Il Riformista: Viva la Moratti-Elogio riformista del voto in condotta
VIVA LA MORATTI Elogio riformista del voto in condotta Per una volta saremo banali, scontati, filogovernativi e conformisti: sosterremo quello che sostengono e pensano il 97% delle famigli...
VIVA LA MORATTI
Elogio riformista del voto in condotta
Per una volta saremo banali, scontati, filogovernativi e conformisti: sosterremo quello che sostengono e pensano il 97% delle famiglie, il 94% dei docenti e l'89% degli studenti. Applaudiamo anche noi alla reintroduzione del voto in condotta, rimosso dal centrosinistra. I dati sono frutto di un sondaggio Istat, quindi, speriamo, al di sopra di ogni sospetto. La riforma della scuola voluta dal ministro Letizia Moratti prevede che i docenti degli istituti di istruzione e formazione effettuino "la valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli allievi". Il ripristino del voto in condotta dovrebbe attestare il grado di maturità sociale e responsabilità che giustifica "l'inscindibile unità di logica ed etica tra istruzione ed educazione".
La reintroduzione del sistema di valutazione del comportamento prevede tuttavia una differenza rispetto al passato: il voto farà media con la valutazione delle altre discipline mentre prima il 7 poteva comportare bocciatura. Anche per questo non ha senso parlare di spada di Damocle per gli studenti 'difficili' delle periferie. Per 'comportamento' si intende la capacità di autocontrollo in classe e nei rapporti interpersonali. Vuol dire che attraverso una valutazione si potrà evidenziare che il ragazzo, o la ragazza, sa far di conto ma non ha rispetto per il compagno di banco. Che studia la storia ma disturba. Dire pertanto che la riforma Moratti è restauratrice perché ha reintrodotto il voto in condotta, è una sciocchezza che non condividiamo. Chiunque abbia a che fare con bambini o ragazzi sa bene quanto sia importante dare regole e qualche volta imporle. Così come è doveroso da parte degli educatori valutare l'apprendimento, è altrettanto necessario premiare, attraverso un voto, chi ha consentito l'ordinato svolgimento delle lezioni e chi ha dimostrato di saper convivere con gli altri.
Consentiteci, infine, la cronaca di un episodio che se fosse capitato in una scuola professionale del meridione non avrebbe suscitato tanto clamore, ma essendo avvenuto al liceo Parini di Milano ha dell'incredibile. Che i figli della borghesia si siano più volte resi protagonisti di atti vandalici è pacifico; quel che non riusciamo a digerire è la continua ricerca di attenuanti e giustificazioni. In occasione dell'allagamento del Parini, l'Unione degli studenti parlò di "sintomo di disagio" e si appellò a un qualunquistico "gli studenti stanno male". Allontanare gli allievi dalle scuole può essere un errore (soprattutto dove c'è il rischio dell'abbandono scolastico), potrebbe anche essere il segno di una rinuncia al ruolo di educatori. Ma valutare la capacità di convivenza è un'esigenza anche per i genitori. È necessario sapere come un ragazzo e una ragazza si comportano 'lontano da casa' e se questi sbagliano è sacrosanto punirli, anche con un voto. Molti sostengono che la Moratti abbia fatto tanto nell'interesse di pochi. La reintroduzione del voto in condotta è una scelta coraggiosa che colpirà pochi (maleducati) e accontenterà molti.