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IlSole24Ore -Istruzione tecnica d'eccellenza. Anche il Presidente Ciampi ha sottolineato il ruolo indispensabile del settore.

DI SILVIO FORTUNA* Il presidente della Repubblica nel suo intervento in occasione del 1° maggio ha affermato che "non va disperso lo straordinario patrimonio degli Istituti tecnici superiori", rip...

09/05/2004
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Il Sole 24 Ore

DI SILVIO FORTUNA*

Il presidente della Repubblica nel suo intervento in occasione del 1° maggio ha affermato che "non va disperso lo straordinario patrimonio degli Istituti tecnici superiori", riprendendo un tema su cui si è molto dibattuto in questi ultimi giorni, grazie anche alla forte posizione assunta da Confindustria, nel convegno di Vicenza del 20 aprile scorso.

È davvero significativo che la più alta carica dello Stato, in un discorso dedicato alla necessità di contrastare la deindustrializzazione e di valorizzare il "Made in Italy", abbia voluto fare un esplicito riferimento al tema del futuro dell'istruzione tecnica, facendolo diventare un tema di grande attualità politica e collegandolo strettamente con il tema dei distretti industriali e con la necessità di favorire l'affermazione dello spirito imprenditoriale sul territorio e di accrescere l'investimento in ricerca.

Nel "Rapporto sull'education" presentato a Vicenza gli imprenditori hanno ribadito che l'istruzione tecnica è il cuore del sistema scolastico italiano. A tal proposito la riforma Moratti seguendo gli indirizzi europei giustamente porta la formazione professionale in serie A e istituisce un sistema di istruzione e formazione professionale di cui le nostre imprese hanno assoluto bisogno per il loro funzionamento competitivo. Siamo convinti che la scuola, ma anche la buona formazione professionale, debba sempre fondarsi sulla preparazione critica della persona e del cittadino e che la conoscenza costituisca il fondamento di ogni competenza. (Questo articolo è stato ripreso dal sito Gilda www.gildains.it)

Il sistema d'istruzione e formazione dovrà nascere culturalmente ricco e adeguato alle esigenze della società della conoscenze. D'altro canto il sistema dei Licei dovrà distinguersi al suo interno tra Licei di tipo accademico, come il Classico e lo Scientifico, e Licei vocazionali come quello tecnologico ed economico, distinti in un limitato numero di indirizzi.

Un modo concreto per rispondere positivamente all'appello del presidente della Repubblica a non disperdere lo straordinario patrimonio degli Istituti tecnici (lo stesso Ciampi ricorda di averne visitati alcuni davvero straordinari) è quello di consentire che questo patrimonio di cultura, di tecnologia, di laboratori, di rapporto sul territorio con le imprese venga ereditato dai Licei tecnologici ed economici, i cui indirizzi devono rispondere ai peculiari filoni della cultura tecnologica.

La novità del Liceo tecnologico rappresenta l'occasione per coniugare lo studio scientifico con l'opportunità di acquisire competenze operative specifiche e capacità complesse, funzionali a un determinato settore. La cultura tecnologica costituisce una esperienza di studio e un patrimonio di ricerca essenziale, irrinunciabile e in nessun modo sostituibile, accanto alla cultura umanistica e scientifica, per il progresso delle società umane.

L'articolazione dei Licei tecnologici in indirizzi diversificati (come previsto esplicitamente dalla Legge 53) permetterà di soddisfare le esigenze formative e di sviluppo culturale e sociale espresse dagli studenti e dal le famiglie e le esigenze tecnologiche della realtà economico-produttiva, assicurando un'adeguata occupabilità dei giovani. Non avrebbe senso un Liceo tecnologico privo di indirizzi, che si limiterebbe a scimmiottare il liceo scientifico.

Gli indirizzi in cui è auspicabile si articoli il Liceo tecnologico devono essere pochi, ma soprattutto devono esprimere i grandi filoni del la cultura tecnologica italiana (dalla meccatronica alla*chimica, dal sistema moda all'informatica, dalle produzioni biologiche al territorio, dall'energia ai trasporti).

Il rafforzamento dell'istruzione tecnologica, che ha una dignità formativa autonoma accanto a quella degli altri Licei, parte dal forte radicamento nel territorio di riferimento, con la messa in campo di un apprendimento centrato su esperienze concrete e cooperative, legate agli ambienti e all'organizzazione del lavoro, in legame diretto con la cultura scientifica, tecnica e professionale, la flessibilità e la costante apertura all'innovazione e all'aggiornamento.

Istituti d'eccellenza di questa natura costituiscono già oggi veri e propri poli tecnologici, in grado di aggregare il know how delle imprese del sistema produttivo locale di riferimento, della ricerca e della formazione professionale. Per innovare bisogna*puntare sui talenti, sulle differenze, sulle eccellenze delle persone. E bisogna puntare sui 'talenti tecnologici" del territorio italiano.

I poli tecnologici che vogliamo sono poli educativi, intesi come realtà articolate sia da un punto di vista formativo e organizzativo, sia da un punto di vista territoriale, nell'ambito dei quali possono essere compresi, nei medesimi settori e indirizzi, un percorso quinquennale di Liceo tecnologico, i corrispondenti percorsi dell'istruzione e della formazione professionale (triennali e quadriennali), eventuali corsi serali e corsi Eda e un'offerta stabile di formazione superiore (in collaborazione con le Università locali e le imprese).

Approfondendo il concetto di filiera formativa e di scuole in rete, sulla base del progressivo passaggio alle Regioni della gestione amministrativa unitaria di tutta l'istruzione, l'obiettivo finale è quindi di giungere alla costituzione di vere e proprie "Cittadelle degli studi" per indirizzi omogenei, quali istituzioni integrate pienamente rispondenti alle esigenze espresse dal territorio.

Questi poli dovranno quindi essere distribuiti territorialmente in modo da valorizza re le eccellenze, rafforzare i legami con le imprese, offrire ai giovani percorsi vocazionali che non pregiudichino il loro futuro ma li orientino, sia verso l'esperienza professionale che verso l'arricchimento culturale e gli studi universitari.

* Delegato per l'Education - Confindustria"


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