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Ingv, scontro sul nuovo direttore “È laureato in scienze motorie”

La rivolta dei ricercatori: non sa nulla di terremoti

16/06/2012
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la Repubblica
 
 
ELENA DUSI

ROMA
— Non bastava il terremoto in Emilia Romagna. A scuotere l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) arriva ora la nomina del nuovo direttore generale. Massimo Ghilardi, 49 anni, è infatti laureato in Scienze motorie e Sociologia. E sulla sua designazione ai vertici gestionali dell’ente incaricato della prevenzione sismica nel nostro tremolante paese il primo a scatenarsi è stato Twitter. «In caso di terremoto il prof di ginnastica saprà correre veloce» o «Che c’è di male. Porterà nuove competenze». Non ha resistito alla tentazione dell’ironia lo storico ex presidente dell’Ingv, Enzo Boschi: «Mens sana in corpore sano. Ai ricercatori farà bene alzarsi ogni tanto dal computer e fare di corsa il giro dell’istituto».
Trafitta pesantemente da Twitter per la gaffe del tunnel dei neutrini era stata d’altra parte anche la madrina politica di Ghilardi, l’ex ministro dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini, che nel 2009 lo strappò dal suo lavoro di promotore finanziario presso la Banca San Paolo di Brescia per regalargli un’investitura da dirigente del Ministero.
Ironia a parte, ha ragione Stefano Gresta, che dell’Ingv è presidente, a far notare che il ruolo di direttore generale non richiede competenze sismologiche bensì gestionali. Il problema è che la stessa designazione di Gresta, a fine marzo, provocò scossoni nell’Istituto. Fra i ricercatori dell’ente non passò infatti inosservata quella frase nel decreto di nomina firmato dal ministro dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo che citava una “carriera universitaria a medio livello”. Formula ovattata e in burocratese. Ma che non lascia certo trasparire stima, e che provocò parecchio malumore fra i ricercatori oltre a un’interrogazione parlamentare.
Ma i guai dell’ente non finiscono qui. La stessa nomina di Gresta infatti può essere considerata una scossa di assestamento del sisma più grande che stava flagellando l’Ingv dall’agosto del 2011. All’epoca il ministro Gelmini scelse come presidente dell’Istituto Domenico Giardini. Ma il sismologo dell’università di Zurigo restò a lungo perplesso sulla congruità dei 115mila euro di indennità. E nella speranza di ottenere nel frattempo anche
una cattedra alla Sapienza di Roma diede vita a un tira e molla di dimissioni durato fino alla fine di marzo, lasciando l’Ingv senza guida per 7 mesi. Sfumata (per il momento) la cattedra, Giardini ha nel frattempo ottenuto una poltrona nel Cda dell’Istituto di geofisica e un posto da coordinatore del settore rischio sismico della Protezione Civile. Lo stesso che una settimana fa azzardò la previsione di nuovi forti scosse tra Finale Emilia e Ferrara.
Se consideriamo che anche Ghilardi passerà dai 106mila euro
percepiti al Ministero (fonte: il suo curriculum vitae) ai 149mila dell’Ingv (fonte: Corte dei Conti), potrà sembrare che tutti, in questa storia, siano felici e contenti. Resta solo da capire come mai le mappe di pericolosità sismica elaborate dall’Ingv classificassero l’Emilia Romagna come “medio- bassa” e indicassero, in caso di sisma, uno scuotimento massimo pari a 0,15 volte la forza di gravità. Mentre il terremoto ha raggiunto un’accelerazione esattamente doppia.
 

 

 
 


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