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Il Messaggero-ANCORA TANTE QUESTIONI APERTE

ANCORA TANTE QUESTIONI APERTE In Lombardia la riforma è partita ma per settembre è già sciopero di ANNA MARIA SERSALE ROMA - La Lombardia è la prima regione in cui i sindacati dichiaran...

21/08/2002
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Il Messaggero

ANCORA TANTE QUESTIONI APERTE

In Lombardia la riforma è partita ma per settembre è già sciopero
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - La Lombardia è la prima regione in cui i sindacati dichiarano guerra. Il 10 settembre sarà sciopero unitario dei Confederali, nel mirino la Moratti e la sua politica sulla scuola. Cgil, Cisl e Uil hanno scelto un terreno di scontro simbolico, la regione di Formigoni, dove una parte della riforma viene anticipata sulla base di intese strette tra il ministero dell'Istruzione e il "parlamento" lombardo. Appena al secondo giorno di lezione i prof incroceranno le braccia. "Un'ora di astensione, ma è solo l'inizio - sostengono in coro i sindacati - La mobilitazione è partita, seguiranno manifestazioni che coinvolgeranno tutta Italia".
L'intero arco sindacale, dalla Cisl ai Cobas, se la prende con il ministro, "manager liberista", che vuole applicare criteri "aziendalisti". "Tra mille contraddizioni - sottolinea Massimo Di Menna, segretario nazionale della Uil-scuola - La Moratti dice di voler portare l'inglese in prima elementare, ma con il taglio dei fondi dell'ultima Finanziaria ha ridotto le sperimentazioni sulla lingua". Per i sindacati "la scuola è nel caos". "Ed è inaccettabile ripartire così", continua Di Menna. "La protesta comincia dalla Lombardia - avverte Enrico Panini, segretario nazionale della Cgil scuola - perché è la regione che avvia precocemente i ragazzi al lavoro, equiparando le scuole statali ai centri privati di formazione professionale, abilitando questi ultimi all'assolvimento dell'obbligo. E' pazzesco, si torna alle "classi differenziate" e alla diseguaglianza dei cittadini, che non avranno più lo stesso livello di istruzione". "Con il progetto della Lombardia e di Trento l'obbligo viene smantellato - tuona Fedele Ricciato, leader dello Snals, titolare di un ricorso al Tar contro la sperimentazione trentina - Vengono lesi diritti costituzionali e quello della Moratti è un modo surrettizio per introdurre parti della riforma, prima che si pronunci il Parlamento".
E c'è il problema delle famiglie. Ancora non sanno se potranno iscrivere i figli alla scuola materna piuttosto che all'asilo nido, o alla scuola elementare piuttosto che alla materna. Sono ancora in vacanza, ma tra pochi giorni faranno le valigie per tornare a casa. E della sperimentazione sanno ben poco: i 200 istituti non sono stati ancora scelti e chi aspira alle iscrizioni a due e cinque anni e mezzo non sa a chi rivolgersi.
Le incertezze sull'anticipo dell'età scolare sono solo il primo punto di una lunga lista di doleance. Il blocco delle assunzioni di ruolo, rinviate per ora sine-die; la riduzione degli organici, con il ritorno del maestro unico salta un terzo dei maestri; i conti in rosso della scuola, ma non c'è un piano di risanamento; la sperimentazione sull'anticipo dell'età scolare, decisa in pieno agosto, a scuole chiuse; il balletto dei docenti, conseguenza degli 80 mila supplenti in cattedra. Per finire, ritardi e incertezze sulle graduatorie: il Tar dell'Umbria, che ha accolto un ricorso della Cgil, costringerà il ministero a rimaneggiare le liste dei prof.
Tra i motivi di tensione anche il contratto di lavoro scaduto e fermo al palo. I sindacati sono ancora in attesa dell'apertura ufficiale delle trattative, mentre tra i professori sale la tensione e cresce la rivalità nei confronti dei presidi che guadagnano circa il doppio. E l'esercito dei precari è in subbuglio. "La Moratti dovrà fare i conti anche con loro - osserva Alessandro Ameli, coordinatore nazionale della Gilda - Per una questione complicata di punteggi, sono stati scavalcati dai docenti che hanno frequentato le Siss, le scuole di specializzazione universitarie".


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