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Il Piccolo: Tutela del friulano, la Cgil in pressing: «L’aula cancelli le forzature sulla scuola»

Il sindacato insiste: «Giusto approvare la norma ma servono modifiche». Domani il vertice di Intesa

27/09/2007
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Il Piccolo

TRIESTE La Cgil del Friuli Venezia Giulia «condivide la necessità di varare una legge sulla tutela della lingua friulana» e «di arrivare alla sua approvazione nelle prossime settimane». Il sindacato ha inviato una nota ai capigruppo e al presidente della sesta Commissione, Kristian Franzil, affermando la necessità di attuare la legge nazionale 482 sulla tutela delle lingue minoritarie, «pena la perdita progressiva e costante di un patrimonio linguistico importante come il friulano». Tuttavia non mancano i punti che la Cgil guarda con «dissenso e perplessità». «In primo luogo – dice il sindacato – rimarchiamo alcuni seri dubbi riguardanti il profilo di costituzionalità e coerenza con la legislazione nazionale, in relazione alle norme in tema di autonomia scolastica e reclutamento del personale».
Un’altra obiezione di fondo riguarda la sfera didattica: secondo la Cgil bisogna chiarire «se l’insegnamento del friulano debba avvenire attraverso l’utilizzo di ore aggiuntive oppure di ore sostitutive di altre». Perplessità anche sul punto che concerne «l’adesione-rinuncia degli enti locali» e che «dovrebbe essere possibile anche negli anni successivi» e sul silenzio-assenso da parte delle famiglie su cui la Cgil chiede una formulazione che metta sullo stesso piano la scelta di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento del friulano. «L’opzione espressa al momento della preiscrizione – inoltre – deve poter essere ripensata all’inizio di ciascun anno scolastico». Tra i punti contestati anche il riferimento specifico dell’articolo 13 all’Università di Udine: «La 482 – rimarca la Cgil – parla delle università, al plurale, della regione di riferimento».
«Su alcuni di questi punti abbiamo già deciso di intervenire» replica Franzil, alla vigilia dell’incontro di maggioranza previsto per domani nel quale verranno per l’appunto concordate alcune modifiche al testo: «Abbiamo recepito le indicazioni che ci sono arrivate – sottolinea Franzil – specificando la possibilità di uscire dal percorso di formazione del friulano in qualsiasi momento del corso scolastico e lasciando all’autonomia scolastica la composizione delle classi per quanto concerne l’insegnamento veicolare». Ancora da sciogliere, nella riunione di domani, il nodo dell’uscita dei Comuni dall’elenco delle aree friulanofone. «La discussione è ancora in piedi – conferma Franzil – anche se il principio di dare l’opportunità di correggere errori e forzature del passato è condiviso ma dall’altra parte non bisogna commettere nemmeno l’errore inverso, ovvero quello di permettere di togliersi dall’elenco per una pura questione politica». L’ipotesi di uscire con la maggioranza semplice appare a questo punto lontana mentre rimangono in ballo sia l’opzione che prevede l’espressione in questo senso della maggioranza assoluta del Consiglio comunale sia quella che vorrebbe la maggioranza dei due terzi. «Inoltre – aggiunge Franzil – indicheremo la possibilità anche per i Comuni che usciranno dall’elenco di accedere ad alcune parti della legge. Questo soprattutto per evitare che alcune realtà che già esistono in Comuni non strettamente friulanofoni rischino di essere cancellate».
Roberto Urizio


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