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In medio stat virtus

di Fabrizio Dacrema

17/02/2013
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ScuolaOggi

Mentre volge al termine una campagna elettorale delirante, sui temi della conoscenza si fanno sentire i corpi intermedi. Anche se qualche formazione politica ha scritto programmi seri e organici di ricostruzione, il discorso pubblico della contesa elettorale ha ignorato scuola, università e ricerca se non per sparate e promesse generiche.
Questa inadeguatezza del dibattito elettorale rispetto alla gravità della situazione ha spinto le forze sociali ad aggregarsi e a trovare punti di convergenza. Non ci si limita ad appelli alle forze politiche ma sono messi al centro dell'attenzione alcuni punti fermi che verranno perseguiti da queste ampie aggregazioni di forze sociali dopo le elezioni nei confronti della nuova compagine governativa.
'Ignorance tax, non possiamo più permettercela!' è con questo slogan che il Comitato promotore degli Stati Generali della Conoscenza (29 sigle, sindacali, professionali e studentesche) invita le forze politiche per riposizionare al centro del dibattito elettorale e politico i temi della conoscenza.
In una campagna elettorale avvitata attorno ad oniriche restituzioni fiscali, l'appello avverte che se continua l’attuale disinvestimento nella conoscenza nei prossimi anni pagheremo una tassa pesantissima derivante dalla minore crescita economica e dai maggiori costi sociali (il fattore istruzione è infatti determinante per aumentare l'occupazione e il reddito, migliorare i livelli di salute, aumentare la partecipazione civile e sociale, ridurre il tasso di criminalità,...).
Inoltre il Comitato Nazionale annuncia il secondo Forum nazionale per il prossimo mese di aprile in modo da potersi confrontare con il nuovo Parlamento e il nuovo Governo per poter dare il proprio contributo alle riforme strutturali che il mondo della conoscenza in Italia attende.
Decisamente rilevante anche il documento di intenti sottoscritto da CGIL, CISL, UIL e Confindustria sulla formazione per la crescita economica e l'occupazione giovanile.
L'obiettivo principale, in vista della prossima legislatura, è di realizzare la convergenza e il consenso sociale necessari a incrementare gli investimenti nella conoscenza e a potenziare e qualificare la formazione per il lavoro e lo sviluppo.Gli indirizzi indicati, che potranno essere ulteriormente approfonditi e articolati in successivi accordi, sono finalizzati a promuovere l'innovazione nel sistema produttivo e la buona occupazione attraverso l'innalzamento dei livelli di istruzione e formazione dei giovani e la diffusione della formazione permanente dei lavoratori.
Favorire la crescita delle competenze dei giovani, potenziare le capacità del sistema produttivo di impiegare giovani qualificati, ridurre il mismatch tra domanda ed offerta di lavoro, far crescere l'interazione tra sistema formativo e sistema produttivo, potenziare e diffondere l'alternanza scuola-lavoro: questi i punti chiave del documento.Le proposte avanzate riguardano:
- orientamento e tirocini, costruzione del sistema nazionale dell'orientamento permanente e diffusione dei tirocini durante i percorsi formativi;
- rilancio dell'Istruzione Tecnica e Professionale anche attraverso una razionalizzazione della filiera tecnica e professionale;
- valorizzazione della funzione docente;
- promozione dei poli tecnico-professionali in relazione a piani di sviluppo territoriali e/o settoriali;
- sviluppo degli Istituti Tecnici Superiori nel quadro di una valutazione della qualità dell'offerta e degli esiti occupazionali;
- diffusione e realizzazione di esperienze innovative di alternanza scuola-lavoro;
- riconoscimento delle competenze comunque acquisite attraverso la costruzione del sistema nazionale di certificazione delle competenze e l'azione delle Parti Sociali;
- diffusione dell'apprendistato e valorizzazione della sua componente formativa anche attraverso il non computo nel patto di stabilità interno degli stanziamenti pubblici per l'apprendistato post obbligo di istruzione;
- promozione dell'apprendistato di alta formazione, in particolare per favorire l'assunzione nelle piccole e medie imprese di laureati e ricercatori;
- utilizzo dei Fondi Interprofessionali nel quadro del sistema dell'apprendimento permanente per il sostegno all'innovazione produttiva e la crescita professionale dei lavoratori anche con iniziative rivolte ai giovani e agli apprendisti.
Il Documento, infine, indica come strategico lo sviluppo sul territorio di reti tra scuola, università e impresa per il miglioramento della ricerca industriale e delle competenze.
Siamo quindi di fronte ad una presa di posizione forte delle principali parti sociali del paese che si rivolgono alla politica e al futuro governo per realizzare quanto proposto. Non sfuggono i passi avanti compiuti su alcuni temi quali il riconoscimento delle competenze comunque acquisite (Confindustria aveva chiesto di cancellare gli articoli in materia della legge Fornero) o la convergenza nella valorizzazione dell'apprendistato post obbligo di istruzione o, ancora, la sottolineatura della necessità di utilizzare i Fondi Interprofessionali come gamba del sistema dell'apprendimento permanente. Inoltre diritto allo studio e centralità della scuola pubblica sono considerati fattori di sviluppo civile ed economico del paese.
Occorre quindi dare seguito a questa prima convergenza di intenti anche promuovendo, come afferma il documento, il necessario cambiamento culturale per dare centralità al lavoro e alla formazione, a partire dalle titolarità proprie delle parti sociali.

Allegati

Lettera aperta alle forze politiche          

Formazione Documento Intenti CGIL, CISL, UIL, Confindustria


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