IlSole24ore-Tanti aspiranti, pochi posti
Il personale italiano è il più vecchio di tutti i Paesi Ocse Gli ultimi dati forniti dal ministero dell'Istruzione indicano in 422.145 gli iscritti, definiti "aspiranti all'insegnamento", alle ...
Il personale italiano è il più vecchio di tutti i Paesi Ocse
Gli ultimi dati forniti dal ministero dell'Istruzione indicano in 422.145 gli iscritti, definiti "aspiranti all'insegnamento", alle graduatorie permanenti provinciali per l'anno scolastico 2002/03. I precari rappresentano il 57% dei posti in organico (747.200) esistenti e quindi certamente un multiplo di quelli effettivamente disponibili. Quest'ultimo dato cambia continuamente tanto che la stessa amministrazione ha difficoltà a quantificarlo con precisione.
Per avere comunque un'idea del fabbisogno di personale insegnante, si può fare riferimento al turn over; ogni anno il numero di docenti cessati dal servizio è dì circa 15.000 unità, pari al 2% del personale di ruolo.
Tra gli iscritti alle graduatorie si trova anche un numero elevato di personale che è già dipendente a tempo indeterminato della scuola. Si tratta di 103.500 unità che aspirano a un cambiamento di sede. Personale che avendo un contratto di lavoro stabile nella scuola continua a far parte delle graduatorie, per cui una volta che si libera un posto di ruolo può essere spostato, creando così un altro vuoto e rendendo perpetuo il movimento di insegnanti, anche con evidente danno alla comunità didattica nei corsi di studio pluriennali. Nel complesso delle scuole statali, i trasferimenti di personale (trasferimenti, passaggi di ruolo e di cattedra) effettuati nell'anno scolastico 2001'#8209;02, pur risultando in calo rispetto agli anni precedenti, ammontavano comunque a più di 60.000, pari all'8% del personale di ruolo. Anche escludendo il personale già titolare di un rapporto a tempo indeterminato in attesa di trasferimento ad altra sede, restano circa 330.000 iscritti alle graduatorie (di cui 239.000, il 73%, senza alcun contratto con la scuola o con supplenze brevi). Si tratta di una imponente massa di persone, con un potere di pressione notevole, che ha tutto l'interesse che il meccanismo permanga così com'è nella speranza di riuscire prima o poi a ottenere un posto stabile. La permanenza per lungo tempo nelle graduatorie è resa più accettabile dalla possibilità di esser chiamati per supplenze temporanee, anche attraverso le graduatorie d'istituto (utilizzate per le supplenze brevi).
L'età media degli iscritti alle graduatorie permanenti è decisamente elevata; nel periodo 2002/03, prendendo in considerazione solo i nuovi inclusi nelle graduatorie, che dovrebbero comprendere una percentuale minore di personale con contratto a tempo indeterminato e quindi presumibilmente più anziano, ben il 32% ha un'età superiore ai 34 anni. Nel 2001 il 28% dei docenti immessi in ruolo nei due anni precedenti aveva un'età superiore ai 40 anni.
Il personale italiano è il più vecchio di tutti i paesi censiti dall'Ocse, con una presenza di insegnanti con più di 40 anni di anzianità che raggiunge, nella scuola secondaria inferiore, il 95%, una percentuale molto più alta della media dei Paesi, pari al 57 per cento.
In un recente rapporto Eurydice, l'elevata anzianità dei docenti della scuola viene indicata come un problema che accomuna molti Paesi.
In questi paesi, recentemente sono stati adottati specifici interventi per incentivare i giovani a orientarsi verso la carriera dell'insegnamento e assicurare quindi la copertura del notevole numero di posti che si renderà disponibile nei prossimi anni. In Italia, come si è visto, il problema di un corpo docente di età media elevata non dipende certo da scarsità dell'offerta.
Per quanto riguarda gli attuali fabbisogni di personale, l'Italia vanta un rapporto insegnati/studenti sensibilmente più basso della media Ue, 9,9 studenti per insegnate contro i 12,2 della media Ue.
di Claudio Gentili"