Il Piccolo-Ferma anche la scuola: nel mirino la riforma Moratti
Piena adesione alla mobilitazione nazionale decisa da Cgil, Cisl e Uil: l'intero settore si bloccherà compreso il mondo della ricerca e dell'università Ferma anche la scuola: nel mirino la ri...
Piena adesione alla mobilitazione nazionale decisa da Cgil, Cisl e Uil: l'intero settore si bloccherà compreso il mondo della ricerca e dell'università
Ferma anche la scuola: nel mirino la riforma Moratti
La protesta si estenderà per l'intera giornata. I Cobas vogliono un'iniziativa specifica
ROMA L'intero settore della scuola, dell'università e della ricerca si prepara a una giornata di mobilitazione nazionale, che si inserisce nello sciopero generale indetto da Cgil, Cisl e Uil per il prossimo 26 marzo ma che, per questi comparti, non si limiterà alle 4 ore ma si estenderà all'intera giornata. La protesta, hanno precisato Cgil, Cisl e Uil, si inserisce nell'ambito della vertenza contro la riforma delle pensioni e per lo sviluppo del Paese, ma ha anche una specifica valenza per il settore: da qui la decisione di estendere le iniziali 4 ore, previste per le altre categorie, all'intera giornata. La decisione dei sindacati confederali ha già incontrato l'opposizione di Unicobas che ha fatto sapere che non aderirà alla protesta, perchè ritiene che il settore meriti uno sciopero specifico.
Bersaglio della mobilitazione, in primo luogo, la riforma della scuola predisposta dal ministro Letizia Moratti. I sindacati sono contrari al primo decreto attuativo della riforma, perchè - dicono - cambia il lavoro degli insegnanti della scuola dell' infanzia, si riducono le ore di insegnamento di italiano, inglese, tecnica, con il sistema delle opzioni si trasforma la scuola in un supermarket dell'offerta formativa e per di più non c'è certezza sugli organici. La scuola pubblica targata Moratti, secondo i sindacati, è "svilente, irrealistica e moltiplica le difficoltà per i più deboli".
Una riforma che, dicono anche i Cobas, "distrugge il tempo pieno, istituisce il tutor rompendo la collegialità didattica, tende a svilire i saperi critici, riduce le scuole professionali a dependance regionalizzate del mondo dell'impresa".
Di problemi sul tappeto ce ne sono parecchi. A cominciare dalla questione del docente tutor o insegnante prevalente che nelle prime tre classi della scuola primaria avrà una quota di servizio destinata alle nuove funzioni di coordinamento, di rapporti con le famiglie e appunto di tutoraggio degli studenti.
L'introduzione di questa nuova figura vedrà gli insegnanti, con uno stesso contratto, su posizioni di lavoro differenziate che secondo i sindacati aprirebbero la strada a una possibile gerarchizzazione tra docenti. Nodi da sciogliere anche le questioni della copertura finanziaria, della stabilizzazione degli organici (non solo nella fase transitoria) e della formazione del personale in vista della riforma.
Per quanto riguarda l' Università, bersaglio della mobilitazione è il disegno di legge delega per il riordino dello stato giuridico della docenza presentato dal ministro Moratti. Sotto accusa la precarizzazione del lavoro universitario, la messa a esaurimento del ruolo dei ricercatori, il blocco delle assunzioni, la scarsità dei finanziamenti e, più in generale, quello che viene definito "l' attacco all' istituzione pubblica , dalle scuole dell' infanzia all'università".