei bambini dalla scuola dell'infanzia, quindi attraverso un raccordo con gli insegnanti, attraverso un processo di orientamento che parta dalla scuola dell'infanzia, attraverso il lavoro che gli insegnanti fanno sul portfolio delle competenze noi riteniamo che la decisione presa, congiunta fra la famiglia e Professori possa essere una decisione ponderata e meditata, devo dire che in questo primo anno di sperimentazione, le cose, pur in una sperimentazione limitata, hanno funzionato perché la maggior parte dei bambini si è inserita bene, ma quei bambini che non si sono inseriti bene, sono tornati alla scuola dell'infanzia, quindi sono state fatte congiuntamente da genitori e professori delle valutazioni di tipo pedagogico, non delle valutazioni, come dire, di tipo sociale per andare incontro alle esigenze delle famiglie, quindi sono stati tenuti presente questi due aspetti.
Mensurati: ecco allora, parliamo del tempo pieno, perché è uno degli argomenti più caldi, quello che poi ha suscitato maggiori polemiche che sono state al centro delle proteste di queste settimane: allora, si dice "con la riforma Moratti, il tempo pieno diventa una specie di doposcuola nel senso che prima si faceva scuola di mattina e di pomeriggio con una pausa per la mensa, d'ora in poi, ci sarà la scuola al mattino, la pausa pranzo, poi sostanzialmente un parcheggio per bambini, insomma la scuola come un servizio baby-sitter a spese dello Stato. Insomma cosa risponde?
Ministro: allora, non è assolutamente così. Innanzitutto, vorrei precisare che attualmente il tempo pieno viene usufruito dal 24% degli alunni. Quindi non certamente dalla totalità, è altrettanto vero che naturalmente noi dobbiamo preoccuparci di questo 24% perché evidentemente le famiglie che decidono per il tempo pieno hanno le loro ragioni sia pedagogiche sia sociali, quindi noi dobbiamo tener conto di tutte le ragioni di ogni famiglia. L'articolazione del tempo pieno attuale era però un'articolazione standard, erano 40 ore di cui 30 ore standard obbligatorie e 10 ore di mensa e dopomensa; l'articolazione che noi proponiamo è sempre di 40 ore: 27 ore nelle elementari standard, quindi uguali per tutti, naturalmente salvaguardando il concetto dell'unitarietà della classe che è importantissimo, ma diamo alle famiglie 3 ore settimanali opzionali gratuite naturalmente nelle quali le famiglie possono scegliere un percorso personalizzato per i propri figli. Faccio due esempi: un bambino che ha ad esempio problemi di matematica, potrà recuperare matematica senza che le famiglie debbano avere costi suppletivi nel dover dare ai bambini lezioni di matematica quando tornano a casa. Il bambino che ha un particolare talento nei confronti della musica, potrà approfondire queste sue vocazioni, oppure attraverso i laboratori mettere in campo le proprie capacità progettuali per fare esperienze anche dirette di lavori manuali, potrà approfondire gli argomenti che maggiormente lo interessano. Questo discorso vale per le scuole medie, dove il tempo pieno rimane nella sua estensione massima di 40 ore, sono messe a disposizione 27 ore obbligatorie, sei ore sono a disposizione delle famiglie con lo stesso sistema delle scuole elementari e 7 ore di attività di mensa e dopomensa per altro come adesso.
Mensurati: senta, ma non c'è il rischio che si arrivi a una specie di frammentazione, perché magari ci sono bambini che vogliono fare matematica, altri italiano, si creeranno tanti piccoli gruppetti
Ministro: no, due cose, allora, innanzitutto nelle esperienze attuali è già così, quindi c'è già un superamento del modello didattico della classe unica, il DPR 275 art. 4, che è in vigore da tempo, non lo abbiamo inventato noi, già prevede che ci possano essere esperienze che vanno oltre l'unità di classe. Infatti, le migliori scuole già lavorano per gruppi di alunni.
