In arrivo 6mila nuovi segretari e bidelli sono gli ex dipendenti delle province
Non solo docenti, la protesta del mondo della scuola passa anche per i bidelli, per i tecnici e gli amministrativi. Il cosiddetto personale Ata che, di fatto, manda avanti le attività scolastiche pur non sedendo in cattedra
ROMA Non solo docenti, la protesta del mondo della scuola passa anche per i bidelli, per i tecnici e gli amministrativi. Il cosiddetto personale Ata che, di fatto, manda avanti le attività scolastiche pur non sedendo in cattedra. Ed è proprio su questi ruoli che si apre un nuovo fronte di battaglia. I precari ata, in attesa di assunzione da anni, ora potrebbero essere scansati dal personale delle province. Una spallata che mette sul piede di guerra i sindacati, in agitazione per oltre 6mila assunzioni mancate. O, per il momento, bloccate.
IL TURN OVER
A porre il veto sulla stabilizzazione di 6.243 Ata sul turn over è il ministero della funzione pubblica. Un dietrofront dovuto all’arrivo nelle scuole del personale dirottato dalle Province. Nella legge di stabilità 2015, infatti, era stata stilata una ricognizione dei posti liberi alla mobilità per la ricollocazione del personale soprannumerario delle province. Un passo indietro, da parte del ministero di viale Trastevere, che nel mese di giugno aveva già assicurato l'autorizzazione alle immissioni in ruolo. «In questo blocco, secondo il Dipartimento della Funzione Pubblica - denuncia Domenico Pantaleo, segretario della Flc Cgil - sarebbero ricompresi tutti i profili Ata e non solo gli amministrativi. quindi sono compresi anche i bidelli. Il Miur ha chiesto alla funzione pubblica almeno l’autorizzazione allo scongelamento dei posti di collaboratore scolastico tenuto conto dell'importanza di questo profilo per l’assistenza agli alunni disabili. Quindi, per ora si procede alla chiamata per le supplenze annuali solo con nomine fino all’avente titolo, conferite dal dirigente scolastico utilizzando a tal fine solo le graduatorie di circolo e d’istituto. È l'ennesimo colpo basso da parte del governo. Il Miur non sta rispettando gli impegni politici assunti dalla ministra Giannini, che a seguito dell’incontro con i segretari generali delle organizzazioni sindacali, aveva inviato la richiesta di autorizzazione per 6.243 ruoli sul turn over e 46 posti di personale educativo. Siamo pronti a presentare i ricorsi».
La questione degli Ata arriverà presto anche al vaglio della Commissione europea: «Il comportamento del Miur è inammissibile – ha commentato Marcello Pacifico, presidente Anief – perché ci sono quasi 5mila posti Ata che si libereranno per effetto delle domande di pensionamento, a cui si aggiungono circa 1.300 che termineranno il servizio per via della pensione di vecchiaia: le circa 6.200 assunzioni rappresentavano il minimo sindacale sulle immissioni in ruolo. Faremo appello alla Commissione di Bruxelles perché, a distanza di più di cinque anni dalla prima nostra denuncia per la mancata osservanza della direttiva 70/99, che tutti i Paesi avrebbero dovuto adottare proprio per combattere l’abuso di precariato, si continuano a tenere nel limbo decine di migliaia di docenti».
L’ESERCITO DEI 200MILA
Una battaglia che riguarda tutte le scuole italiane: il personale Ata, infatti, è composto da ben 200mila lavoratori e, dando il necessario supporto alle segreterie e ai laboratori, garantisce ogni anno il regolare avvio delle lezioni.
L. Loi