In Inghilterra gli studenti della scuola pubblica sono i migliori all’università
Crollo di un mito: i diplomati delle scuole d’élite come Eton hanno più possibilità di accedere a Oxford e Cambridge ma poi vengono sorpassati dai colleghi meno fortunati
Emanuela Di Pasqua
Secondo un sondaggio promosso dall’Higher Education Funding Council for England realizzato su 284.515 laureati britannici negli anni 2013-14 le performance migliori all’Università si registrano da parte degli studenti della scuola pubblica e non privata, a parità di livello di ammissione.
I pregiudizi sul sistema pubblico
Nel Regno Unito l'istruzione d'eccellenza è considerata da sempre quella privata. Dalle statistiche risulta che negli ultimi tre anni cinque super scuole da sole hanno mandato a Oxbridge (Oxford e Cambridge) più studenti che altri 2 mila istituti tutti insieme. Di queste cinque super scuole, quattro sono private (Eton, St Paul's, Westminster e St Paul's Girls). Eppure i dati snocciolati su quello che comunemente viene chiamato A-level, l’esame rivolto a studenti di 18 anni con un buon curriculum scolastico (la nostra Maturità) che intendono accedere all’Università, ci dicono che a parità di votazione nel percorso di studi universitari emergono di più quelli della scuola pubblica. Lo studente a questa età si specializza in alcune materie, normalmente quelle fondamentali per iscriversi al corso di laurea desiderato e in Gran Bretagna c'è dappertutto il numero chiuso. Non è quindi facile accedere alle Università più prestigiose, come Oxford e Cambridge. Ma se quelli provenienti dalle independent schools (le scuole private) accedono più facilmente agli atenei prestigiosi, dopo sono quelli delle maintained schools (le scuole pubbliche) a eccellere. Il gap è significativo soprattutto nei voti intermedi: mentre tra quelli che conseguono le votazioni migliori negli A-levels lo scarto tra scuola pubblica e privata è di circa 5 punti percentuali in termini di performance a favore della scuola pubblica, quando le votazioni sono un po’ più basse i punti di differenza tra pubblica e privata diventano addirittura 8.
Meno soldi, più ambizioni
Alan Smithers, direttore del Centre for Education and Employment Research della Buckingham University, spiega così il fenomeno della rivincita della scuola pubblica nel lungo periodo: «Le independent schools tendono a puntare molto sulla preparazione dei propri studenti per gli A-levels e normalmente i ragazzi approdano all’Università avendo già raggiunto il massimo del proprio potenziale di sviluppo. Quelli della scuola pubblica invece arrivano ancora in divenire e spesso sono capaci di crescere ulteriormente, facendo appello a risorse ancora inesplorate». Un’altra spiegazione potrebbe essere invece data dal fatto che i ragazzi delle maintained schools, quando sono motivati nelle proprie ambizioni di studio, lavorano più duramente, proprio perché consapevoli di avere genitori che hanno meno possibilità di aiutarli a trovare un lavoro.
Il sistema inglese
In Inghilterra la scuola è gratuita fino a 18 anni: tutto il materiale, libri, quaderni, penne, matite, astucci, cartelle, colori e altro, è fornito dalla scuola, persino lo scuola-bus. Fanno eccezione i vestiti, i materiali speciali per arte, cucina, e altre materie e i viaggi e le gite (anche se c’è un fondo per aiutare chi ne ha bisogno). Le scuole private contemplano invece rette piuttosto elevate (la media nazionale è 15mila euro all’anno), sfornano circa il 6-7 per cento degli studenti inglesi (oltre a circa 40mila studenti stranieri) e la loro organizzazione è nel complesso simile a quella delle scuole statali. In Gran Bretagna le lezioni sono abbastanza differenziate per abilità, fin dalle elementari, anche se in modo piuttosto fluido. Man mano che il percorso scolastico prosegue, la differenziazione può invece diventare più formale. Chi intende andare all’Università studia solo alcune materie e si prepara per gli esami Gce, i cosiddetti A-levels (sono previsti tre A-levels). Per accedere agli atenei sono richiesti alti punteggi negli A-level, alcune materie specifiche (per esempio, matematica per studiare economia, chimica e un’altra scienza per studiare medicina) e colloqui o esami.