Il Tirreno-Non iscriveteli troppo presto
SCUOLA NON ISCRIVETELI TROPPO PRESTO Alcuni dirigenti scolastici (chi per opportunis...
SCUOLA
NON ISCRIVETELI TROPPO PRESTO
Alcuni dirigenti scolastici (chi per opportunismo di carriera, chi per una "sana" competizione fra le scuole-aziende, chi per paura dei fulmini della Moratti), assistiti da una degna corte di vice e di insegnanti collaboratori, spingono i genitori ad iscrivere anticipatamente i loro figli alla scuola dell'infanzia o a quella elementare. Spesso i genitori, convinti che sia un bene accelerare i tempi della crescita dei loro figli/e, cadono nella trappola. Ci sono poi insegnanti che, per una miope difesa del posto di lavoro (miope perché con la riforma a regime l'occupazione, nella scuola, si ridurrà ulteriormente), magari cedendo alle pressioni del dirigente, sono disponibili ad accogliere questi bimbi "precoci".
Ma queste scelte sono rispettose dei bisogni reali e delle condizioni psicologiche delle bambine e dei bambini per i quali i cambiamenti (e questo è tanto più vero quanto più sono piccoli) si misurano in mesi e non in anni? Non aumenteranno, in questo modo, i casi di difficoltà e di disagio? La dottoressa Francesca Stefani, insegnante e psicoterapeuta (del cui intervento al corso di aggiornamento tenuto all'istituto comprensivo di Camporgiano, riportiamo alcuni stralci) esprime forti riserve su questa questione: "... È dopo la fase del consolidamento dell'individualità, secondo il pensiero di M.S. Mahler, che l'assenza della madre può essere sostituita almeno in parte con la presenza dell'immagine interna, sicura e stabile, garantendo al bambino di superare il disagio della separazione. Prima del terzo anno, il bambino ha necessità di una continua disponibilità emotiva della madre o di un adulto... Il rapporto numerico inadeguato tra presenza dell'adulto e bambini, nella scuola dell'infanzia ostacola tale processo (si pensi che nell'asilo nido il rapporto è di un educatore per otto bambini)... Le separazioni precoci ostacolano lo sviluppo equilibrato dell'Io perché mettono il bambino di fronte ad eventi angoscianti che non sempre è in grado di fronteggiare e vanno a indebolire la fiducia negli aspetti buoni del sé.
Intorno ai cinque anni il bambino si trova ad affrontare e rielaborare gli investimenti edipici (relazione del bambino con il singolo genitore o con la coppia)... Ora, considerando che per apprendere è necessaria una stabilità emotiva e questa è strettamente dipendente dal superamento delle fasi conflittuali, l'inserimento a cinque anni nella scuola primaria si svolgerebbe nel pieno delle angosce. Il bambino non potrà apprendere in modo costruttivo perché i processi di attenzione e concentrazione sono disturbati da ansie sottostanti; per difesa potrà attuare processi conoscitivi di tipo adesivo (imparare a memoria), esprimere il suo disagio con una limitazione dei lati immaginativi e creativi del sé o ancora esprimere le angosce sotterranee con disturbi comportamentali, somatici, fobie improvvise o disturbi alimentari...".
Valter Tarabella Camporgiano