«È nato dall´unione tra la negletta tradizione classica e le tecnologie più avanzate»
Due anni per lo sviluppo, poi il test di otto docenti e 250 studenti. Da lunedì sarà sul web
SIMONETTA FIORI
Su iniziativa della Fondazione Agnelli, in partnership con l´Ansas (agenzia del Miur), dalla prossima settimana tutti i licei italiani potranno averlo collegandosi a www.fga.it. Il nuovo maestro digitale è figlio di un´unione inedita, tra la negletta tradizione classica e la ricerca tecnologica più avanzata. Ora è pronto a confrontarsi con il grande pubblico del web. Avvertono però gli studiosi che l´hanno brevettato: Cicero non aiuta a copiare, ma a ragionare sul testo, restituendo al latino la dignità calpestata dalle traduzioni in rete. E in questa complessità risiede il suo tratto originale.
L´idea è di due linguisti poco più che trentenni, Matteo Boero e Adriano Allora, che per oltre due anni hanno lavorato all´ambizioso progetto: dare vita a un istitutore digitale che superasse i limiti degli esercizi interattivi tradizionali - vero/falso o risposta multipla - per verificare la reale consapevolezza dei ragazzi. Una guida esperta che accompagni gli allievi prima nel ragionamento logico, poi nella scelta lessicale più pertinente. Così Boero, allievo di Gian Luigi Beccaria e consulente di latino presso Loescher, ha lavorato sui contenuti. Ad Allora, linguista computazionale, è spettata la traduzione nel codice informatico. E uno specialista di sistemi complessi, Ivan Molineris, ha fatto il resto. Dai tre "evangelisti" della ricerca è nato Cicero, che ha affascinato la Fondazione Agnelli per l´originale connubio tra cultura classica e innovazione. «La vera partita oggi», il direttore Andrea Gavosto, «è guidare i ragazzi nel mondo digitale. Cicero ci è sembrato un esempio efficace di come si possa fare scuola utilizzando la tecnologia». Il software è stato sperimentato da otto professori di tutta Italia, da Torino a Siracusa, e 250 studenti dei licei (classico, scientifico e linguistico).
Il funzionamento appare semplice. Il docente assegna i compiti a casa di latino, versione scelta tra quelle disponibili nel programma, che include Fedro e Cicerone, Livio e Apuleio, ma potrà arricchirsi su iniziativa degli stessi professori. Lo studente lavora su una schermata con tre finestre: a sinistra, il testo latino, al centro lo spazio da riempire con la traduzione, e a destra le domande di Cicero: un magister esigente, che chiede all´allievo prima di districarsi nel labirinto di proposizioni principali e subordinate, soggetti e complementi, e - solo in una seconda fase - sollecita la traduzione, conducendo i ragazzi verso la soluzione. Alla fine del lavoro, circa un´ora e mezza a versione, Cicero saluta alla sua maniera - «Gaudeamus, hai finito!» - ma non è autorizzato a dire come è andata. Consegnerà invece il suo report al professore, il quale sarà informato dettagliatamente delle competenze di analisi e di traduzione dello studente. Nella scheda compare anche un voto, che spetta però all´insegnante confermare o correggere. Complessivamente il funzionamento di Cicero evoca una sorta di Grande Fratello del latino in grado di documentare quali sono le attitudini e le difficoltà degli studenti. Materiale prezioso sia per gli editori della scolastica, sia per il ministero che deve tracciare le linee guida della materia.
Cicero introduce per il latino quel che My Math Lab (Pearson) ha già fatto per la matematica, guadagnandosi cinque milioni di utenti nel mondo. In Italia esiste già un My Tutor per l´esame di maturità, e per il prossimo anno scolastico gli editori si stanno attrezzando di guide elettroniche come Eugenio - omaggio a Montale - che aiuta lo studente nell´analisi del testo letterario. Gli stessi artefici di Cicero stanno lavorando a un software capace di illuminare la selva oscura della Commedia, ma ci vorrà ancora del tempo. Ora l´impegno è sul latino, che resiste nonostante il calo di iscrizioni nei licei a vantaggio di tecnici e professionali (dati parziali sull´anno scolastico 2012/2013 raccolti dalla Fondazione Agnelli). In Italia, ma anche altrove nel mondo occidentale, la cultura umanistica appare in netto declino, mentre Cina e India coniugano con naturalezza lingue antiche e tecnologia. Proprio come fa Cicero, a vantaggio di liceali. E di genitori sull´orlo di una crisi di nervi.
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