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Il Tempo: Nelle scuole italiane arrivano i rangers di Fioroni

Avranno il compito di vigilare perchè tutto fili liscio. Sono i circa 350 ispettori della Pubblica Istruzione che il ministro Fioroni intende sguinzagliare sul territorio per evitare che le indicazioni partite da viale Trastevere restino lettera morta

03/09/2007
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Il Tempo

di NATALIA POGGI .

Avranno il compito di vigilare perchè tutto fili liscio. Sono i circa 350 ispettori della Pubblica Istruzione che il ministro Fioroni intende sguinzagliare sul territorio per evitare che le indicazioni partite da viale Trastevere restino lettera morta. Controlleranno che le norme vengano applicate ma aiuteranno anche le scuole a farlo. Il ministro ha, infatti, avviato le procedure per rimettere in sesto un corpo ispettivo che negli anni si era andato via via prosciugando, nel numero e nel ruolo. Intanto, sta per partire il reclutamento (attraverso un concorso) di circa 150 nuovi ispettori (che si aggiungono ai circa 200 già in ruolo), ma la vera novità è che si tratterà di persone alle dirette dipendenze del ministro. Questa Task Force - che rappresenta l'anello di collegamento tra l'Amministrazione centrale e le istituzioni scolastiche - interverrà nella formazione e nell'informazione dei dirigenti scolastici ma anche verificando il corretto funzionamento della scuola secondo le regole vigenti e intervenendo su eventuali patologie. Distorsioni rispetto alla naturale missione della scuola («istruire ed educare» ha più volte insistito il ministro) che non sono certo mancate nel passato anno scolastico: dalla vicenda dell'alunno disabile che a Ragusa picchiava i compagni e disturbava le lezioni, al suicidio dello studente sedicenne di un istituto tecnico commerciale di Torino stanco di essere deriso dai compagni al caso di Rignano Flaminio, tante sono state le occasioni in cui viale Trastevere ha inviato ispettori per accertare i fatti. I compiti specifici degli ispettori - spiegano al ministero - sono tanti: verifica e controllo dell'applicazione delle norme nelle scuole, statali e paritarie; assistenza e vigilanza sugli esami di Stato (nell'ultima edizione delle maturità un centinaio di scuole scelte a campione sono finite sotto la lente degli ispettori); verifica dell'andamento didattico con specifici riferimenti all'insegnamento delle varie discipline; sostegno ai collegi dei docenti per la progettazione, nell'ambito del Piano dell'offerta formativa, delle diverse attività, curricolari ed extracurricolari; supporto ai processi di miglioramento della qualità della didattica e della formazione dei docenti; aiuto nelle operazioni di valutazione degli apprendimenti; verifica e sostegno alle attività di laboratorio, soprattutto negli istituti tecnici, professionali e artistici. Insomma, una mole di lavoro considerevole. «È importante - spiega Fioroni - che non ci si fermi alla politica degli annunci. E il contributo degli ispettori perchè quel che è stato deciso si faccia davvero è fondamentale. Soltanto così si potrà restituire serietà alla scuola e serenità a genitori e ragazzi». Tra le novità di quest’anno l'obbligo di istruzione a 16 anni che comincerà a muovere i primi passi. Il regolamento attuativo della Finanziaria nella parte in cui prevede l'istruzione obbligatoria per almeno 10 anni è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Nel provvedimento si stabilisce che l'obbligo di istruzione si realizzerà dall'anno scolastico 2007-2008 (quello che sta per cominciare) in una prima fase di attuazione che assume carattere di generale sperimentazione. In questo modo - spiegano al ministero - si può sviluppare un progressivo e condiviso processo di innovazione, che prevede il coinvolgimento attivo delle istituzioni scolastiche e delle autonomie territoriali. Il regolamento, che è stato registrato dalla Corte dei Conti venerdì, definisce le competenze e le conoscenze essenziali, da raggiungere nei primi due anni delle superiori, riferite a quattro assi culturali: del linguaggio, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale. L'adempimento dell'obbligo è finalizzato al conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18/o anno di età. Non solo. Offre anche strumenti per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e formativa che rappresenta uno dei problemi ancora presenti in Italia, soprattutto per i giovani di 14-18 anni. n.poggi@iltempo.it


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