Il rebus degli insegnanti, a settembre possibili 100 mila trasferimenti
Dovrebbero sfiorare quota 100 mila le domande presentate dagli insegnanti per cambiare provincia: la scadenza è stata prorogata a venerdì 3 giugno, ma i dati ufficiosi della Uil anticipano quello che sarà il rebus dei trasferimenti
Valentina Santarpia
Oltre 92 mila domande inserite nel sistema, quasi 75 mila quelle inoltrate: anche se ventimila prof stanno aspettando di formalizzare la propria richiesta di trasferimento, iniziano a delinearsi i contorni della mobilità straordinaria per il prossimo anno scolastico. Una mobilità, quella definita dalla legge 107, che potrebbe essere meno massiccia del previsto: se la Uil parlava fino a qualche giorno fa di 250 mila richieste in arrivo, a poche ore dalla scadenza - prorogata a venerdì 3 giugno per evitare il black out della festa della Repubblica - è lo stesso sindacato a tirare le somme e a constatare che, tranne sorprese dell’ultimo minuto, saranno circa 100 mila alla fine le richieste di spostamento. Una buona notizia per i prof delle fasi B e C, che temevano di non avere nessuna speranza di trasferirsi, visto che le loro richieste verranno prese in considerazione solo dopo quelle dei vecchi assunti e di quelli assunti nella fase 0 e A. Ma fino a che non saranno completate tutte le procedure, e verranno incrociate le richieste, non si potrà capire effettivamente quanti si sposteranno: «È un puzzle- fanno sapere dal Miur- che va composto incrociando le richieste».
Scongiurato il rischio transumanza?
Per la fase B della mobilità, riferita ai soli docenti entrati in ruolo entro il 2014, e che hanno chiesto trasferimento interprovinciale, dovrebbero essere state compilate 36.296 domande. Di queste 7.257 solo inserite ma non inoltrate e 29.039 già inoltrate e messe in archivio. Della fase B della mobilità, riferita ai neoassunti da concorso 2012 risulterebbero inserite 16.381 domande, mentre per la fase C della mobilità risulterebbero 36.609. A scoraggiare le domande potrebbe essere stata la paura di finire da un vecchio «regime» provinciale al nuovo ambito territoriale, con la chiamata diretta dei presidi e le nuove regole stabilite dalla «Buona scuola». Un docente vecchio assunto o di fase «0» o A infatti poteva chiedere ancora l’assegnazione ad una determinata scuola in una specifica provincia. Per cambiare provincia invece bisognava accettare di rientrare negli ambiti interprovinciali di cui fanno parte le reti di scuole, aspettando poi la scelta del dirigente scolastico. Un rischio che molti hanno preferito non correre, e che forse eviterà la «transumanza» temuta di professori da una regione all’altra dell’Italia.
I trasferimenti d’ufficio
All’appello mancano però 339 domande di coloro che hanno vinto il concorso e 2.605 domande da parte di quanti sono nelle graduatorie ad esaurimento (GAE). Per questi ultimi, se non presenteranno la domanda scatterà il trasferimento d’ufficio con punti zero. La sede a cui erano stati assegnati, infatti, era solo provvisoria: e senza una domanda di trasferimento, con l’elenco delle sedi in ordine di preferenza, il Miur dovrà assegnare le cattedre rimanenti in base allo scorrimento della graduatoria.