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Il Tirreno-Così si uccidono le scuole d'arte

COSÌ SI UCCIDONO LE SCUOLE D'ARTE Qual considerazione ha questo governo dell'arte e della cultura artistica che caratterizza l'identità culturale italiana? Con la bozza di ri...

29/01/2005
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Il Tirreno

COSÌ SI UCCIDONO LE SCUOLE D'ARTE
Qual considerazione ha questo governo dell'arte e della cultura artistica che caratterizza l'identità culturale italiana? Con la bozza di riforma divulgata dal Ministero dell'Istruzione appare evidente che i duecento esperti hanno dimenticato che esistono circa 122 Licei Artistici e un numero maggiore d'Istituti d'Arte (181) che hanno contribuito da sempre al primato dell'Italia nella cultura artistica.
Così l'istruzione viene omologata a un unico modello che frammenta le conoscenze e penalizza le discipline artistiche. L'apprendimento appare solo di tipo storico-teorico, il massiccio decurtamento delle ore dei laboratori non consente più né l'acquisizione di competenze specifiche, né il raggiungimento di livelli minimi di conoscenze.
L'accorpamento dei vari indirizzi e la soppressione di alcuni di essi viene inoltre aggravata da una drastica riduzione del monte orario delle principali discipline di indirizzo che nel progetto Michelangelo passa, nel quinquennio, da un totale di 53 ore settimanali a sole 20 complessive per le discipline geometriche, a 17 per le discipline pittoriche e a 14 per le discipline plastiche!
Spariranno gli indirizzi di disegno industriale, moda e costume, grafica, rilievo e catalogazione dei beni culturali e ambientali. Gli indirizzi speciali, presenti soprattutto negli istituti d'arte e legati a cultura e tradizioni territoriali, come ad esempio arte e restauro dell'alabastro, del mosaico, del corallo, del vetro, del mobile, della ceramica, dell'oro e dei metalli preziosi, non si sa quale destino potranno avere.
Le scuole d'arte (Licei Artistici e Istituti d'Arte) si sono da sempre caratterizzate per la loro capacità di legare alla grande cultura artistica italiana, la ricchezza delle opportunità offerte dalla tradizione dei singoli territori, creando così identità culturali molto differenziate: perché si vuole annullare questo enorme patrimonio?
La globalizzazione va fatta coincidere con la capacità di far emergere la qualità del proprio essere all'interno del mercato globale. Allora non si può disconoscere che il Marchio Italia si fonda su una peculiarità di vedere e pensare, strettamente collegata alla creatività che nasce dal fare.
Inoltre, quale destino avranno i laboratori dei licei artistici e quale collocazione potranno avere questi docenti? Ma forse il vero obiettivo del Governo è soltanto il licenziamento dei docenti soprannumerari e finanziare con i risparmi ottenuti la presunta riforma scolastica. Pertanto facciamo appello a tutti i colleghi dell'area artistica affinchè facciano sentire la propria voce in una protesta collettiva.
Biagio Cuomo Grosseto


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