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Il Nuovo-Vogliamo un social forum degli studenti

"Vogliamo un social forum degli studenti" La protesta è nata al Tasso. I ragazzi si impegnano a usare la loro visibilità per sostenere le lotte degli istituti di periferia. In arrivo una serie ...

27/11/2001
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Il Nuovo

"Vogliamo un social forum degli studenti"

La protesta è nata al Tasso. I ragazzi si impegnano a usare la loro visibilità per sostenere le lotte degli istituti di periferia. In arrivo una serie di controvertici e di manifestazioni.
di Antonello Salerno
ROMA - "Dobbiamo lottare insieme per un obiettivo: difendere la scuola statale. Senza bandiere, o meglio ognuno con la propria, ma uniti contro la logica di privatizzazione della scuola". Gli studenti del Tasso lanciano il loro appello al resto d'Italia, dove le proteste studentesche sono state inizialmente tiepide ma negli ultimi giorni stanno montando con una serie di manifestazioni e occupazioni. Il prossimo appuntamento potrebbe essere per il 19 e 20 dicembre, quando si svolgeranno gli stati generali della scuola, con un "controvertice" e un "controforum" degli studenti. I vari movimenti, prendendo spunto dalla struttura organizzativa dei Social forum anti globalizzazione, potrebbero in quell'occasione incontrarsi per la prima volta e pianificare le iniziative per il futuro.

I ragazzi del Tasso stanno facendo del loro meglio per radicarsi nel loro territorio e per diventare i portavoce del movimento capitolino. Utilizzando proprio quella visibilità che negli ultimi giorni era diventata un'accusa a loro carico. "Quando si muovono quelli del Tasso stanno tutti a sentirli, quando organizziamo qualcosa noi non interessa a nessuno", si lamentavano nei giorni scorsi gli studenti degli istituti periferici, che ogni giorno devono combattere con le carenze strutturali dei propri istituti. L'allarme era partito da un tecnico di Pomezia e proprio verso quegli studenti dal Tasso sta per partire un ponte. I giovani del centro andranno domani mattina sul litorale. "Abbiamo problemi anche a rimediare le diecimila lire del biglietto del treno - dice Francesco, uno degli studenti che hanno interrotto lo sciopero della fame sabato, dopo aver saputo che il ministro Moratti aveva deciso di incontrarli - ma dobbiamo prenderci le nostre responsabilità, e andremo a Pomezia. Con quell'istituto daremo vita a un vero e proprio gemellaggio".

Poi i progetti per il futuro, a cominciare da mercoledì. "Stiamo organizzando un sit-in sotto al ministero dell'istruzione - continua Francesco - aperto a tutti coloro che vorranno partecipare, per dare forma a una nuova protesta. Stiamo pensando anche a creare un controforum, rispetto a quello che incontrerà la ministra Moratti. Se le scuole piccole e di periferia hanno dei problemi, il Governo dovrebbe prima cercare di risolvere quelli e poi occuparsi delle scuole private. Per questo i problemi quotidiani, i bagni e i riscaldamenti che non funzionano, sono strettamente legati alle proteste come la nostra che hanno un orizzonte più ampio, e mirano a difendere la scuola pubblica". L'appuntamento è per mercoledì mattina alle 11.30 in viale Trastevere e sono già arrivate le prime adesioni di Studenti.net, l'organizzazione che riunisce i ragazzi delle superori che aderiscono alla sinistra giovanile.

"In questi casi l'appartenenza politica deve fare un passo indietro - commenta Ivana Bartoletti, la portavoce - e noi siamo disposti a farlo. Il comune denominatore deve essere l'impegno per la scuola pubblica, e perché questo nuovo movimento si estenda in tutta italia noi potremmo mettere a disposizione la nostra rete, che ha 150 basi nella penisola, senza però pretendere di mettere un marchio sull'iniziativa. Come è successo con il Genoa social forum per il G8 di Luglio".

L'attività dei ragazzi è frenetica. "Io ogni tanto dovrei anche studiare - dice Francesco al telefono mentre salta su un autobus - Ho già avuto 5 inviti in altrettante scuole della Capitale, ma se andiamo avanti di questo passo il tempo si ridurrà sempre di più". E' una richiesta implicita di aiuto, di struttura, di organizzazione. Perché la protesta che è partita da uno dei licei più "in" della Capitale non rimanga solo sulle spalle dei ragazzi che sono arrivati a fare lo sciopero della fame, ma si distribuisca e trovi forza in una cornice più ampia, coinvolgendo tutti gli studenti superiori che hanno a cuore "la difesa della scuola pubblica dalla privatizzazione".


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