Oltretutto esiste nel nostro decreto, questo è chiaramente detto, la responsabilità delle Istituzioni scolastiche, saranno loro a decidere autonomamente la migliore organizzazione del tempo, anche con una ripartizione equilibrata delle ore obbligatorie e delle ore facoltative nella giornata, quindi non è detto che le ore facoltative siano tutte nel pomeriggio in modo tale da poter garantire l'omogeneità, l'unitarietà della classe , ma anche maggiore personalizzazione del percorso.
Mensurati: un ultimo chiarimento su questo aspetto riguarda le 10 ore di mensa, cioè praticamente sono 2 ore al giorno per 5 giorni: ecco, non sono troppe, come avete deciso?
Ministro: no, non sono troppe: il decreto dice 10 ore di mensa e dopomensa, quindi che è esattamente come adesso per altro, quindi sono ore che sono dedicate alla mensa, naturalmente sempre sotto la responsabilità dei docenti, ma anche ad attività ricreative nel dopomensa, così come adesso per altro
Giambattista dalla provincia di Padova: buongiorno, buongiorno anche al Ministro. Niente, sono un padre di due bambini, uno già alle elementari, uno prossimamente. Volevo chiedere intanto cosa si farà per le famiglie che hanno due bambini o più che hanno diversi problemi e i soldi dove si troveranno per fare le riforme che ha in mente il Ministro perché ora ogni giorno abbiamo bisogno di soldi per il dizionario, per la carta, non hanno carta per fare il ciclostile, sono a zero come soldi&Io non ho niente contro la scuola privata, però siccome i soldi vanno alle scuole private è inutile che si tirino via fondi per la scuola pubblica per darli alle private. Qua nel Veneto, danno i soldi per la mensa e noi dobbiamo pagare la mensa alla pubblica.
Mensurati: grazie Giambattista, allora sono due domande, praticamente, una riguarda i fondi per le scuole private, una le risorse proprio per le scuole pubbliche che come dice il nostro ascoltatore sono insufficienti anche per le cose più elementari come per esempio la carta per il ciclostile.
Ministro: guardi, il bilancio dell'istruzione del Ministero dell'Istruzione è aumentato nel 2002 rispetto al 2001 di un miliardo circa di euro, nel 2003 rispetto al 2002, di un miliardo e 800 milioni di euro, quindi è un bilancio che è aumentato e nell'ambito di questo aumento di bilancio gli stanziamenti per le scuole private, scusi, per le scuole paritarie, che fanno parte da quando è stata varata la legge Dalema, che fanno parte a pieno titolo del sistema pubblico, sono rimasti invariati: sono un milione di euro, quindi un milione di euro rispetto a un bilancio complessivo di 39 miliardi di euro e sono rimasti assolutamente invariati, quindi il bilancio è cresciuto e quest'anno nella finanziaria per la riforma e per tutte le iniziative nuove che riguardano la riforma, abbiamo aumentato il numero degli insegnanti di inglese di 1500, abbiamo aumentato il numero degli insegnanti di posti di sostegno di 4400, abbiamo aumentato il numero degli insegnanti della scuola dell'infanzia di 700, quindi è un bilancio che continua ad aumentare. Io mi rendo conto, probabilmente potrebbe essere fatto sempre di più, però noi abbiamo certamente fatto di più da quando siamo andati al governo rispetto al bilancio che abbiamo trovato.
Mensurati: senta Ministro, a proposito di fondi, Lucia dalla provincia di Napoli scrive che con il federalismo si crea un'Italia e quindi anche una scuola a più velocità. "Siccome", dice Lucia, "la realizzazione di gran parte dei programmi dipende dalle risorse delle singole Regioni ecco che i bambini delle regioni ricche saranno trattati coi guanti, mentre quelli delle regioni più povere, i laboratori e i computer se li sognano".
Secondo lei c'è il rischio di istruire i bambini in maniera diversa a seconda di dove vivono?
