Il merito fa salire lo stipendio
Quota del bonus nel salario accessorio generale dei prof
Alessandra Ricciardi
Doppia operazione sul merito nel contratto firmato la scorsa settimana dall'Aran l'agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego, e Flc-Cgil, Cisl scuola e Uil scuola. Da un lato una quota parte dei fondi della legge 107 vanno ad arricchire stabilmente la retribuzione tabellare dei docenti, attraverso il salario accessorio della Rdp, rispettivamente per 70 milioni nel 2018, 50 milioni nel 2019 e 40 milioni a regime. Fondi che potranno anche essere incrementati in sede di contrattazione integrativa attraverso le altre voci che compongono il nuovo mega fondo per il miglioramento dell'offerta formativa.
Sul resto del fondo per il merito, che la legge 107 fissava all'origine in 200 milioni annui, le parti hanno stabilito che «i criteri generali per la determinazione dei compensi finalizzati alla valorizzazione del personale» saranno oggetto di contrattazione a livello di istituzione scolastica (articolo 22). Una formula che dovrebbe riguardare il solo quantum, visto che sui criteri qualitativi del cosa premiare dovrebbe invece pensarci l'apposito comitato.
L'altra novità è il fondo unico per l'offerta formativa in cui confluiscono tra l'altro le risorse per le ore eccedenti e quelle per le risorse strumentali, quelle per le aree a rischio e per gli Ata, le risorse per la valorizzazione dei docenti. A definire come utilizzarle sarà la contrattazione di istituto, nel confronto tra dirigente scolastico ed Rsu. Complessivamente si tratta di una partita che vale, dopo l'integrazione del bonus merito, per 819 milioni di euro.
Gli aumenti stipendiali da contratto nazionale scattano dal prossimo primo marzo, con arretrati dai 400 ai 600 euro a copertura dei due anni pregressi. Il contratto firmato infatti scade a dicembre 2018. Si va dai 96 euro medi di aumento al mese per i docenti delle scuole ai 105 euro per i docenti dell'Afam, l'alta formazione artistica. In base alle tabelle allegate al contratto, se un insegnante di scuola elementare, con alle spalle 15 anni di servizio, il 1° gennaio 2016 aveva una retribuzione tabellare di 23.424 euro annui, dal primo marzo passerà a 24.136 euro.
Un prof delle superiori con 28 anni di carriera passa da 31.475 euro a 32.444. Per il personale ausiliario, tecnico e amministrativo delle scuole l'incremento medio mensile è invece di 84,5 euro (si va da un minimo di 80 a 89 euro), per l'università di 82 euro, per ricercatori e tecnologi di 125 euro, per l'area amministrativa della ricerca di 92 euro, per l'Asi di 118 euro. Salvaguardato, per le fasce retributive più basse, il bonus di 80 euro.
Il contratto ora è all'esame della Corte dei conti. Ultimati i controlli di rito sarà firmato definitivamente e diventerà operativo.