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Interrogazione del Pd sulle pensioni: il Governo ignora la specificità del personale della scuola

“La pensione resta un traguardo negato”. Così la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni, nel commentare la risposta del viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Michel Martone, alla interrogazione per riconoscere al personale della scuola la possibilità di uscire dal lavoro il 31 agosto 2012

28/03/2012
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La Tecnica della Scuola

P.A.

“La risposta di Martone alla nostra interrogazione sulle pensioni per il personale scolastico ci lascia profondamente insoddisfatti.
Dalle parole del viceministro traspare in tutta evidenza che non vi sarà alcuna speranza per il personale della scuola che avrebbe maturato i requisiti previsti dalle cosiddette quote nel corso dell’anno scolastico 2012 e per il quale, pertanto, la pensione resta un traguardo negato.
Martone, in continuità con quanto già affermato da Fornero il 7 marzo scorso, non riconosce la specificità del comparto scuola in ambito pensionistico , nonostante l’esistenza di un solo giorno di uscita dalla scuola: la continuità didattica da sempre vincola un docente a concludere l’anno scolastico indipendentemente dal giorno in cui ha maturato i requisiti per la pensione.
Ed è per questo che la legislazione previdenziale emanata negli ultimi 15 anni (1997, 2007, 2010) ha sempre previsto norme ad hoc per la scuola. Inoltre, la risposta del viceministro è insoddisfacente poiché smentisce un dovere formalmente assunto dal Governo con l’accoglimento di un ordine del giorno presentato dal Partito Democratico: un cambio di atteggiamento discutibile sotto il profilo politico.
Martone ha richiamato il principio dell’equità intergenerazionale come ispiratore della riforma pensionistica: purtroppo è un principio che cade nel vuoto per il comparto scuola, poiché già ora le rilevazioni internazionali ci informano che il nostro corpo insegnanti è il più anziano d’Europa e la nuova normativa previdenziale determinerà la permanenza in servizio di docenti ultrasessantenni e si impedirà l’ingresso nella scuola a nuove generazioni di insegnanti”.


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