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Il Tempo-La battaglia per gli insegnanti di sostegno

La battaglia per gli insegnanti di sostegno di NATALIA POGGI LA SCUOLA ricomincia e per molti genitori di studenti disabili è giunta l'ora di indossare l'elmetto e scendere in trincea. La bat...

07/09/2005
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Il Tempo

La battaglia per gli insegnanti di sostegno
di NATALIA POGGI LA SCUOLA ricomincia e per molti genitori di studenti disabili è giunta l'ora di indossare l'elmetto e scendere in trincea. La battaglia di settembre si combatte per gli insegnanti di sostegno assegnati e mai arrivati oppure per le ore di aiuto arbitrariamente decurtate. "È sempre la stessa storia - dice Andrea Ricciardi, segretario di Sfida (Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità) - Ogni inizio di anno scolastico ci ritroviamo a difendere i nostri diritti e per paradosso il nostro nemico diventa lo Stato, le istituzioni che dovrebbero garantirci. La verità è che il 45% degli insegnanti di sostegno non sono di ruolo e dunque in perenne rotazione. Per motivi di risparmio vengono poi sistematicamente ridotte le ore di sostegno, anche se sono state specificatamente richieste nella diagnosi funzionale del bambino che è realizzata da una commissione H di esperti. La legge parla chiaro: ogni 138 normodotati ci deve essere un insegnante di sostegno. E dunque si taglia. I ragazzi disabili sono all'incirca 120.000 e i docenti di sostegno la metà". Cosa chiedete voi? "Per rispetto dei nostri ragazzi che hanno uguali diritti e non sono cittadini di serie B - prosegue Ricciardi - chiediamo le nomine dal 15 settembre e se il CSA (ex Provveditorato agli Studi) non ha fatto le graduatorie, che il docente venga designato dal preside. E che l'insegnante prescelto resti per tutto l'anno, anzi per tutto il ciclo scolastico. Per assicurare una continuità didattica ai bambini. Inoltre non è possibile che una commissione del Csa in maniera totalmente arbitraria riduca l'orario di sostegno senza neanche conoscere il bambino e fregandosene completamente della diagnosi funzionali degli esperti che lo hanno in cura". Come si fa a far valere i propri diritti, dunque? "Avvocati e magistrati purtroppo non servono a niente perchè le vie giudiziarie sono molto lente. Meglio andare a protestare direttamente al Csa e insistere molto, battere i pugni sui tavoli, se necessario, perchè quelli sono bravissimi a sviarti, a non trovare le pratiche, a trovarle e riperderle ecc. La cosa migliore è far rumore, casino, creare il caso locale ecc." Qualche esempio? "Uno per tutti. Due gemelle delle elementari con la stessa disabilità. La diagnosi per entrambe prevede 18 ore di sostegno settimanali. A una vengono concesse, all'altra arbitrariamente decurtate a 9 ore. È una battaglia di civiltà. L'importante è essere in tanti a combatterla. E siamo davvero tanti: non dimentichiamo che il 14% delle famiglie italiane ha un figlio disabile".


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