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Il Ministero sa ma non dice

Il ministero conosce da tempo le imprese pantagrueliche di Enrico Saggese presidente dell'Agenzia spaziale italiana

07/02/2014
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la Repubblica

Corrado Zunino

Il silenzio di Maria Chiara Carrozza è raggelante. Il suo ministero (che al terzo
complemento di specificazione dice "della ricerca") conosce da tempo le imprese
pantagrueliche di Enrico Saggese presidente dell'Agenzia spaziale italiana: soldi buttati a
valanghe in viaggi di famiglia, congressi con le hostess dalla coscia lunga, portaborse
(come il collega di partito Antonio Menè) distaccati alla presidenza del Consiglio e già
costati 300 mila euro pubblici senza un motivo. La faraonica sede dell'Eur, per spiegare la
vergogna dell'Agenzia spaziale da sei anni guidata da Saggese, è costata sette volte tanto
il promesso, è stata inaugurata nel luglio 2013 senza ci fosse alcuna attività all'interno: una
piramide di Cheope costruita ai tempi della carestia, per diversi mesi senza vita né lavoro,
un manufatto enorme che può garantire ai comodi dipendenti di Saggese 45 metri quadrati
a testa.
Il predecessore della Carrozza al ministero dell'Istruzione (e della Ricerca), Francesco
Profumo appunto, di fronte all'ennesima nomina nell'industria spaziale pubblica di un
amico di Saggese perlomeno ebbe la decenza di scrivere e rendere pubblica una lettera di
ammonimento. La Carrozza, la ricercatrice Carrozza, nulla. Il ministro in carica sa bene
che quei milioni di euro lanciati dalla finestra e, sostiene l'accusa, rientrati nelle tasche di
Saggese sono quotidianamente tolti a una ricerca pubblica boccheggiante, eppure lei, nel
giorno in cui ha presentato in Consiglio dei ministri un corposo e ambizioso piano
nazionale della ricerca, non ha ritenuto di dire una parola su un suo altissimo dirigente, un
doppio presidente, indagato per corruzione e concussione. Corruzione e concussione.
Il ministro Carrozza, se mai non avesse letto i giornali, deve aver comunque avvistato sulla
scrivania le tre lettere aperte dei dipendenti dell'Agenzia spaziale. Spiegavano tutto,
dettagli compresi. Il ministro Carrozza sa bene che l'Asi da tempo ha abbandonato ogni
velleità di ricerca interna preferendo fare solo la ricerca (e gli affari) imposti da
Finmeccanica. Ora ci sono anche i dispacci di agenzia. Ricordano come la Procura di
Roma stia indagando sui 4 milioni di euro spesi da Saggese per un convegno a Napoli, sul
viaggio monstre dell'Agenzia spaziale negli Stati Uniti per far vedere ad amici e parenti del
presidente il lancio di un satellite che non è mai decollato, sugli 82 milioni investiti per
tirare su (in 14 anni) una sede aziendale immensa. La procura indaga anche su una
valanga di nomine, assunzioni e appalti di un'agenzia fuori controllo controllata da Maria
Chiara Carrozza.
Niente, non una parola. Figuriamoci un atto politico. Non c'è neppure più la scusa che il
padrino di Saggese, Maurizio Gasparri, è un alleato di un governo traballante da tutelare.
Con Forza Italia, il padrino del Faraone è andato all'opposizione. ministro.


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