Ministro: no, assolutamente no, perché diciamo che la responsabilità della qualità omogenea dei percorsi formativi e quindi anche della distribuzione delle risorse dipenderà sempre dal Ministero che rafforzerà attraverso il sistema nazionale di valutazione il controllo della qualità in un'ottica proprio di accompagnare la crescita qualitativa di tutto il sistema in maniera omogenea, lasceremo una parte dell'orario didattico alle regioni perché ci possano essere delle personalizzazioni dei percorsi in linea con quelli che sono gli interessi locali e territoriali: l'Italia è ricca di storia, di tradizioni locali importanti. E' qualcosa in più che noi diamo, non si tocca l'unitarietà dei programmi, ma si arricchiscono con approfondimenti che sono in linea con le tradizioni locali.
Mensurati: a questo proposito delle tradizioni locali e quindi dell'autonomia scolastica, c'è un'altra e-mail che ci viene da Vicenza, Franco è un ascoltatore abruzzese immigrato per lavoro nel nord e cice "quest'autonomia scolastica è una stupidaggine, finirà che nel pomeriggio un giorno di questi a mio figlio insegneranno la storia della Padania", magari è una battuta, però diciamo la personalizzazione dei corsi di studio potrebbe arrivare poi a decisioni di questo tipo.
Ministro: no, io credo che&io ho molta fiducia nella autonomia delle scuole e nella capacità didattica dei docenti, quindi sono convinta che le scuole e i docenti sapranno indicare quali sono gli approfondimenti, quindi non parliamo di materie diverse, parliamo di approfondimenti e io penso che sia giusto che un bambino che vive in un contesto, conosca la storia del contesto in cui vive, conosca le tradizioni, conosca in maniera approfondita la realtà sociale, culturale, storica nella quale vive, ma sono approfondimenti, quindi non si tratta di cambiare l'angolatura tradizionale verso la quale si vede la storia, si studia la storia o l'italiano o la matematica, sono solo approfondimenti e poi sono ridotti a una percentuale che non sarà una percentuale importante rispetto al totale del numero di ore.
Mensurati: allora, Virginia da Sondrio, buongiorno
Virginia: buongiorno, io ho vissuto per due volte con i miei figli l'esperienza della scuola elementare, chiamiamola scuola dei moduli, con diverse insegnanti, 3, ma anche 4 e anche di più: ho dei ricordi belli, ma devo anche dire ricordi meno belli, diciamo così, quando gli insegnanti non riuscivano a organizzarsi, a concordare un lavoro educativo per i miei figli. Con questa riforma, io sento parlare dell'insegnante tutor che non è il ritorno al maestro unico che c'era prima della scuola dei moduli. Allora mi chiedo, penso, mi par di aver capito che questa figura potrebbe proprio svolgere questo compito di coordinare, anche diversi insegnanti, quindi mi sembrerebbe una risorsa, però ho bisogno di aiuto per capire meglio questa figura dell'insegnante tutor.
Ministro: è corretto quello che dice la signora. La funzione dell'insegnante tutor è una funzione che ha un'importanza grande nel coordinare l'équipe dei docenti, nell'orientare i ragazzi rispetto alle scelte del proprio percorso educativo, quindi capire le loro vocazioni, i loro interessi, quindi motivarli, guidarli appunto e poi un'altra funzione importante è il raccordo con le famiglie in modo tale che sia curata dal tutor la persona del bambino al di là di quelli che sono gli aspetti didattici e delle conoscenze. Il bambino è una persona con le proprie fragilità o con i propri slanci, sogni, con dei propri entusiasmi, con dei momenti delicati, dei momenti critici, quindi questa figura, scusi, questa funzione ha proprio questo obiettivo, quello di curare la persona del bambino. Noi purtroppo abbiamo visto in moltissimi casi una frammentazione della responsabilità degli insegnanti che per questo modello organizzativo si sono preoccupati più degli aspetti, quasi unicamente degli aspetti disciplinari, quindi degli aspetti legati alle loro materie piuttosto che non del bambino come persona. Con l'introduzione di questa funzione tendiamo a superare questo, mantenendo quanto di positivo invece esiste che è l'équipe dei docenti che insieme svolgono una attività preziosa per la crescita del bambino nelle diverse discipline nelle quali insegnano.
