Il Piccolo-"La scuola pubblica sarà più povera"
Cgil, Cisl e Uil parteciperanno domani a Roma alla manifestazione nazionale indetta per dire no alla "riforma Moratti" "La scuola pubblica sarà più povera" "E decine di docenti nell'Is...
Cgil, Cisl e Uil parteciperanno domani a Roma alla manifestazione nazionale indetta per dire no alla "riforma Moratti"
"La scuola pubblica sarà più povera"
"E decine di docenti nell'Isontino sono condannati al soprannumero", rimarcano
Cgil, Cisl e Uil Scuola di Gorizia parteciperanno alla manifestazione di domani a Roma in difesa della scuola pubblica statale "per dire no all'improvvisazione che mortifica la scuola pubblica statale e no al tempo ridotto".
"La scuola pubblica italiana diventa più povera - sottolineano in una nota dei sindacati -. È importante che studenti, genitori, docenti, personale ata e dirigenti siano informati e partecipi. Il decreto legislativo in attuazione della legge 53/2003, al di là di facili slogan e spot pubblicitari governativi, conferma il reale obiettivo del Ministro di ridurre l'offerta formativa delle scuole pubbliche, potenziando, per altro verso, i finanziamenti alle private".
Le organizzazioni sindacali non sono d'accordo con la decisione di far calare a 27 le ore settimanali obbligatorie di lezione per la scuola elementare e media aggiungendo nuove discipline in tempi scolastici più ristretti e con una diversa organizzazione del lavoro che "non consente l'auspicato sviluppo qualitativo e quantitativo del servizio all'utenza".
"L'orario opzionale-facoltativo, variamente articolato nella scuola elementare e media - proseguono Cgil, Cisl e Uil -, non garantisce neanche il mantenimento delle migliori esperienze didattiche avviate da tempo nelle istituzioni scolastiche. L'autonomia scolastica rischia poi, per carenza di adeguate risorse umane e finanziarie, di non poter più assicurare una progettazione educativa a misura dei reali bisogni formativi degli alunni".
Gli anticipi nella scuola dell'infanzia sono poi ritenuti "opinabili" sotto l'aspetto pedagogico-didattico e, comunque, non attuabili senza la garanzia di servizi strumentali aggiuntivi da parte degli enti locali . "In provincia di Gorizia, decine di docenti sono condannati per un prossimo futuro al soprannumero ed altrettanto numerosi precari si vedranno preclusa ogni pur minima prospettiva occupazionale. Nel progetto devoluzionista - concludono le rappresentanze sindacali -, il pericolo che intravvediamo consiste nella possibilità di una deriva localista, minaccia insita nella devolution, che può alterare l'impianto nazionale degli studi, provocando danni gravissimi nel tessuto unitario della cultura del nostro Paese".