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Il Salvagente: Oggi è giusto non andare a scuola, scioperano Cgil e Gilda, torna l'Onda

Epifani alla manifestazione di Palermo. Iniziative in tutta Italia. Migliaia di "esuberi".

18/03/2009
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Oggi è giusto non andare a scuola. Scioperano Cgil e Gilda. Torna in piazza l'Onda degli studenti. Ci sono migliaia di posti in pericolo. Oltre 42.000 quelli degli insegnanti, più di 15.000 quelli degli assistenti scolastici. Il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, presenta il conto degli esuberi: siamo a più di 57.000 persone. Il segretario generale della Cgil parteciperà in prima persona a una delle tante manifestazioni di oggi. Guglielmo Epifani parlerà a Palermo. Fallito ogni tentativo di conciliazione con il ministero dell’Istruzione, i docenti hanno indetto uno sciopero che vede unite la Gilda degli insegnanti e la Cgil; e che coinvolge tutti i settori della conoscenza (docenti, personale ATA, dirigenti scolastici, ricercatori e tecnologi, tecnici e amministrativi, formatori e precari).

Le principali tappe di domani

"Per uscire dalla crisi investendo nella conoscenza": è questo lo slogan che accompagnerà, con manifestazioni in tutte le regioni italiane, lo sciopero generale indetto dalla Flc Cgil. A Palermo si terrà una iniziativa nazionale al teatro Politeama alle 9,30, alla quale, con le conclusioni di Epifani, parteciperà Mimmo Pantaleo, segretario generale nazionale della Flc Cgil. A Roma la manifestazione regionale è prevista in piazza SS. Apostoli, dalle 9,30; e a Milano con partenza da Bastioni di Porta Venezia e arrivo in Piazza Duomo. A Torino l'iniziativa prevede un corteo che partirà da piazza Arbarello per concludersi in piazza Castello, con l'intervento del segretario generale della Cgil del Piemonte, Vicenzo Scudiere. Mentre in Emilia-Romagna l’appuntamento è a Bologna, in piazza Nettuno, a partire dalle 9.

Il ritorno dell’Onda

E quando nel mare si alza la tempesta, si potrebbe azzardare, ecco che torna l’Onda. Il movimento studentesco ha infatti annunciato la sua partecipazione dopo i bagni di folla dello scorso autunno. Torino, Palermo, Roma. E poi Padova, Napoli, Milano, Genova. Gli universitari ci saranno, insieme ai ricercatori e lavoratori precari degli atenei.

"Lo sciopero lanciato dal sindacato è una prima occasione di rilancio: torniamo in piazza", è l'appello della Sapienza in Onda sul sito di Uniriot . L'invito è rivolto anche a "precari e studenti medi" perché questo è un momento "decisivo" per il movimento. "Le conseguenze dei tagli del governo si vedono già - afferma Alioscia Castronovo dell'Onda di Lettere dell'università romana La Sapienza - è stato annunciato il prossimo aumento delle tasse e del numero chiuso". Dopo l'approvazione della legge 133 e del dl 180, cioè la riforma Gelmini sull'università, si misurano i primi effetti. Ma tra i motivi della protesta c'è anche il ddl 116, meglio conosciuto come norma "ammazzaprecari", che dev'essere approvato dal Senato entro marzo.

Cisl Scuola alla Gelmini: "Più rispetto ai presidi e tutto il personale"

"Rispetto per i dirigenti scolastici e per il personale della scuola". È quanto chiede al ministro dell’Istruzione Gelmini Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, che pur non partecipando allo sciopero di domani ci tiene evidentemente a chiarire la sua posizione. "Quando i dirigenti scolastici denunciano le obiettive difficoltà di gestione amministrativa e di funzionamento didattico delle scuole a causa della costante riduzione delle risorse finanziarie e delle dotazioni di personale loro assegnate non fanno politica, ma esercitano correttamente e responsabilmente il loro ruolo istituzionale". "Il Ministro la smetta, dunque", invita Scrima, "con le sue reiterate esternazioni pubbliche contro i dirigenti scolastici; e si attivi, piuttosto, per dare risposte tempestive alle scuole".

Rino Di Meglio (Gilda): In mezzo alla strada oltre 57mila lavoratori

"Il motivo della protesta", spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, "sono i tagli previsti dal ministero, che dal prossimo anno scolastico getteranno in mezzo a una strada 42.100 docenti e 15.167 lavoratori ATA. Io non sono certo un economista – dice di Meglio – ma in un momento di grande crisi come quello che stiamo vivendo oggi, non mi sembra una ‘buona mossa’ togliere il lavoro a oltre 57.000 persone. Questo Governo ha stanziato ingenti risorse economiche per salvare Alitalia, risollevare la Fiat…non capisco perché a pagare sia solo il mondo della scuola", accusa amaro.

I precari saranno i primi a scontare i tagli

E ricorda gli enormi problemi che sta vivendo oggi chi lavora nel settore, a partire dalla drammatica situazione dei precari: "Saranno soprattutto loro a scontare la grave riduzione di organico. Se pensiamo che quest’anno si contano 90mila supplenti, e in tre anni è previsto il taglio di 87mila posti di lavoro, calcolatrice alla mano è facile prevedere chi saranno i primi a pagare". Il coordinatore della Gilda sottolinea anche come il blocco delle assunzioni abbia penalizzato ulteriormente la categoria, oltre ad aver violato il protocollo firmato lo scorso 11 dicembre, che garantiva l’assunzione di almeno una parte di docenti precari: "Con il provvedimento voluto da Brunetta ci sarà il blocco totale. E questo rappresenta un ulteriore motivo di dissenso con la politica scolastica che questo esecutivo sta conducendo".

Se la Gelmini dice più tempo pieno, vorrei gli indirizzi di quelle scuole

Altro capitolo sul quale Di Meglio esprime forti critiche è quello del tempo pieno che, secondo le ripetute dichiarazioni del ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, sarà assicurato e anche aumentato: "Non voglio polemizzare con il ministro – anticipa – dico solo che come insegnante ho i piedi ben piantati per terra. Se la Gelmini conoscesse una sola scuola autorizzata in più a tempo pieno rispetto all’anno scorso, ne vorrei conoscere l’indirizzo. A quel punto sono anche disposto a chiedere scusa".

A cosa porterà lo sciopero? Non lo so, ma per me è un dovere

Di Meglio si augura che allo sciopero aderiranno altre sigle sindacali, così da rinnovare quell’unità che ha animato la grande manifestazione nazionale del 30 ottobre scorso. "Ma visti i recenti dissapori tra Bonanni, leader della Cisl, ed Epifani (Cgil), non nascondo i miei dubbi", confessa. E non si esime dal rispondere a un’ultima domanda: visto che il grande sciopero del 30 ottobre non ha portato i risultati sperati, cosa pensate concretamente di ottenere il 18 marzo, peraltro senza quell’unità sindacale che oggi sembra un miraggio? "Rispondo con grande sincerità. Non so quali obbiettivi riusciremo a raggiungere. Altrettanto onestamente, però, le dico che ho dei precisi doveri verso i miei colleghi e i lavoratori che rappresento. E quando mi chiederanno cosa abbiamo fatto per fermare tutto questo, voglio poter rispondere che abbiamo tentato di tutto".


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