Mensurati: Ministro Moratti, l'istituzione di questa nuova figura professionale è stata anche motivo di polemica perché dicono gli insegnanti si potrebbe creare una competizione poco simpatica perché poi questo tutor concentrando su di sé molte funzioni potrebbe svilire il ruolo dei maestri, probabilmente, si dice, si creerebbe anche differenza di trattamento economico, quindi insegnanti di serie A e di serie B.
Ministro: scusi, non è una figura, è una funzione, quindi ogni insegnante può essere tutor, all'interno di una classe, ci sarà un insegnante che è tutor in una classe, un altro insegnante che non svolge la funzione di tutor in quella classe la può svolgere in un'altra. Quindi non esiste la figura del tutor, esiste la funzione del tutor.
Mensurati: quindi non è che uno fa di mestiere il tutor e l'altro fa il maestro?
Ministro: no no!
Mensurati: questo però non era chiaro.
Ministro: tanto è vero che la figura del tutor svolge anche un'attività didattica. Per esempio il tutor per le prime due classi svolge attività didattiche per almeno 18 ore sulle 27 ore obbligatorie di classe. Quindi è una funzione. E' fatta salva la contitolarità dei docenti nella gestione della classe, quindi è un qualcosa che viene aggiunto a integrazione del modello attuale, che nulla toglie al modello attuale, per altro voglio solo ricordare che il modello del modulo è stato superato dall'autonomia scolastica, quindi non esiste più, ma il tutor aggiunge e dà un valore importante alla crescita proprio del bambino come persona, ci sono temi e aspetti che non riguardano le discipline e che sono altrettanto importanti.
Mensurati: ma con questo ruolo suppletivo questo tutor prenderà dei soldi in più o no? Un'indennità di qualche tipo, oppure continuerà a percepire lo stipendio di un maestro normale?
Ministro: naturalmente valuteremo anche questo, queste sono, diciamo valutazioni che sono rimesse alla contrattazione, quindi nel contratto valuteremo anche questo.
Mensurati: Elena da Milano al telefono
Elena: tra le innovazioni che la Riforma introduce mi sembra molto molto positivo il portfolio delle competenze, so che raccoglie i migliori elaborati, i prodotti significativi dello studente e secondo me questo vuol dire non solo documentare solo il suo percorso formativo ma soprattutto far emergere un po' le sue capacità e attitudini anche per consentirgli la possibilità di fare scelte consapevoli. Ecco la mia domanda è questa: secondo lei signor Ministro la funzione orientativa del portfolio potrà garantire una riduzione dei tassi che ora sono altissimi della dispersione scolastica dei nostri quindicenni, alle scuole superiori sappiamo che nel primo anno abbiamo una, per così dire, mortalità scolastica che sfiora percentuali molto alte
Mensurati: è una delle più alte di Europa
Elena: grazie
Mensurati: prego signor Ministro, grazie signora.
Ministro: credo che sicuramente il portfolio, così come l'ha descritto la signora è un elemento importante per capire la crescita e il percorso dei ragazzi, quindi aiutarli a rimanere nel percorso formativo valorizzando le loro attitudini, le loro vocazioni. Certamente non basta solo il portfolio, noi pensiamo a una serie di altre iniziative che dovrebbero aiutarci a far diminuire la dispersione scolastica che purtroppo in Italia è molto elevata. In maniera particolare stiamo partendo con un piano nazionale dell'orientamento che prevederà anche l'anagrafe degli studenti che abbandonano, anagrafe nazionale degli studenti che abbandonano il percorso formativo perché per ogni studente la scuola in collaborazione d'intesa con i servizi sociali, i servizi del territorio possa mettere in atto delle azioni concrete per far rientrare i giovani nel percorso formativo. Sicuramente anche la figura del tutor è importante per aiutare i ragazzi in eventuali momenti di difficoltà nel proprio percorso formativo e il rafforzamento del rapporto scuola e famiglia è altrettanto importante, quindi sono una serie di azioni che devono essere messe in campo e naturalmente una altrettanto importante è l'innalzamento di quello che prima si chiamava obbligo scolastico che adesso si chiama diritto dovere che passa dai 9 anni previsti dalla legge 30 Berlinguer ai 12 anni della nostra legge.
