In classe senza speranza
In classe senza speranza Varato il progetto Moratti: finalizzazione al lavoro e canalizzazione precoce tra istruzione e formazione professionale da Roma CINZIA GUBBINI Flessibilità, stretto r...
In classe senza speranza
Varato il progetto Moratti: finalizzazione al lavoro e canalizzazione precoce tra istruzione e formazione professionale
da Roma CINZIA GUBBINI
Flessibilità, stretto rapporto tra mondo del lavoro e istruzione, obbligo di 12 anni di istruzione e/o formazione per tutti, scuole secondarie superiori ridotte a quattro anni, prove di ingresso a partire dalla prima elementare. Queste sono alcune delle novità contenute nella bozza redatta dal Gruppo di lavoro ristretto presieduto dal professor Giuseppe Bertagna, docente dell'università di Bergamo. "Si tratta di materiale aperto", ha assicurato il ministro dell'istruzione Letizia Moratti. Ma vediamo in dettaglio - per quanto possibile - i contenuti della bozza (disponibile sul sito www.istruzione.it).
Cicli scolastici: rimangono le scuole elementari e le scuole medie, ma si tratterà di un ciclo unico suddiviso in quattro bienni. Il terzo biennio sarà quello tra la quinta elementare e la prima media. Gli ultimi due anni delle scuole medie avranno carattere orientativo "attraverso moduli didattici specifici, incontri con docenti e allievi dell'istruzione e della formazione secondaria di secondo grado ecc.. ". E arriviamo così alle scuole superiori. La divisione è molto netta, nonostante la bozza sia pervasa dalla filosofia della necessità di integrare istruzione formazione ("pur mirando alla testa, l'istruzione non esiste se non coinvolge anche il cuore e le mani e, analogalmente, pur mirando alle mani, la formazione non esiste se non coinvolge anche la testa e il cuore"). Dopodiché le scuole superiori saranno divise in licei e istituti. I licei dureranno quattro anni. Gli istituti (formazione secondaria a tempo pieno) pure, con la possibilità di accedere a una qualifica già a 17 anni, cioè dopo tre anni di formazione; con un anno in più si guadagna un diploma secondario. Frequentare la scuola dell'infanzia (che rimane di tre anni e non obbligatoria) significherà poter accorciare di un anno il diritto/dovere di istruzione o formazione (non si parla più di obbligo), che in totale dura 12 anni.
Alternanza scuola-lavoro: è forse la novità più importante di tutta la bozza. A partire da 14 anni si potrà decidere di non frequentare solo la scuola, ma di inziare un percorso lavorativo. Ovviamente vale per gli allievi degli "istituti", e non per quelli dei licei. "L'irrobustimento di un'istruzione tecnica - spiega la bozza - è una condizione per mantenere il nostro paese nel novero dei più industrializzati del mondo". Questa scelta può essere fatta a 15 anni, prolungando di un anno il tempo necessario al raggiungimento della qualifica o del diploma. Le aziende che accoglieranno studenti godranno di incentivi (come previsto dal Libro bianco) e la bozza non manca di sottolineare: "la formazione continua dei propri lavoratori costituisce un arricchimento del sistema organizzativo utilizzabile per la ricerca e l'innovazione delle metodologie di produzione". E giù con l'esempio di Natale Cappellaro, l'operaio dell'Olivetti che progettò le macchine da calcolo che fecero la fortuna dell'azienda eporesiese, "quel modesto e marginale collaboratore fu poi fatto ingegnere honoris causa"...
Debiti e crediti Neanche a dirlo, il sistema dei debiti e dei crediti non solo viene mantenuto, ma si rafforza. Chiarendo bene che per debito si intende anche un "debito di condotta". Che vuol dire condotta? "I comportamenti che siano indice di impegno, responsabilità, partecipazione, costanza, coerenza ecc..". Quindi, il passaggio dalla prima alla seconda classe di ogni biennio (per esempio dalla prima alla seconda elementare) non è precluso dalla presenza di numerosi debiti. Ma non si può passare da un biennio all'altro (per esempio dalla seconda alla terza elementare) se rimangono da recuperare due debiti, compreso quello della condotta. I crediti, invece, riguardano le attività extrascolastiche. "Molti obiettivi di apprendimento possono benissimo essere acquisiti in ambienti extrascolastici - dice la bozza - la scuola, in questo caso, certifica il raggiungimento dei risultati finali ed esonera dai percorsi scolastici facoltativi ritenuti necessari per raggiungerli".
Esami, pardon, verifiche: verifiche sistematiche sulla conoscenza e sulla abilità degli allievi saranno proposte all'inzio della prima, terza e quinta elementare, della seconda media, del primo e terzo anno delle superiori, nonché alla fine della terza media (licenza) e alla fine della secondaria (esame di stato).
Flessibilità: la bozza prevede che il primo biennio delle superiori sia aperto a un cambio di indirizzo: i liceali potranno passare agli istituti e viceversa. Si potrà sempre accedere all'università o alla formazione superiore, ma va specificato che ci saranno sempre delle verifiche all'entrata che comporteranno l'acquisizione di debiti formativi. Dura l'entrata all'università, soprattutto per chi proviene dagli istituti, "le competenze non vanno presupposte", è la parola d'ordine, "ogni docente universitario deve poter cominciare il suo insegnamento nel primo semestre, sicuro di trovarsi di fronte studenti che hanno tutti gli strumenti intellettuali e conoscitivi èper seguirlo e contribuire attivamente allo svolgimento delle lezioni".
La formazione superiore: è l'alternativa all'università, e anche qui sono previsti test all'ingresso, anche se il diploma secondario acquisito è congruente a quella del diploma superiore a cui si concorre. "Il suo obiettivo è la preparazione all'esercizio di lavori e professioni che non abbiano carattere dirigenziale ma che implichino conoscenze e abilità complesse sul piano scientifico, tecnico e relazionale". Non è rivolto solo ai giovani studenti, ma anche agli adulti: "non un tempo dell'istruzione e un altro della formazione, ma sempre un intreccio tra istruzione e formazione: del resto, il senso più autentico di lifelong learning (formazione continua, ndr) in una società industriale avanzata". Dove, com'è noto, non c'è mai un attimo di pace.