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Immissioni in ruolo a costo zero

ministro Carrozza scrive a funzione pubblica e Mef per trovare una soluzione sulle assunzioni

04/02/2014
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ItaliaOggi
Va rimodulata la scala dei gradoni: anzichè due, solo uno
 di Carlo Forte  

Il piano triennale di assunzioni, previsto dal decreto legge 104/2013, rischia di far saltare i conti pubblici. E quindi il governo, per autorizzare le nuove immissioni in ruolo, dovrà prima trovare una soluzione a costo zero insieme ai sindacati della scuola.

È quanto si evince da una lettera inviata qualche giorno fa dal ministro dell'istruzione, Maria Chiara Carrozza, ai titolari della funzione pubblica e del ministero dell'economia, con la quale ha chiesto che venga emanato un atto di indirizzo all'Aran per avviare le trattative con i sindacati.

L'accordo che ne seguirà dovrà rimodulare la scala dei gradoni, sulla scorta del contratto stipulato nel 2011 in occasione del precedente piano di assunzioni. E cioè, al posto di due gradoni (uno allo scadere del 3° anno di servizio e un altro al decorso del 9°) un solo gradone da maturare alla fine dell'8° anno di servizio.

Se nemmeno così si riuscirà a garantire l'invarianza finanziaria, bisognerà pattuire un ulteriore slittamento in avanti del primo gradone. Ma in ogni caso, il nuovo accordo avrà valore solo per le immissioni in ruolo di quest'anno, il cui contingente è pari a 18.546 unità (14.229 per i docenti e 4.317 per gli Ata). E cioè per le assunzioni a tempo indeterminato che saranno effettuate a copertura dei posti vacanti e disponibili dopo le immissioni in ruolo effettuate per l'anno scolastico 2013/14.

Tant'è che nella missiva ministeriale si fa espressa menzione ad un eventuale differimento del primo gradone solo per questa prima tranche di assunzione. Per quelle degli anni successivi non ci dovrebbero essere problemi. Perché i numeri rientrerebbero nelle normali facoltà assunzionali dell'amministrazione scolastica. Ciò vale per 41.272 immissioni, 27.872 docenti e 13.400 Ata, che saranno disposte a copertura del turn over. E anche per le immissioni in ruolo su posti di sostegno previste dall'art. 15, comma 2, del decreto Carrozza, derivanti dal conseguente ampliamento dell'organico di diritto del sostegno. Che sono pari a 22.237 unità e saranno disposte negli anni scolastici 2014/15 e 2015/16. In tutto, il piano triennale prevede l'assunzione di 82.055 unità di personale: 64.338 docenti e 17.717 Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari). Il problema, dunque, è limitato alle immissioni in ruolo che saranno disposte dai posti rimasti liberi dopo le assunzioni a tempo indeterminato effettuate con effetti a far data dal 1° settembre scorso. Per risolverlo il governo dovrà abbattere i costi delle ricostruzioni di carriera. E cioè, i costi del riconoscimento del servizio preruolo ai fini della progressione di carriera: i cosiddetti gradoni, per intenderci. La retribuzione dei supplenti, infatti, non subisce incrementi al crescere dell'anzianità di servizio. Ma dopo l'immissione in ruolo, gli interessati maturano il diritto al riconoscimento di quasi tutto il servizio pregresso. E ciò, da una parte fa crescere l'importo dello stipendio e dall'altra fa maturare il diritto agli arretrati. Il legislatore, quindi, ha deciso di scaricare la patata bollente sui sindacati. Che dovranno scrivere al tavolo negoziale le regole per consentire al governo di disporre le assunzioni mantenendo la cosiddetta invarianza finanziaria. E per questi motivi il ministero ha chiesto all'Aran di verificare, in primo luogo, se sia sufficiente rinnovare il contratto stipulato per dare attuazione al precedente piano triennale 2011/2013.

Ma se all'esito della verifica venisse accertato che le condizioni pattuite nel contratto del 2011 non dovessero essere sufficienti a garantire l'invarianza finanziaria, l'agenzia dovrà avviare le trattative per stipulare un nuovo accordo. Che dovrà prevedere l'allungamento di uno dei gradoni stipendiali previsti dal vigente contratto, per i soggetti immessi in ruolo sui posti di organico di diritto 2013/14, rimasti vacanti e disponibili dopo le nomine in ruolo.

In pratica, quindi, l'eventuale allungamento del tempo necessario a maturare il primo gradone non dovrebbe valere per le immissioni in ruolo successive. Che per contro, risulterebbero coperte dalle risorse finanziarie derivanti dall'esito del turn over. La necessità di riaprire il tavolo negoziale si spiega tenendo conto del fatto che il contratto del 2011 non ha modificato definitivamente il sistema dei gradoni, attualmente regolato dal contratto del 2007. L'accordo del 2011, infatti, vale solo per le immissioni in ruolo del piano di assunzioni previsto dall'art. 9, comma 17 del decreto legge n. 70/2011. Mentre non assume rilievo per il personale già in servizio con contratto a tempo indeterminato alla data di sottoscrizione dell'accordo.

Di qui la necessità di stipulare un nuovo contratto, anzitutto per recepire quello del 2011. Perché, in caso contrario, le ricostruzioni di carriera di coloro che saranno immessi in ruolo già da quest'anno, avrebbero dovuto seguire la disciplina previgente. Il tutto con aggravio di costi per l'erario, che avrebbero infranto la clausola dell'invarianza finanziaria. 


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