Il Riformista: Perché Fioroni ha ragione
ESAMI DI RIPARAZIONE
Ci sono casi in cui una scelta può dirsi «riformista» anche se comporta un ritorno al passato. Se una riforma non ha dato i frutti sperati, agisce da «riformista» chi ha il coraggio di accantonarla per fare un passo indietro. La premessa serve a spiegare perché dedichiamo un applauso a Beppe Fioroni, che qualche volta - anche nel recente passato - abbiamo “pizzicato”. Il ministro della Pubblica istruzione si è schierato a favore del ritorno agli esami di riparazione accantonati, ormai tanti anni fa, a favore dello strumento dei «debiti formativi». Quest'ultimo sistema ha mostrato più d'una pecca. «Il 41 per cento dei ragazzi - ha spiegato Fioroni - accede con debito formativo all'anno successivo di corso. Di questi, negli anni scorsi e fino ad oggi, solo uno su quattro riesce a recuperare». La qual cosa, alla lunga, può essere anche rischiosa per il sistema paese. Basti pensare solo all'allarme «matematica», su cui quattro studenti su dieci sono in ritardo.
Per la posizione espressa, Fioroni (che ieri ha spiegato che i corsi di recupero comunque rimarranno) si è attirato critiche da destra e manca. Sul tema è intervenuta anche Rosy Bindi. «È giusto prendere posizione e intervenire di fronte al fallimento dei debiti formativi», ha detto il ministro della Salute. «Ma il ritorno al passato con gli esami di riparazione a settembre - ha aggiunto - rischia di rappresentare una risposta facile ma non efficace». La posizione di Fioroni tutto ci sembra tranne che «facile», altrimenti non si sarebbe attirata le critiche di mezzo mondo. Quanto all'efficacia, gli esami di riparazione sono stati un cardine del sistema dell'istruzione italiana per decenni. E in quei decenni, la matematica - oltre a non essere un'opinione - non rappresentava neanche un allarme.