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Il premio di merito a un docente su tre “Ma arriverà tagliato”
Bonus per 250mila prof: però sarà liquidato solo l’80% Dubbi e polemiche sui tempi. Il Miur: prima di Natale
23/11/2016
la Repubblica
Corrado Zunino
Il ministero dell’Istruzione, lo scorso giugno, ha distribuito 380 milioni alle scuole italiane. Finanziamento per i premi ai migliori docenti. Le scuole italiane, prima dell’inizio del nuovo scolastico, ed entro il 31 agosto, hanno redistribuito i soldi ricevuti a 247.782 insegnanti delle venti regioni. Il 39 per cento del totale. Con le motivazioni più varie: “capacità di coordinamento”, “forti conoscenze linguistiche”, “spinta in avanti sulla didattica informatica”. Ma anche per aver portato i ragazzi a una mostra il sabato o aver trascritto i verbali dei consigli di classe. A Palermo, nel 42 per cento delle scuole, il bonus è stato assegnato in base a un’autocertificazione presentata dagli stessi insegnanti. Più in generale, i dirigenti scolastici — presiedendo il comitato di valutazione che ha scelto nomi e cognomi — hanno cercato di spalmare su più docenti possibili il premio al merito. E alla fine, seguendo i dati fin qui inediti del Miur, hanno alzato (una tantum) lo stipendio a 247.782 docenti in cattedra, appunto: più di uno su tre. Per tutta la stagione i presidi erano stati inseguiti dal sospetto (urlato) che avrebbero premiato parenti, amici e sottoposti fedeli. Hanno preferito allora allargare la base, per evitare nuove polemiche. È credibile pensare che alla fine del triennio della Legge 107 — che chiede, appunto, aggiornamenti ogni tre anni — quasi tutti gli insegnanti italiani potranno aver ricevuto il bonus.
A quanto ammonta il premio? In media, sono 23mila euro destinati a ogni scuola mentre, vista la possibilità di scelta dei presidi, ai singoli docenti è stata destinata una cifra (lorda) fortemente variabile: tra i 200 euro e i 1.800 euro, è la forchetta.
Quando sarà pagato, il premio? Ecco, qui è esploso l’ultimo caso, dopo il conflitto per la scelta dei criteri della scorsa primavera e il rifiuto di ritirare il premio da parte di alcuni docenti (caso esploso a fine giugno). Il primo appuntamento possibile per il pagamento in busta paga era annunciato per ieri, 22 novembre. Ma la Flc Cgil ha diffuso una nota preoccupata e al solito polemica in cui ha denunciato come il premio sarà pagato non per intero e che, chi non lo ha avuto ieri in busta paga, non lo prenderà più. Ha scritto il segretario della Flc, Mimmo Pantaleo: «Abbiamo appreso dalle scuole che il Miur assegnerà solo l’80 per cento del bonus docenti e lo erogherà solo se le segreterie riusciranno a inserire i dati, in una vera e propria corsa contro il tempo e contro il sistema informativo ministeriale, entro il 22 novembre».
È inaccettabile, ha detto Pantaleo: «La comunicazione alle scuole della nuova voce da inserire è arrivata nel tardo pomeriggio di venerdì scorso e il sistema informatico è rimasto non funzionante fino a metà giornata del lunedì. Chi non è stato pagato il 22 novembre rischia di vedere il premio a marzo o ad aprile».
Il ministero ha risposto con un tweet rassicurante: “Tutti riceveranno il bonus e non è a rischio”. Quindi lo staff del ministro ha spiegato: le segreterie sono affaticate come sempre, ma chi non ha ricevuto i soldi in più a novembre li prenderà il 15 dicembre. Verseremo solo l’80 per cento proprio a causa del ricorso al Tar della Cgil. La scorsa settimana c’è stata la sentenza e sarà resa pubblica a ore. Se dovremo allargare il pagamento anche ai supplenti, come chiede il sindacato, allargheremo la distribuzione attingendo sempre da quei 380 milioni».