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Il Tirreno-Pisa-Tutti contro la riforma Moratti dai docenti agli amministratori

Tutti contro la riforma Moratti dai docenti agli amministratori I prof riuniti hanno votato una mozione in cui chiedono le dimissioni dei rettori se la legge dovesse essere approvata ...

29/09/2005
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Il Tirreno

Tutti contro la riforma Moratti dai docenti agli amministratori
I prof riuniti hanno votato una mozione in cui chiedono le dimissioni dei rettori se la legge dovesse essere approvata
GIOVANNI PARLATO


PISA. Mentre in Senato, ieri mattina, iniziava la discussione della riforma Moratti sullo stato giuridico dei docenti universitari, nella maggior parte dei rettorati italiani si svolgevano assemblee. Così è stato anche per la nostra città, dove i docenti si sono ritrovati nell'atrio del Palazzo alla Giornata proprio mentre era in corso il consiglio d'amministrazione. Hanno votato una mozione in cui chiedono al rettore e alla Crui (Conferenza italiana dei rettori) di non escludere la possibilità delle dimissioni di tutti i rettori nel caso in cui la legge fosse approvata.
Questa mozione è stata presentata al consiglio d'amministrazione che, al termine di una lunga sessione, ha fatto proprio il comunicato della Crui e ha preso atto della mozione dell'assemblea dei docenti.
Prima dell'inizio dell'assemblea, abbiamo incontrato alcuni docenti per commentare quanto sta accadendo cominciando dal fatto che la maggioranza di governo, per accelerare l'iter, ha spostato dalle commissioni all'aula di Palazzo Madama una legge rimasta bloccata da 60 giorni.
"Questa legge ha contro il mondo accademico - ha detto Marina Vailo, ricercatrice di Lingua e Letteratura Romanza il cui dipartimento ieri mattina si è espresso contro la riforma Moratti -. In Italia, sono 65 gli atenei che si sono espressi in modo contrario alla legge. Comunque, se non ci fossimo mossi per tempo, se non avessimo organizzato la protesta a livello nazionale e in modo compatto, la riforma Moratti sarebbe già stata approvata".
"Guardando al percorso che dovrebbe fare la legge - afferma Maurizio Persico, docente di Chimica - il tempo a disposizione non è molto. Inizia la discussione in Senato e poi approderà alla Camera dove troverà la finanziaria. Anche se la legge dovesse essere approvata, l'attuale governo non avrebbe il tempo per i decreti attuativi che rendono realizzabile la riforma. Di fatto, la riforma causerebbe soltanto il blocco dei concorsi per un lungo tempo. Poi, ci sarebbero le elezioni e la coalizione vincente dovrà affrontare delle priorità. Quando la programmazione politica rientrerà nella normalità, saranno affrontati anche i problemi dell'università". "Oltre a bloccare i concorsi - continua Persico - la riforma mette in contrasto i ricercatori d'oggi che aspirano a diventare associati con le nuove leve che potrebbero diventare professori di colpo".
Anche Laura Semini, ricercatrice d'informatica, è molto critica: "Il governo vuole forzare i tempi, ma la riforma sullo stato giuridico dei docenti è materia molto complessa che non si può affrontare con un iter semplificato. Ci sono molti emendamenti alla riforma e non tenerli in considerazione è sbagliato e riduttivo. Il governo è stato e continua a essere sordo alle istanze di ritiro della legge che arrivano dalla stragrande maggioranza degli atenei e del corpo accademico. E questo è molto grave".
Il documento della Conferenza dei Rettori (Crui) fatto proprio dal cda dell'ateneo pisano esprime "profondo sconcerto per la procedura che si sta adottando nel tentativo di approvare frettolosamente un testo di riforma dello stato giuridico dei docenti universitari.
La Crui giudica inaccettabile che sia stata troncata la discussione nella competente commissione parlamentare su un testo che doveva essere ancora definito nei suoi contenuti". L'assemblea dei docenti di ieri in rettorato ha approvato una mozione in cui vengono ribadite "le più aspre critiche al Ddl sulla riforma dello stato giuridico dei docenti che rischia di diventare legge questa settimana; esprime sconcerto per la totale sordità del governo di fronte alle innumerevoli istanze di ritiro provenienti dal mondo universitario nonché alle richieste di sostanziale modifica provenienti da una significativa parte dei parlamentari. Infine, sollecita il rettore di Pisa e la Crui a porre in atto ogni forma di protesta, spingendosi fino alle dimissioni di tutti i rettori prima che avvenga la definitiva approvazione del Ddl".


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