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Il Piccolo-Maroni agli statali: "Solo i soldi previsti"

Settimana rovente per l'esecutivo in vista della protesta del pubblico impiego: venerdì 18 sciopero generale della categoria In casa di Cgil, Cisl e Uil non si esclude l'ipotesi di una nuov...

13/03/2005
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Il Piccolo

Settimana rovente per l'esecutivo in vista della protesta del pubblico impiego: venerdì 18 sciopero generale della categoria
In casa di Cgil, Cisl e Uil non si esclude l'ipotesi di una nuova mobilitazione generale. Pezzotta: non rispettato il Patto per l'Italia
Maroni agli statali: "Solo i soldi previsti"
Sindacati all'attacco sulla competitività: "Il dialogo con il governo? Una farsa"


ROMA Il capitolo competitività è tutt'altro che chiuso. Dopo il varo del piano d'azione per lo sviluppo del governo i sindacati sono sul piede di guerra, e nei prossimi giorni c'è da attendersi una risposta che si preannuncia dura. Ma problemi ce ne sono, e tanti, anche all'interno del governo e della maggioranza. A partire dalla Lega che, per bocca del ministro del Welfare, Roberto Maroni, parla di "consiglio dei ministri senza coraggio", promettendo battaglia in Parlamento sulla questione dei dazi. E se la Lega non si è astenuta dal voto di venerdì, spiega, è solo perchè il premier Berlusconi ha dato "garanzie formali" del varo entro Pasqua delle riforme istituzionali. Replica il ministro dell'Economia Siniscalco: "Ora l'Italia diventerà un Paese dove è più facile lavorare". Siniscalco cita i vantaggi di "migliori ammortizzatori e fondi pensione" e per le imprese "meno costi e burocrazia, più semplicità e migliori infrastrutture e ricerca". Sarà una settimana calda anche per il pubblico impiego: domani sera è convocato un vertice interministeriale a Palazzo Chigi, mentre per venerdi 18 marzo è in programma lo sciopero generale della categoria. Maroni sceglie la linea dura: "Niente aumenti per i dipendenti pubblici, che vadano oltre la soglia stabilita nell'ultima manovra economica del governo".
Competitività. A bocciare senza appello i provvedimenti varati ieri è il leader della Cisl, Savino Pezzotta, che annuncia: "Risponderemo". In casa sindacale la rabbia è tanta, sia per i contenuti delle misure varate, sia per quello che viene definito il "confronto-farsa" che ha preceduto il varo del piano sulla competitività. Nei prossimi giorni è dunque atteso un nuovo vertice tra Epifani, Pezzotta e Angeletti, per fare il punto della situazione e arrivare a valutazioni e risposte comuni.
Nel decreto e nel ddl approvati, dice Pezzotta, "di interessante c'è solo qualche frammento... Per il resto, nel piano del governo sulla competitività manca quella svolta di politica economica che abbiamo chiesto con forza. Ci troviamo invece di fronte a un disegno che non regge, senza risorse adeguate". Duro il giudizio della Cisl anche sul metodo attuato dall'esecutivo: "Noi - lamenta Pezzotta - avevamo fatto un accordo con questo Governo, il Patto per l'Italia, che non è stato assolutamente rispettato. È stato tradito". Anche la Cgil Parla di "provvedimenti inutili e sbagliati": "Il balletto di tavoli di confronto - afferma la segretaria confederale, Marigia Maulucci - si è rivelato una farsa e una risposta forte del sindacato è più che mai urgente". Anche se il numero due della Uil, Adriano Musi, sottolinea come "un tema come lo sviluppo non si può affrontare solo a colpi di sciopero". "Certo è - aggiunge - che di fronte a un provvedimento che non ha il coraggio di scegliere le priorità bisognerà dare una risposta adeguata". A ipotizzare nuove iniziative di lotta nei giorni scorsi era già stato il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani. E in casa sindacale non si esclude che, partendo da iniziative che coinvolgano i gruppi parlamentari e i territori, si possa infine arrivare alla proclamazione di un nuovo sciopero generale. Ma non prima delle prossime elezioni regionali.
Statali in guerra. Scatta la protesta del pubblico impiego. Sullo sfondo la richiesta di rinnovo dei contratti di lavoro, scaduti da oltre 15 mesi, con le richieste sindacali di aumenti retributivi che vanno oltre il tetto previsto dalla legge finanziaria. I sindacati di categoria affermano il diritto al rinnovo dei contratti scaduti da quindici mesi ed ottenere le risorse necessarie "al pieno recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni". I sindacati protestano per "lo smantellamento delle amministrazioni pubbliche attraverso processi di privatizzazione ed esternalizzazione di servizi essenziali". Nel mirino dei sindacati anche il blocco delle assunzioni, la precarizzazione del lavoro pubblico, il taglio agli organici.


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