Il Piccolo-Scuole, tagli per ora congelati
Il direttore regionale Bruno Forte esclude la chiusura di sedi e istituti, tanto meno da un giorno all'altro Scuole, tagli per ora "congelati" Tranquilla la minoranza slovena, perché la legge di t...
Il direttore regionale Bruno Forte esclude la chiusura di sedi e istituti, tanto meno da un giorno all'altro
Scuole, tagli per ora "congelati"
Tranquilla la minoranza slovena, perché la legge di tutela vieta riduzioni
La denuncia del segretario regionale della Cgil-scuola, Antonio Luongo, sui possibili ridimensionamenti e accorpamenti scolastici indicati da un'indagine voluta dal ministro Letizia Moratti non è rimasta lettera morta. Preoccupazione nel corpo insegnante e tra i genitori degli alunni, ma anche puntuali repliche del direttore scolastico regionale, Bruno Forte, e una risposta del sindacato Snals. "Non chiuderemo sedi e istituti, tanto meno da un giorno all'altro. La questione è molto più complessa" - ha chiarito Forte, rifiutando un allarmismo considerato esagerato.
"Le scuole della nostra regione - aveva affermato Luongo - sono nel mirino della Moratti perché costano troppo. Il Ministro ha indicato nel basso rapporto alunno-insegnante delle scuole slovene e di molti altri istituti (nella tabella qui a fianco quelli relativi a Trieste, ndr) la causa di una spesa ingiustificata e, quindi, da tagliare". Un rapporto, secondo la media nazionale (che è di 1/9,5), che andrebbe a colpire 15 istituti triestini su un totale di 43, di cui 14 sloveni, che si assestano sotto il parametro italiano. Argomentazioni che, secondo il segretario provinciale dello Snals, Giuseppe Ughi, risultano invece del tutto prive di consistenza.
"È infondata la notizia che l'indagine fatta dal Ministro servirà per ridimensionamenti e accorpamenti. Se il segretario della Cgil, Luongo, si erge ora a paladino contro eventuali razionalizzazioni non può che fare piacere - ha dichiarato Ughi - ma allora non si capisce come mai proprio la sua organizzazione sindacale, soltanto due anni fa, ha sostenuto il piano di dimensionamento delle scuole triestine che sono state quasi dimezzate". Le scuole slovene e gli istituti superiori Volta e Galvani, quindi, possono dormire sonni tranquilli. Per la Cgil-scuola, però, il problema è solo rimandato e si proporrà il prossimo anno scolastico.
"La Bassanini e la riforma costituzionale al capitolo terzo - spiega Luongo - trasferisce alle Regioni le operazioni di programmazione scolastica. Un federalismo che mi trova concorde; purtroppo la nostra Regione ha delle difficoltà oggettive a mettere mano a questo argomento. Il prossimo anno ci sono le elezioni...". Una volontà, insomma, di non scontentare nessuno e allora, da parte della Cgil, c'è quasi nostalgia per "la tanto vituperata burocrazia ministeriale, che si assumeva queste responsabilità". Il "pericolo" nell'immediato, sempre secondo Luongo, è la chiusura dei plessi, in altre parole la soppressione delle succursali: "L'hanno già fatto, mantenendo la direzione didattica nel territorio e chiudendo i distaccamenti, mentre gli istituti sloveni non vanno toccati perché garantiti dai trattati internazionale". Una polemica che non sembra preoccupare la minoranza slovena. "Le norme di legge non consentono certi ridimensionamenti. All'orizzonte, invece, si prospetta l'apertura dell'Ufficio scolastico per le scuole slovene e la creazione di una commissione consultiva, organi stabiliti dalla legge di tutela. Saranno le sedi adatte - sostiene l'esponente dell'Us, Peter Mocnik - per discutere di queste cose".
Pietro Comelli