Il Tirreno-Tagli alle scuole, sindacati infuriati
Tagli alle scuole, sindacati infuriati Tacca e Artistico nel mirino della Moratti, il no di Cgil e Cobas "Rifiutiamo le logiche aziendaliste del ministro". Perplessità anche fra i presidi CARR...
Tagli alle scuole, sindacati infuriati
Tacca e Artistico nel mirino della Moratti, il no di Cgil e Cobas
"Rifiutiamo le logiche aziendaliste del ministro". Perplessità anche fra i presidi
CARRARA. Sono 15 le scuole della provincia che nel corso dell'anno scolastico 2003-2004, secondo i progetti del ministro Moratti, potrebbero essere accorpate ad altri istituti o addirittura soppresse. Lucca e Massa-Carrara le città con il più alto numero di scuole che rischiano la chiusura (più di 100 in tutta la Toscana). La lista appena stilata dal ministero della Pubblica Istruzione, individua nella percentuale di 9,5 alunni per docente la soglia minima per il mantenimento dell'autonomia amministrativa e gestionale di un istituto. Chi è sotto, cioè ha una percentuale di studenti troppo bassa rispetto al numero degli insegnanti, rischia l'accorpamento: sotto le Apuane 6 istituti tecnici e 5 istituti comprensivi tra Massa, Pontremoli e Fivizzano.
Una notizia della quale molti presidi non erano a conoscenza pur consapevoli della politica di riduzione della spesa che il ministro Moratti aveva preannunciato. "Nulla di tale proporzione - sottolinea il dirigente del liceo artistico Gino Cappè - era emerso dagli incontri con il direttore scolastico regionale Michele Paradisi. E' una notizia che apprendiamo dalla stampa e che ci lascia sorpresi".
"I criteri individuati nel progetto ministeriale - prosegue - penalizzano soprattutto le scuole con percorsi formativi specialistici (nelle quali le discipline curriculari e dunque gli insegnanti sono in un numero superiore rispetto ad altri istituti) e ciò produrrebbe un forte rigetto".
I dirigenti scolastici non sono contrari alla necessità di razionalizzare la spesa, ma lo sono quando diventa, sottolinea Luigi Bianchi, preside dell'Istituto "Toniolo" di Massa, un impedimento al raggiugimento degli obiettivi formativi. "Ci sono istituti - aggiunge - che nel territorio hanno un ruolo culturale, sociale ed economico - la scuola del Marmo, il liceo artistico, gli istituti professionali - il cui valore non può essere negato sulla base di calcoli aziendalistici". Ed è chiaro che il problema sia anche di natura sindacale. "Il rapporto - osserva Fabrizio Rocca Cgil-Scuola - alunni/insegnanti non è rappresentativo dell'onere che produce un istituto sulla spesa statale. La presa in considerazione di quel dato è scorretta". Cgil punta il dito poi sul tipo di approccio con cui il ministro Moratti sta portando avanti la politica di tagli all'istruzione pubblica. "Invece di partire - aggiunge Rocca - dai bisogni formativi del territorio, il sistema-scuola è percepito solo come un costo, quel che appare oneroso deve essere eliminato. Senza tener conto del costo sociale dell'abbandono scolastico. Il diritto all'istruzione - che sino ad oggi ha significato emancipazione - è divenuto merce. Che deve produrre un'opportunità che crei a sua volta denaro, con uno stravolgimento del valore dell'istruzione".
C'è poco di nuovo in questi progetti appena stilati dal ministero, dicono i Cobas Scuola che si stanno confederando a livello provinciale con i Cobas dell'industria privata. "Già a luglio - sottolinea Paolo Vannucci, coordinatore provinciale - quando manifestammo di fronte alla sede Rai di Palermo eravamo consapevoli che a livello nazionale non ci sarebbero stati più di 4000 assunzioni di precari, che in Italia son ben 40.000. La visione aziendalistica della scuola da parte del governo rivela l'intenzione di convogliare altrove eventuali stanziamenti. Inoltre denunciamo la scarsa fattività dei sindacati con un distinguo per la Cgil".