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Il piano di Renzi per affossare la riforma della scuola

Scaricare sulla minoranza del Pd le responsabilità della non assunzione di 100 mila precari e risparmiare un miliardo di euro. Perché Palazzo Chigi punta a far saltare la riforma Giannini

13/06/2015
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Il FOGLIO

In un primo momento sembrava solo una minaccia per portare a casa velocemente il risultato e costringere la minoranza del Pd a non giocare troppo con la riforma e ad accettare la linea imposta dal governo. La riforma di cui parliamo è quella della scuola, è l’unica riforma sulla quale Matteo Renzi ha scelto di aprire in modo esplicito alla minoranza del Pd concedendo 15 giorni di lavori in più in commissione cultura per trovare una mediazione ed è una riforma chiave, questa, per il presidente del Consiglio. Tony Blair iniziò a costruire le basi del suo New Labour puntando forte sul suo “education, education, education” ed è evidente che anche per il Pd renziano riformare la scuola non può che essere un elemento centrale nella narrazione del governo Leopolda.

Qualcosa però sta cambiando, e quella che inizialmente sembrava solo una minaccia ora assomiglia molto a un piano per scaricare sulla minoranza la responsabilità della non riforma. La storia è questa: lunedì prossimo in commissione cominceranno le votazioni sugli emendamenti della riforma. Tra quegli emendamenti ci sono anche quelli necessari per poter avviare le pratiche per le assunzioni degli insegnanti che il governo ha promesso che avrebbe stabilizzato (circa 100 mila precari). Durante l’ultima direzione Renzi ha dato 15 giorni di tempo in più per discutere sugli emendamenti ma ora dopo ora il presidente del Consiglio si sta convincendo che la mediazione richiesta dalla minoranza del Pd non è accettabile per il governo e per questo il piano elaborato in queste ore a Palazzo Chigi è semplice: bloccare la riforma della scuola addossando le responsabilità del blocco, e della conseguente non assunzione di 100 mila precari, alla minoranza del Pd.

La mossa permetterebbe a Renzi di mettere da parte una riforma concepita in modo non ottimale, secondo il presidente del Consiglio, permetterebbe di scaricare sulla minoranza del Pd le responsabilità del fallimento della riforma e in più permetterebbe al governo di risparmiare quel miliardo di euro stanziato per la riforma che potrebbe essere utilizzato in un modo diverso. Il piano esiste e tra qualche settimana capiremo se arriverà a conclusione.


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