Il Piccolo: Università, i rettori contro il governo
Raccolta di firme negli atenei. A Roma il «No Gelmini day»
ROMA Bloccare l'inaugurazione dell'anno accademico. In tutte le università italiane. Per difendere la ricerca e la qualità dell'insegnamento e fermare i tagli alle risorse già scarse decisi dalla legge 133, l'ex decreto Brunetta. L'appello c'è, e si apre all'adesione dei docenti italiani. Scritto da Piero Bevilacqua, ordinario di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma, ha già raccolto firme eccellenti: Asor Rosa, Gianni Vattimo, Umberto Curi. Tante si vanno aggiungendo anche con la sottoscrizione online.
I professori chiedono ai loro rettori di «raccogliere il profondo disagio e la protesta che sale dalle università e di reagire con l'energia che la gravità della situazione richiede». Contro le misure previste dalla nuova legge che di fatto cambiano in peggio il volto degli atenei: «Sottraggono risorse alla ricerca, riducono il personale docente e amministrativo, restringono lo spazio vitale dell'università sancendone l'emarginazione irreversibile nella vita del Paese».
Ieri, intanto, a Roma è andata in scena la protesta contro il ministro Maria Pia Gelmini degli insegnanti precari. Da «Maestro unico, no grazie» scritto sugli striscioni sventolati dai genitori, al «viva le maestre» gridato dai bambini, allo slogan «Laureato e abilitato, futuro da disoccupato» scelto dagli insegnanti precari, dai sit-in davanti al Ministero alle catene umane attorno alle scuole: decine gli istituti della capitale che ieri hanno aderito al «No Gelmini day». Ma il ministro minimizza: «Sono piccole frange». E il premier Silvio Berlusconi assicura: «Nessuna cacciata degli insegnanti».
La giornata di contestazioni è cominciata in periferia con presidi mattutini davanti alle elementari al grido di: «No all’entero-Gelmini che distrugge la flora scolastica». A partire dalle 9, poi, decine di mamme e papà con bambini, arrivati anche da altre regioni, si sono ritrovati davanti al Ministero per gridare il loro «no» allo smantellamento del team di insegnanti insieme a un folto gruppo di docenti precari. Nel pomeriggio, poi, non sono mancate le scuole che hanno organizzato catene umane di «protezione della scuola» e anche una «Notte bianca a scuola» con giochi e concerto.
«Piccole frange - così il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha liquidato le proteste - che hanno deciso di non guardare nel merito i problemi e preferiscono protestare. Li lascio fare».