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In piazza per difendere l'istruzione e il suo diritto

DI MIMMO PANTALEO*

08/10/2011
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Il Riformista

L ‘autunno nei settori della conoscenza inizia nel peggiore dei modi. Vengono infatti al pettine i nodi determinati dagli effetti disastrosi delle politiche del governo per scuola, università, alta formazione e ricerca. La riduzione di risorse che sta mettendo in enorme difficoltà scuole ed atenei, si scarica sulla qualità dell'offerta didattica, sui servizi agli studenti e ovviamente sui lavoratori e sulle lavoratrici. In particolare, nella scuola pubblica, il taglio di oltre 8 miliardi di curo nel triennio 2009-2011, sta mettendo in ginocchio le istituzioni scolastiche, strette tra mancanza di personale, classi sovraffollate e scarsità di risorse finanziarie. E mentre il sistema pubblico dell'istruzione rischia di implodere per responsabilità di questo governo, il Ministro Gelmini si affanna a dipingere un quadro rassicurante, una scuola dove tutto va bene. Non è così. Lo sanno bene gli studenti che ieri sono scesi in piazza in tutta Italia per difendere il diritto all'istruzione e la scuola pubblica. In questo senso le cifre sono incontrovertibili: i dati forniti dall'Ocse poche settimane fa, raffigurano un quadro davvero preoccupante: l'Italia destina solo il 4,8% del Pil per l'istruzione, ovvero 1,3 punti percentuali in meno rispetto alla media e la spesa per studente è aumentata del 6% rispetto ad una media Ocse del 34%. Le manovre finanziarie che si sono susseguite negli ultimi mesi, inoltre, hanno assestato un ulteriore colpo ai settori della conoscenza, oltre ad intervenire pesantemente sul versante contrattuale e retributivo di chi vi lavora. Blocco dei contratti fino al 2014 e degli scatti di anzianità, congelamento del salario accessorio, allungamento dell'età pensionabile: un accanimento ideologico nei confronti di tutto ciò che è pubblico, che si è scaricato in primis sui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Stiamo parlando degli insegnanti, dei ricercatori, degli impiegati amministrativi, dei medici, degli infermieri dei vigili del fuoco: la struttura portante dello Stato, al servizio dei cittadini. Stiamo parlando di un pezzo di welfare, di chi garantisce diritti costituzionali quale il diritto all'istruzione, di chi ha un ruolo centrale nello sviluppo di questo paese come i nostri ricercatori. Questi sono i lavoratori pubblici: la denigrazione e l'insulto continuo portati da autorevoli esponenti di questo governo è grave in quanto significa non solo non riconoscere la loro professionalità ma soprattutto non riconoscere la funzione che essi svolgono, che è fondamentale per il paese. La Federazione dei lavoratori della conoscenza Cgil è in campo da oltre tre anni per contrastare questa deriva. Questo perché crediamo che la conoscenza sia un bene comune da tutelare, dove si custodiscono e si trasmettono i valori della nostra Costituzione. Per questi valori chiediamo a tutti i cittadini di scendere in piazza, insieme a migliaia di lavoratori e lavoratrici della conoscenza e del pubblico impiego, oggi 8 ottobre, in occasione della manifestazione nazionale indetta da Flc, Fp e Cgil per la difesa dell'istruzione, della formazione, della ricerca e dei servizi pubblici.

*Segretario generale Flc (Federazione lavoratori della conoscenza) Cgil

 


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