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Il test di Medicina fa arrabbiare i prof “Maturità snobbata”

Tra una settimana la prova per le facoltà a numero chiuso Rivolta contro l’anticipo: “Studenti distratti, dopo sarà dura”

01/04/2014
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la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA.
Nei licei di Bari, scientifici e classici, gli insegnanti del quinto anno hanno sospeso i compiti in classe. I ragazzi non studiano più per la stagione scolastica né hanno iniziato a preparare la Maturità. «Li vediamo, sono tesi e stanchi». Davanti a loro, e due mesi prima dell’esame di Stato, i ragazzi delle superiori hanno un nuovo ostacolo, che da tempo ha i connotati della prova da stress e che, quest’anno, con la rivoluzione voluta dall’ex ministro Francesco Profumo, è diventata la priorità: il test per l’accesso alle facoltà a numero chiuso, in particolare la prova per Medicina.
«Fino a metà aprile non faremo verifiche e manterremo il livello dell’impegno quotidiano basso», spiegano al classico Orazio
Flacco. Gli alunni spesso sono assenti. «Gli aspiranti medici, se possono, restano a casa sui libri dei quiz, chi si presenta in aula chiede di non essere interrogato ». Il test, per loro, arriverà martedì prossimo: sei candidati su sette resteranno comunque fuori da Medicina. «Se dovessimo fare ora versioni di greco in classe e interrogazioni di matematica, pregiudicheremmo la media degli alunni, anche i migliori. E il voto di maturità si abbasserebbe pesantemente». Il preside dell’Orazio Flacco, Antonio d’Itollo, dice: «I test sono stati collocati nel periodo più sbagliato». Marcello Tendi al Socrate di Bari (Classico) si occupa di orientamento. «Ho visto i ragazzi affaticati, nervosi», racconta: «È da ottobre che in classe i libri dei test si vedono accanto ai libri di scuola ». Al Socrate hanno realizzato corsi preventivi: moduli da 15 ore l’uno. Allo scientifico Scacchi
lo fanno da tempo: «L’anno scorso il 98 per cento degli studenti è stato ammesso a Medicina». Quasi tutte le università, d’altronde, offrono giornate di prova.
Tra i maturati — mezzo milione in media — saranno 90-100 mila gli studenti ad aver tentato l’accesso a tutte le facoltà a numero chiuso. L’anno scorso furono 84 mila solo per Medicina: si prevede una contrazione. «Negli ultimi due anni le cose sono peggiorate », spiega Rosa Soriano, docente di Lettere al classico Vittorio Emanuele II di Lanciano. Nel 2013 i test furono retrocessi a luglio. Quest’anno, con l’ulteriore retrodatazione ad aprile, «anche i migliori stanno accusando un calo del rendimento scolastico».
Dallo scientifico Nuzzi di Andria hanno chiesto al ministro Stefania Giannini di tornare a settembre per i test 2015. Diversi presidi bolognesi, del Righi, del Sabin, hanno scritto al ministero: «Chi ha deciso le date delle prove ha mostrato disinteresse per chi frequenta la scuola di secondo grado». Alla redazione di Repubblicasono arrivate decine di segnalazioni. Due genitori fiorentini hanno raccontato: «I nostri figli, gemelli, frequentano la quinta scientifico al Da Vinci di Firenze, il quarto anno l’hanno fatto negli Stati Uniti (Marta) e in Venezuela (Lorenzo). Fin qui hanno avuto un percorso scolastico più che buono, ma ora sono prostrati dalla concomitanza dei due esami». Il padre di una ragazza diciottenne: «Studia da
più di un anno come una suora di clausura a scapito di una corretta preparazione scolastica e la scorsa settimana ha partecipato al test d’ingresso all’Università Cattolica di Roma per Medicina. Un mercato delle vacche: 8500 ragazzi costretti a sperare di vincere la lotteria ed entrare tra i 270 fortunati».
C’è chi accetta il gioco, comprende la necessità di dare alle università italiane un timing europeo e chiede alla scuola di temprare i figli: «Come genitori di una ragazza nata nel ‘95 siamo contenti che il test di Medicina sia stato anticipato. Lei è determinata ad affrontare entrambi gli esami: gestire priorità e impegni che si sovrappongono sarà una grande prova di maturità».​


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