Mensurati: c'è una e-mail che giunge da Torino, scrive Marcello: prima si sono aboliti i voti, ora anche l'esame di quinta elementare, perché tutta questa paura di giudicare il rendimento scolastico di un bambini? Quando tornavo a casa, con la pagella, c'era qualche insufficienza, era un trauma, ma non certo una sorpresa. Mi si diceva chiaramente che dovevo studiare di più e viceversa anche la soddisfazione di conquistare un voto più alto e di fare così media era grande. Ora, i miei figli tornano a casa con giudizi ovattati pieni di paroloni e non sono affatto responsabilizzati: non avete mai pensato di tornare ai voti?
Ministro: dunque, l'esame della quinta elementare non può essere visto al di fuori di un contesto complessivo. Allora, noi abbiamo rafforzato il percorso per arrivare alla quinta elementare e dalla quinta nelle medie e nei licei attraverso dei sistemi di valutazione più rigorosi che ad esempio a ogni fine di biennio impediscono al ragazzo di passare al biennio successivo se non ha raggiunto pienamente tutti gli obiettivi del biennio. Naturalmente abbiamo pensato al biennio, fermo restando naturalmente la possibilità per i docenti, qualora lo ritengano, di bocciare anche all'interno del biennio, abbiamo pensato a un biennio perché all'interno di un biennio il ragazzo può recuperare senza gravare con costi suppletivi per lezioni private, quindi è la scuola stessa che si fa carico del recupero da un anno all'altro.
Mensurati: e per quanto riguarda i voti?
Ministro: be', i voti fanno parte&
Mensurati: sono in molti ad avere nostalgia dei voti, questa storia dei giudizi non è che sia passata in maniera indenne
Ministro: i voti sono stati aboliti da ormai tantissimi anni, quindi mi sembra che il voto sia molto riduttivo e non dà l'idea del percorso complessivo del bambino, quindi giudizi articolati e il portfolio delle competenze danno il senso di una maggior analisi anche da parte degli studenti &su tutta la l'attività del bambino, quindi mi sembra più giusta e più equilibrata. Vorrei però tornare su un altro punto perché non è giusto quando si pensa che attraverso l'abolizione dell'esame di quinta sia venuto meno il rigore per due motivi: l'esame di quinta praticamente veniva passato da tutti, quindi non esisteva in sostanza se non dal punto di vista formale; secondo, noi abbiamo introdotto due elementi di maggior rigore, primo la valutazione del comportamento dei ragazzi che fa media con le conoscenze e le competenze nelle diverse discipline, secondo la frequenza obbligatoria per gli alunni! In questo momento, la scuola non aveva la possibilità di valutare la frequenza obbligatoria del singolo alunno, bastava che la classe nel suo complesso avesse fatto almeno 200 giorni di lezione, noi invece responsabilizziamo ogni singolo alunno a frequentare almeno tre quarti delle lezioni annuali, quindi abbiamo introdotto maggior rigore.
Mensurati: altrimenti si viene bocciati, è così?
Ministro: esatto, abbiamo introdotto maggior rigore e abbiamo eliminato una formalità che poco serviva senza un rigore complessivo
(Purtroppo la mia registrazione si è conclusa qui, ma a breve cercherò di recuperare il resto, circa dieci minuti che riguardavano libri di testo e insegnanti di musica delle medie)
4 febbraio 2004
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